Dal carcere i nuovi campioni di scacchi?

Monica Cristina Gallo, garante per i diritti private della libertà

Trascorrere l’estate in carcere è per la gran parte delle persone un momento emotivamente più pesante di altri. Sono ridotte le attività a causa delle ferie del personale di sorveglianza, le stesse famiglie sono magari lontane per una vacanza e il caldo opprimente delle celle non agevola la vita e la convivenza in questo periodo dell’anno.
Così, pur non rientrando le donazioni nella “mission” dei garanti dei diritti dei detenuti, la garante torinese, Monica Cristina Gallo, seguendo una tradizione consolidata nel nostro territorio, ha deciso, utilizzando i fondi a disposizione per la sua attività, di garantire il diritto alla socialità, in particolare proprio in questi mesi estivi, donando una cinquantina di scacchiere ai detenuti.
Accompagnata nel penitenziario torinese dal presidente del Consiglio comunale Fabio Versaci e dai dirigenti della Città, Flavio Roux e Franco Berera, la Garante ha consegnato le scacchiere questa mattina alle persone detenute nella casa circondariale “Lorusso e Cutugno”.
Gallo ha anche espresso la disponibilità ad individuare le modalità per l’organizzazione di corsi di scacchi in collaborazione con volontari ed associazioni.
L’attenzione a questo gioco è già presente in carcere, ha ricordato, sottolineando come alcune scacchiere con i personaggi in cartone siano state realizzate proprio da alcuni detenuti.
“Il gioco degli scacchi aiuta a pensare e riflettere”, ha commentato Versaci rivolgendosi alle persone che per qualche minuto hanno abbandonato le celle per recarsi nel teatro del carcere dove è avvenuta la consegna sottolineando come sia necessario

La delegazione comunale, in attesa di accedere al carcere per la consegna delle scacchiere e la visita ad alcuni reparti

comprendere gli errori fatti per ritornare a condurre una vita normale.
Al termine dell’incontro, la delegazione del Comune, accompagnata dagli ispettori della Polizia penitenziaria, si è recata in visita al reparto dei collaboratori di giustizia e al reparto femminile. Qui è stata richiesta alla Città la possibilità di ottenere arredi per locali idonei a creare ambiti di socializzazione tra le detenute.

Federico D’Agostino