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Comunicato stampa

BILANCIO PREVISIONALE 2014 DIBATTITO E REPLICA FINALE DELL'ASSESSORE PASSONI

Dopo l’illustrazione del bilancio previsionale 2014 da parte dell’assessore Gianguido Passoni il presidente del Consiglio comunale, Giovanni Porcino, ha aperto il dibattito concluso dalla replica finale dell'assessore.

Chiara Appendino – Movimento5stelle: Ancora una volta ci troviamo a esaminare ed approvare un bilancio previsionale al termine di un anno. Ciò causa il progressivo distacco tra chi governa e i cittadini.
Oggi ratifichiamo decisioni che non possiamo entrare nel merito. A ciò si aggiunge il Governo che, a pochi giorni dall’approvazione dei bilanci degli enti locali, una parte dei trasferimenti. Governo che avrebbe dovuto cambiare l’Italia e invece è un progressivo declino.
L’emergenza è diventata, purtroppo, un fattore costante e stabile. E a questo nuovo modello finanziario, istituzionale e culturale si deve dare una risposta.
Nella nostra città 1/10 dei torinesi è in uno stato di povertà assoluta, cioè vive con meno di 800 Euro al mese. C’è un grande divario sociale dove i ricchi lo sono sempre più e i poveri sempre più poveri. Dobbiamo restare accanto ai più deboli, nessuno deve restare indietro non solo per sfamarli ma facilitare il processo di interazione nella comunità.

Greco Lucchina – Nuovo Centrodestra: Si dà atto della riduzione delle spese per il personale e del progressivo ridimensionamento del debito dell’Ente. l’andamento previsto dell’indebitamento ma vorrei far rilevare l’incertezza delle entrate finanziarie.
Continuiamo ad invitare l’Amministrazione comunale a mettere in atto misure gestionali atte a prevenire la compromissione degli equilibri della situazione corrente e ad assicurare un bilanciamento strutturale tra entrate e spese.
C’è un forte grado di incertezza sulle entrate di natura tributaria, nonché sulla necessità di adeguare annualmente il fondo di svalutazione crediti in proporzione ai residui attivi risalenti ad annualità pregresse.
Per ciò che riguarda il nuovo mutuo della Cassa Depositi e prestiti, avevo già ricordato che va contro gli obiettivi programmatici con un no a nuovi indebitamenti. Così non è stato.
Quello che preoccupa è la liquidità dell’ente con il ricorso alle anticipazioni di tesoreria che dimostra il pessimo stato delle casse comunali.
I 7 milioni di Euro tagliati al Welfare, potrebbero essere depennati della Cultura o dallo Sport.

Maurizio Marrone – Fratelli d’Italia: Questo non è un documento politico. Siamo chiamati a votare un provvedimento sul quale non abbiamo possibilità di modifiche perché le varie voci sono già state spese o impegnate. Non è un bilancio previsionale e forse nemmeno un bilancio. Ci sono fondi statale che non sono usati per i servizi di competenza ai Comuni, ma sono dati in prestito. Proventi arrivano dalle varianti urbanistiche (p.es. area Ex Combi). La dismissione di ulteriori quote di Amiat dimostra che le municipalizzate sono viste come un salvadanaio. Ma il punto cruciale, concludendo, è che l’amministrazione è stata messa nell’impossibilità di governare, Consiglio comunale compreso.
Credo che lei sindaco dovrebbe, in veste di presidente Anci, opporsi a queste prese in giro e non approvare questo bilancio.

Silvio Magliano - NCD: Non vorrei solamente entrare nel merito della questione, vorrei anche affrontare il metodo. Noi chiamiamo bilancio tecnico un bilancio che di fatto è commissariato per quello che da Roma viene deciso. Come amministrazione locale, siamo costantemente ad affrontare quello che il Governo e la Regione Piemonte mettono in campo. È evidente quello che sta accadendo nel Paese: serve ripensare come rispondere alle richieste dei cittadini. Perché i Comuni sono i luoghi a cui dare una responsabilità politica forte. Chi è in difficoltà, non è in grado di arrivare fino a Roma, viene a bussare alla nostra porta.
La sfida che abbiamo davanti chiede cosa un’amministrazione vuole essere e cosa deve rappresentare. Perché stiamo dando un voto su qualcosa che è già accaduto, non più nemmeno seriamente emendabile. È la presa d’atto che la possibilità di manovra del capitano della nave è ormai ridotta a pochi gradi. Non vedo ad esempio investimenti su welfare, famiglia e scuole paritarie. Sono preoccupato dall’esternalizzazione dei servizi non come scelta politica ma per necessità economica: sussidiarietà come strumento di gestione e non come scelta ideale. E’ necessario un cambio di mentalità della pubblica amministrazione da mera stanca esecutrice dell’ordinario ad alleata di chi investe ancora in questo Paese.

