FARO: fondazione di umanità, generosità e concretezza

Le istituzioni devono imparare da realtà come la Fondazione Faro, capace di unire organizzazione ed etica”. Lo ha affermato la presidente del Consiglio Comunale, Maria Grazia Grippo, durante la visita all’Hospice San Vito, sulla collina torinese.

Qui, in una bella sede immersa nel verde, con incantevoli affacci sulla città e sulla catena alpina, trovano cure palliative malati terminali per patologie oncologiche o per malattie neurodegenerative, assistiti da personale sanitario specializzato e da volontari.

Umanità e generosità messa al servizio di chi ha scelto di vivere in questa sede gli ultimi giorni di vita, perché senza una famiglia o per l’impossibilità di questa nel garantire assistenza. Rivolgendosi alla platea delle operatrici e degli operatori della struttura, Grippo ha sottolineato il diritto di scegliere, per i malati, i luoghi nei quali terminare la vita. In assenza delle famiglie, ha sottolineato Grippo, deve esserci la presenza delle Istituzioni.

Maria Grazia Grippo, con i vertici della Fondazione Faro Onlus

Ricevuta dal direttore generale Luigi Stella, dal presidente Giuseppe Cravetto e dal responsabile sanitario Roberto Valle, la presidente della Sala Rossa ha evidenziato come la Faro rappresenti un esempio di cultura che si manifesta attraverso la concretezza dei fatti.

Fatti che si evidenziano tramite i numeri illustrati dai vertici della Fondazione, nata nel 1983, con l’assistenza di pazienti a domicilio, con la nascita dell’Hospice San Vito nel 2001, l’Hospice Ida Bocca, nel 2012, l’Hospice di Carignano, nel 2020 (in attesa di essere aperto) oltre a svariate iniziative di solidarietà finalizzate non solo alla cura dei malati ma anche alla ricerca. E soprattutto attraverso le azioni di centinaia di volontari.

Sottolineando come Maria Grazia Grippo sia la prima donna a guidare il Consiglio Comunale di Torino, Luigi Stella ha evidenziato l’elevata percentuale di donne occupate nella struttura, il 74%, mentre nell’ambito assistenziale, su 90 operatori, 81 sono donne.

La presidente della Sala Rossa, esprimendo soddisfazione per questo dato, anche in relazione alla sua esperienza ha osservato come oggi occorra creare le condizioni perché sempre di più le donne possano guidare i processi nei vari ambiti occupazionali.

Federico D’Agostino