Abiti usati per sostenere ambiente e solidarietà

Un contenitore per la raccolta degli abiti usati

Solidarietà, economia circolare, cultura del riuso. Tre aspetti in stretta connessione che caratterizzano l’attività di Humana People to People, l’associazione internazionale che, a partire dagli anni ‘70, promuove progetti di cooperazione con alcuni Paesi africani, il cui finanziamento proviene, in buona parte, dalla vendita di oggetti riciclati ed in particolare vestiti, sottratti al ciclo dei rifiuti. I responsabili piemontesi hanno illustrato l’attività nel corso della riunione della commissione Ambiente, presieduta da Federico Mensio.
Nata in Svezia, l’associazione opera in Italia dal 1998 con la costruzione di progetti prevalentemente rivolti al Mozambico: formazione scolastica, tutela della salute, agricoltura, con l’obiettivo di creare non solo un’economia di sussistenza ma anche di generare reddito, sono i principali ambiti di intervento.
Il 90% del finanziamento avviene attraverso la selezione e la vendita di abiti usati. In Italia sono selezionati 3314 tonnellate di abiti, suddivisi in 43 categorie, il 64% dei quali è destinato al riutilizzo. Sono 562 le tonnellate di indumenti venduti negli otto negozi solidali in Italia. Due di questi a Torino mentre sono complessivamente 479 in tutta Europa. In Piemonte si è passati da una raccolta di 2421 tonnellate di abiti usati, nel 2011, alle 3843 del 2018. Dal 2015, il negozio Humana Second hand di corso Vittorio Emanuele II 41 ha venduto oltre 253 mila capi, mentre il negozio Humana Vintage di via Pietro Micca 14, dall’apertura nel 2017 ha raggiunto poco meno di 40 mila abiti venduti.
Raccolta, stoccaggio, selezione avvengono attraverso procedure rispettose dell’ambiente, a partire dai mezzi di trasporto utilizzati a basso impatto ambientale.
Grazie al bando AXTO, Humana ha realizzato il progetto di riciclo del jeans non più utilizzabile come abbigliamento, coinvolgendo 200 studenti di design del Politecnico di Torino e la sartoria sociale Il Gelso della Casa circondariale “Lorusso e Cutugno” di Torino che ha realizzato 350 paia di ciabatte e 330 presine da cucina.
Il presidente della Commissione ha sottolineato la necessità di normative nazionali a sostegno del complessivo progetto di riuso, coinvolgendo e sensibilizzando produttori e distributori del mercato dell’abbigliamento e prevedendo costi agevolati per il conferimento nel ciclo dei rifiuti dei materiali tessili non recuperabili o riciclabili.

Federico D’Agostino