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Comunicato stampa

CONTRO IL TERRORISMO: A PALAZZO CIVICO SI RICORDANO LE VITTIME DI TUNISI

La commemorazione delle vittime del tragico attentato avvenuto a Tunisi, si è svolta nel pomeriggio a Palazzo civico, nella sala Rossa, sede del Consiglio comunale.
Sono intervenuti il presidente del Consiglio comunale Giovanni Porcino, l’ambasciatore della Tunisia in Italia, Maurizio Molinari, giornalista, corrispondente de “La Stampa” e il sindaco Piero Fassino.

Di seguito gli interventi.

Giovanni Porcino, presidente del Consiglio comunale
Torino è una città che si mobilita contro il terrorismo. Le bandiere a mezz’asta sulla facciata della casa comunale, le fiaccole in piazza Palazzo di Città, la lunga coda di cittadini che hanno voluto salutare per l’ultima volta Antonella e Orazio, la folla silenziosa che ha partecipato poche ore fa ai funerali; sono tutte immagini che ci dicono che la tragedia di Tunisi ha colpito nel profondo l’anima della nostra città, ma che dimostrano anche la ferma volontà di Torino di non volersi rassegnare davanti violenza del fondamentalismo estremista.
Una città che ha conosciuto la stagione drammatica del terrorismo politico degli anni di piombo. Una città che oggi è chiamata a reagire davanti al gesto di odio cieco e disumano che ha provocato la morte di due nostri concittadini.
Oggi è il giorno del cordoglio di Torino e del suo Consiglio Comunale per le vittime dell'attentato al museo del Bardo, il giorno dell'omaggio ad Antonella Sesino e a Orazio Conte, oltre che naturalmente al novarese Francesco Caldara ed alla brianzola Giuseppina Biella: ai loro familiari vanno le più sentite e sincere condoglianze di tutte le forze politiche.
La battaglia contro il fondamentalismo, in nome della democrazia e delle libertà, avrà successo solo se i cittadini potranno rivolgere alle Amministrazioni ed ai Governi nazionali rimostranze legittime all’interno di un processo democratico compiuto e maturo, che si concretizzi attraverso la costruzione di una solida società civile.
In questo contesto giocano un ruolo fondamentale le politiche di integrazione e di lotta contro le discriminazioni xenofobe e religiose. Le discriminazioni razziali mettono a repentaglio la coesistenza delle differenze in uno stesso territorio, la pace, la sicurezza e lo sviluppo sostenibile.
Le stesse organizzazioni che, come ci ha ricordato il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, si presentano come il nuovo vero pericolo per la civiltà, la democrazia e i diritti umani, che non a caso in Tunisia hanno attaccato luoghi simbolo della democrazia e della cultura.
Rivolgo un saluto ed un augurio di pronta guarigione a Carolina Bottari e Anna Abagnale. Vorrei riconfermare con forza come di fronte a simili barbarie non possiamo che ribadire la nostra condanna, peraltro condivisa dalla Comunità tunisina e dai propri Rappresentanti.
Il terrorismo è un nemico comune: i cittadini e le istituzioni, avranno la forza, il coraggio e la responsabilità di combatterlo e di isolarlo.

Maceur Mestiri – Ambasciatore di Tunisia in Italia
Con grande tristezza esprimo le condoglianze alle famiglie delle vittime: Antonella Sesino e Orazio Conte, e un conforto va ai feriti con l’augurio di una rapida guarigione.
Il 18 marzo 2015 resterà nella memoria come la giornata nera della Tunisia che ha visto il terrorismo colpire la sua giovane democrazia, la sua cultura, la sua civiltà.
L’atto terroristico ha tolto la vita a innocenti di 5 continenti, un atto contrario alle norme di umanità, ai diritti umani e, al primo posto, al diritto alla vita.
Siamo contro questo fenomeno territoriale e internazionale che minaccia il nostro paese e tutta la regione mediterranea. Noi coltiviamo la vita il terrorismo la violenza e il caos. Non dobbiamo abbassare la testa e si deve vincere questa battaglia con tutti i paesi che ci credono.
Grazie all’Italia per la solidarietà manifestata al mio Stato, tragedia che ha colpito tutti.

Maurizio Molinari, giornaslista, corrispondente da Gerusalemme de “La Stampa”
L’attacco di Tunisi è un atto di barbarie commesso da parte di un terrorismo assassino che si nutre della violenza più orrenda per autoalimentarsi, con l’obiettivo di stravolgere le nostre società democratiche.
E’ un nemico nuovo e sanguinario. Nuovo poiché si presenta in abiti civili ma che può ugualmente colpire con ferocia ovunque perché i suoi obiettivi sono i civili, la gente comune, i passanti in una strada, i turisti in un museo, i passeggeri di un autobus.
Ed è un nemico ideologico che nasce da un virus che si chiama Jihad. Chi ne è portatore stravolge, travisa, offende e snatura l’Islam per trasformarlo in un vettore di morte di tutti coloro che non la pensano allo stesso modo.
Ma è anche un nemico contro il quale una parte importante del mondo musulmano vuole battersi. I leader politici e religiosi del vicino oriente invocano una ‘rivoluzione religiosa all’interno dell’Islam’ per estirpare il ‘cancro della Jihad’ dalla fede musulmana.
Noi per difenderci dobbiamo anzitutto ‘non avere paura’: un insegnamento che ci viene dai cittadini delle città nel mondo colpite in questi anni dagli attentati. La risposta più importante è continuare le nostre vite, non permettere ai terroristi di stravolgere i nostri valori e cambiare le nostre abitudini.
Torino, città medaglia d’oro della Resistenza, è portatrice di valori e tradizioni che ne fanno una trincea contro ogni dispotismo e totalitarismo. Sta a noi tutti, italiani per nascita o per scelta, trovare la capacità di scongiurare il contagio della paura, chiamare il nemico jihadista con il suo nome e sbarrargli la strada con la forza del diritto, del rispetto della Costituzione e della nostra personale determinazione.

