Alzheimer, dodicimila i casi a Torino

Sono dodicimila i malati di Alzheimer in città

Trentamila malati di sindrome di Alzheimer in Piemonte, dodicimila dei quali nel capoluogo. Fredde cifre dietro le quali si annidano altrettanti drammi personali e familiari. Un numero che, con l’invecchiamento della popolazione (già oggi, un quarto dei torinesi hanno più di 65 anni), potrebbe aumentare in modo rilevante nei prossimi anni. Del tema si è parlato questa mattina in una seduta della IV commissione Servizi sociali, presieduta da Fabio Versaci, alla quale hanno preso parte  rappresentanti di due enti del Terzo Settore, Alzheimer Piemonte e ASVAD – Associazione solidarietà volontariato a domicilio. La riunione era stata convocata per l’approfondimento di un’interpellanza  presentata dal consigliere Silvio Magliano nei giorni scorsi, che poneva alcuni interrogativi su questo tema così delicato dal punto di vista sanitario e sociale.

Coordinare e gestire al meglio i servizi oggi offerti ai malati ed alle loro famiglie, e potenziarli ove possibile, è un’esigenza primaria, sulla quale hanno convenuto tutti gli intervenuti. In più, occorrerebbe una maggiore e più efficace informazione nei confronti delle famiglie dei malati, che talvolta non sono al corrente dei servizi di assistenza e supporto già oggi disponibili, sia da parte dei servizi sociali e della Sanità pubblica che da parte  di associazionismo e Terzo settore. Tra le questioni poste dai rappresentanti di questi ultimi nel corso della riunione odierna, l’inopportunità del fatto che l’ISEE sia preso in considerazione già nella fase iniziale dell’iter sanitario. Le liste di attesa per le RSA, ad esempio,  sono lunghe, anche due anni e più, è stato sostenuto, e le situazioni possono mutare nel frattempo. Oltre a Magliano,sono intervenute le consigliere Maria Grazia Grippo ed Eleonora Artesio, ricordando come le prestazioni sanitarie universalmente garantite (LEA), che valgono per qualunque cittadino/a,  non possano essere sostituite da eventuali “Fondi nazionali” o leggi apposite dedicati alle non autosufficienze ma sottoposi a budget limitati.

Il presidente Versaci ha infine preannunciato una riunione di ulteriore approfondimento, con assessorato e uffici, per sfociare poi in un documento d’indirizzo unitario da parte della Commissione.

Claudio Raffaelli