i consiglieri in visita alla Casa di riposo di via San Marino

Decorazioni sul muro di una sala comune della RSA "Buon riposo"

Un palazzo di sei piani, a pochi passi dallo Stadio Olimpico, ospita una RSA, una casa di riposo per anziani. tra le sua mura possono essere accolte 144 persone,  con assistenza sanitaria e attività ricreative bilanciate sul grado di autosufficienza  delle persone.

Un momento del sopralluogo effettuato dalla commissione servizi sociali

Fondata dalla FIAT nel 1961,poi per molti anni gestita direttamente dal Comune, dal 2011 la RSA  “Buon Riposo” di via San Marino 30 è stata data in appalto, per la durata di 50 anni, alla Torino Sociale Cooperativa TSC, consorzio tra le coop Valdocco e Anteo. In città, sono in tutto 36  le RSA gestite  in convenzione per conto del Comune. La maggior parte degli ospiti della casa di riposo di via San Marino sono persone non autosufficienti, come è stato spiegato ai consiglieri e consigliere della commissione Servizi sociali, che l’hanno visitata questa mattina.  Degli ospiti, si occupano quotidianamente una settantina di operatori, infermieri, animatori culturali fisioterapisti, addetti alle pulizie. Tutta la struttura, organizzata su sei reparti, ognuno dei quali corrispondente ad un piano,  è stata oggetto di lavori di adeguamento e ristrutturazione. Gli ospiti sono alloggiati in stanze singole o doppie, ci sono poi spazi comuni per la refezione e le attività ricreative e di socializzazione.  La retta giornaliera media è di circa 77 euro, con un massimo di quasi 96 euro. In regime di convenzione, il 50% della tariffa è coperto dall’ASL e la parte rimanente dall’utente stesso ( o dal Comune in caso di disagio economico), in regime privato l’intera tariffa è a carico dell’utente.  Privati o in convenzione, hanno sottolineato i responsabili della struttura, tutti gli ospiti ricevono gli stessi servizi alla persona e usufruiscono delle stesse attività e cure. I funzionari dei Servizi sociali hanno anche ricordato che da alcuni anni il Comune sta lavorando per arrivare ad una sufficiente disponibilità di posti letto nel perimetro urbano,  allo scopo di evitare la dispersione sul territorio provinciale e regionale: un fatto quest’ultimo che spesso crea difficoltà sia alle famiglie degli utenti che agli uffici preposti al funzionamento del servizio.

Claudio Raffaelli