I rischi del medico in prima linea

Una delle campagne contro la violenza nei confronti del personale medico degli ospedali

Percosse, spintoni ma soprattutto minacce e violenza verbale. Sono questi gli episodi con i quali spesso deve fare i conti il personale sanitario. La situazione piemontese è stata illustrata dal presidente dell’Ordine dei Medici, Guido Giustetto, nel corso della riunione della commissione Diritti e Pari opportunità, presieduta da Marina Pollicino.
I più esposti, ha sottolineato, sono gli operatori dei reparti di proto soccorso e psichiatria. Citando indagini Istat e Inail, riferiti al 2017, il 60% subiscono minacce, il 20% percosse e, nel 10%, violenza a mano armata.
Il problema non si caratterizza come fenomeno nazionale ma è diffuso a livello mondiale, riconosciuto e affrontato dall’Organizzazione Mondiale della Sanità, a partire dal 2002.
Negli Stati Uniti, tra il 2011 e il 2013 sono stati 24 mila gli episodi di violenza in ambito lavorativo, il 75% nell’ambiente sanitario.
Secondo l’Inail, sulla base delle denunce ricevute, ogni giorno avvengono 3 episodi di violenza. Nella sola Napoli, in 8 mesi si sono verificate 69 aggressioni. La stessa indagine Inail, tuttavia, sottolinea come in realtà molti episodi non vengano denunciati.
L’Ordine dei Medici, ha sottolineato Giustetto, è impegnato nel sostenere la proposta di legge che prevede il riconoscimento di pubblico ufficiale al personale sanitario perché le denunce possano essere avviate d’ufficio.
Ma come si possono prevenire episodi di violenza, fisici o verbali? Giustetto non ha dubbi. Intanto occorre diffondere un clima di “tolleranza zero” verso chi mette in atto azioni violente, incoraggiare il personale a segnalare gli episodi, assegnare responsabilità a gruppi addestrati che controllino l’attuazione dei programmi di prevenzione individuati.
L’argomento ha stimolato il dibattito. La consigliera Eleonora Artesio (Torino in Comune) si è interrogata su come il Comune possa mettersi in rete con le azioni intraprese dall’Ordine e come possa intervenire. Andrea Russi (M5S), ha sottolineato come sarebbe opportuno un confronto anche con l’Ordine degli infermieri e l’Ordine dei tecnici di radiologia e delle professioni sanitarie. Viviana Ferrero (M5S) ha evidenziato la necessità di umanizzare gli ospedali mentre Elide Tisi (PD) ribadendo come ogni violenza sia ingiustificata anche di fronte ad un’inefficienza ha segnalato la necessità di non enfatizzare episodi negativi che fanno perdere la consapevolezza di poter disporre di un sistema sanitario tra i migliori al mondo.
In conclusione, il presidente dell’Ordine dei Medici ha da un lato commentato come la formazione sanitaria italiana rappresenti un’eccellenza a livello internazionale, dall’altro ha evidenziato come manchi una formazione specifica, da attuarsi lungo tutto il corso universitario, che insegni ai medici le tecniche di relazione con pazienti e familiari.

Federico D’Agostino