Piero Fassino, sindaco
Ringrazio tutti per aver raccolto l’appello del Consiglio Comunale a intervenire a questo momento di riflessione e cordoglio sul drammatico attentato di Tunisi. Saluto in particolare il Senatore Malan in rappresentanza del Senato, l’on. Rossomando in rappresentanza della Camera dei Deputati, il Questore, il Prefetto, i rappresentanti della Magistratura, le numerose autorità militari e civili. Saluto e ringrazio l’ambasciatore di Tunisia e il Console Generale per la loro presenza, insieme ai rappresentanti della comunità tunisina.
Soprattutto vorrei esprimere gratitudine ai torinesi per il modo straordinario con cui hanno abbracciato i nostri caduti, in una grande manifestazione di solidarietà e forza comunitaria. La città ferita ha reagito nel modo migliore, dimostrando di essere una comunità fondata su valori forti, capace di unirsi nel momento del dramma e del pericolo. Torino ha risposto nel modo giusto.
In questi ultimi quindici anni, dall’attentato Torri Gemelle a oggi, c’è stata una scansione costante e continua di attacchi terroristici in città di ogni continente, con l’obiettivo di colpire chiunque e colpire ovunque.
Torino in passato ha pagato un alto prezzo di sangue a un terrorismo che sceglieva le vittime per il loro valore simbolico: magistrati, carabinieri, poliziotti, giornalisti, sindacalisti, uomini politici, dirigenti di azienda. Speravano così di isolare le loro vittime uccidendole nell’indifferenza. Non avvenne, la nostra società reagì e i terroristi furono sconfitti.
Oggi, non si scelgono le vittime per il loro valore simbolico, ma si colpisce alla cieca, cercando il massimo numero di vittime e la più devastante destabilizzazione; e colpendo ovunque, per dimostrare onnipotenza militare. Il terrorismo è diventato la principale insidia che mette a rischio la pace, la stabilità e la sicurezza nel mondo. Colpisce non solo dove ci sono i conflitti e, mosso da ideologia e interpretazione di fede fanatica, mira a distruggere qualsiasi altra identità, come dimostra la distruzione perfino del patrimonio culturale e architettonico.
Contrastare il terrorismo è responsabilità delle Istituzioni e dei Governi, ma c’è bisogno anche della mobilitazione dell’opinione pubblica. A Torino magistrati coraggiosi come Laudi e Caselli guidarono con successo la lotta al terrorismo anche perché sostenuti dalla società e dalla mobilitazione dei cittadini.

Dobbiamo reagire con strumenti democratici, muovendo le coscienze, soprattutto là dove il terrorismo fa opera di reclutamento. È particolarmente importante che nei Paesi arabi si argini la deriva fanatica del terrorismo omicida, mettendo in campo una reazione democratica. Lo abbiamo visto anche a Tunisi, con le piazze per giorni riempite da migliaia di giovani, per dimostrare che la fanatica ideologia dei terroristi non rappresenta la società tunisina. E lo abbiamo visto a Kabul con una manifestazione imponente per Farkhunda, la ragazza lapidata perché accusata di blasfemia. Ed è particolarmente importante il ruolo che possono svolgere le autorità religiose islamiche per liberare la cultura e la religione islamica dal fanatismo integralista.
Dobbiamo impegnarci quotidianamente per costruire valori di tolleranza e pluralismo. Non dobbiamo cadere nell’errore di identificare il fanatismo con l’Islam. Dobbiamo batterci perché il fanatismo non passi. E per farlo è importante favorire nuove dinamiche economiche di quelle società, affinché le condizioni di disagio e incertezza esistenziale non favoriscano il reclutamento dei terroristi tra giovani senza futuro.
Serve una politica dell’Occidente capace di sostenere chi nei Paesi islamici si batte per andare avanti, e non per tornare indietro.
Ciò vale anche nelle nostre società multietniche e multiculturali. Dobbiamo liberarci dalle paure che l’immigrazione porta con sé. A Torino ci sono 140mila persone di origine straniera, con oltre 40mila cittadini del Maghreb che vivono con noi ogni giorno e sono parte integrante della nostra comunità: con loro abbiamo il dovere di costruire una società che sappia riconoscere l’identità di ciascuno. Come hanno fatto le migliaia di torinesi che in questi giorni hanno reso omaggio a Orazio e Antonella. E come ha fatto il Paese intero, dimostrandoci una grande solidarietà.

Chi ha colpito punta a intimidirci, a dividerci, alla paura: non avverrà! Non abbiamo paura, saremo coesi e uniti e guarderemo sempre avanti, affermando i valori di libertà, democrazia, partecipazione e giustizia sociale: sono valori più forti della terribile volontà di uccidere dei terroristi.

(tdn-mq-rt-ap)


Pubblicato il 23 Marzo 2015

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