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Comunicato stampa

EX CASERMA DI VIA ASTI, ACCORDO DI PROGRAMMA PER IL RECUPERO

Anche altri due edifici militari interessati dal provvedimento

Il Consiglio comunale ha approvato oggi con 24 voti a favore e 2 contrari l’accordo di programma che definisce la variante di Piano Regolatore per consentire all’Agenzia del Demanio di mettere sul mercato tre caserme ormai dismesse da parte della Forze Armate. Si tratta, ha spiegato l’assessore all’Urbanistica Stefano Lo Russo, delle caserme” La Marmora” (la “via Asti” dove venivano torturati e fucilati i partigiani durante la Resistenza), “De Sonnaz “(via Avogadro) e “Cesare di Saluzzo”(corso Valdocco). I tre edifici, già ceduti dal Ministero della difesa all’Agenzia del Demanio, rientrano nel piano nazionale di parziale dismissione del patrimonio immobiliare di Stato.
La Variante approvata prevede che i tre edifici possano essere ristrutturati, nel rispetto delle prescrizioni della Soprintendenza ai beni architettonici, per essere destinati a residenze e attività di servizio, con parcheggi interrati e, nel caso degli stabili ex “La Marmora” ed ex “De Sonnaz”, cortili interni allestiti quali spazi pubblici.
La parte di ex caserma “La Marmora” di particolare interesse storico per i fatti legati alla Resistenza – nel perimetro sussiste ancora la lapide in ricordo dei fucilati – sarà riservata a servizi pubblici. Lo storico edificio di via Asti potrà ospitare anche residenze universitarie.
I tre stabili interessati all’operazione misurano rispettivamente 19.978 mq (“La Marmora”), 7.373 mq (“De Sonnaz”) e 4.418 mq (“Di Saluzzo”).
Il Consiglio ha anche approvato la mozione presentata da Curto (SEL) e Marrone (Fd’I-AN) che chiede l’utilizzo di risorse finanziarie, pari a quelle generate dalla valorizzazione delle caserme, per interventi di contrasto al disagio abitativo ed emergenza abitativa, oltre alla definizione di un piano di utilizzo per le altre strutture militari e all’attivazione presso Cassa Depositi e prestiti per destinare parte della caserma La Marmora per social housing e disagio abitativo.
Le votazioni sono state precedute da un dibattito: Ricca (Lega Nord) ha sottolineato l’esigenza di nuovi spazi verdi in città, reclamando una programmazione più lungimirante delle operazioni di recupero urbano. Curto (SEL) ha presentato la propria mozione ed evidenziato come si tratti di un’operazione del governo nazionale che lascia poca possibilità di intervento ai Comuni. Carretta (PD) ha dal canto suo ribadito come il provvedimento in discussione non comporti solo una “riconversione” ma anche la riqualificazione e la restituzione ai cittadini di importanti spazi urbani. Tronzano (FI) ha invece sottolineato come i criteri usati dalle Soprintendenze siano talvolta anacronistici, ricordando come interventi urbanistici di questo tipo vadano pensati come contributo allo sviluppo economico e auspicando che si consideri l’esigenza di realizzate a Torino una “cittadella dello sport”.
Bertola (M5S) ha deplorato il poco tempo lasciato alla commissione Urbanistica per esaminare il provvedimento, il quale rappresenta un’opportunità perduta perché di fatto si dà il via a nuova edilizia residenziale privata mentre ci sono migliaia di appartamenti vuoti. Marrone (Fd’I-AN) ha rimarcato come l’operazione condotta sui tre stabili confligga con l’indirizzo dato dal Consiglio comunale di usare ex edifici militari per l’emergenza abitativa, chiedendo alla Giunta garanzie sul rispetto della mozione in votazione, qualora approvata. Trombotto (SEL) ha definito positivo il ruolo delle Soprintendenze, ricordando come nel caso in discussione si trattasse di un accordo di programma che non prevede l’acquisizione degli immobili da parte della Città, che ha il solo ruolo di facilitare l’operazione con strumenti urbanistici.

C.R. - Ufficio stampa del Consiglio comunale


Pubblicato il 12 Gennaio 2015

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