Fabrizio Ricca - Lega Nord: Ho visto un film con un megadirettore venerato dai dipendenti che combinava poco e delegava tutte le problematiche di ragioneria a due personaggi: “Fantozzi e Filini”. Non voglio certo paragonarvi a loro perché vi ritengo molto superiori. Ma oggi venite trattati così: due piccoli ragionieri che devono fare quadrare i conti sempre e comunque. E quegli 80 euro dati a pochi italiani per comprare il risultato di un’elezione, dopo essere già stati ripresi con IMU, TASI e altre tasse, vengono nuovamente sottratti grazie a 175 milioni di euro di tagli. Tagli che a Torino pesano per 8 milioni. Tagli indiscriminati che rischiano di portare il Paese alla macelleria sociale. Siamo costretti a votare un bilancio ad occhi chiusi, anzi siete perché io non lo voterò, senza fare capire quali sono le esigenze della città. La cosa peggiore è che a mettervi in questa situazione è un ex sindaco che meglio dovrebbe capire quali sono i problemi di una città. Rispetto al Renzi di oggi, potremmo dare il Nobel dell’economia a Letta e considerare un luminare Monti. La situazione non può che peggiorare e allora serve lavorare e lavorare bene per permettere di cambiare questo sistema. Un sistema che uccide gli enti locali, strozzati da Roma e dal Patto di stabilità. Serve in sostanza una riforma federale che permetta alla città di mantenere e lavorare con il proprio denaro.

Alessandro Altamura - Pd: Non sarò certo io a difendere a spada tratta il Governo Renzi ma negli ultimi quattro anni abbiamo approvato bilanci ben più tardi di quest’anno.
Strumentalizzazione e demagogia sono portati avanti da chi sa perfettamente che viviamo da quattro anni in emergenza. Se poi dovessimo citare la finanza creativa, io credo che se questa città ha retto all’urto dei francesi, degli austriaci, dei tedeschi e perfino di Tremonti, può reggere anche l’urto di Padoan. E il Sindaco fa bene a sostenere una proposta di alternativa di modello di sviluppo di questa città. Modello di sviluppo che non è soltanto allo studio e nelle corde del lavoro che stanno facendo Giunta e maggioranza, anche attraverso l’impegno di Torino strategica. L’ipotesi di attrarre nuovi investimenti in questa città, di trasformarla con le risorse sempre più limitate, non è demagogia anzi, è senso di responsabilità.
Se poi volessimo aggiungere ancora due valutazioni politiche, su cui forse Passoni non si è soffermato sufficientemente, io credo che la schizofrenia legata alle scelte dei governi - tutti - rispetto alla fiscalità locale, ha radici lontane, non è questione odierna. Il fatto poi che l’Europa, di cui oggi ci lamentiamo, mantenga inalterato il livello di rigidità rispetto al Patto di stabilità del 3% e della conseguente spending review, io credo che ci metta nella condizione di avere una preoccupazione rispetto all’approccio europeo.
La vera sfida è però quella di affrontare in tempi non sospetti l’ulteriore rivoluzione che dovremo affrontare dal gennaio 2015 quando ci troveremo di fronte alla rivoluzione della contabilità degli enti locali e riscrivere completamente i bilanci e ridisegnare i meccanismi di lavoro dei singoli assessorati e dei singoli settori. Da lì nascerà la differenza fra un modello di città che vogliamo ancora sostenere e difendere e che pensa al futuro con speranza e non solo con la preoccupazione di quadrare i conti.

Giuseppe La Ganga - PD: Apprezzo il lavoro svolto dalla Giunta e all’assessore Passoni in circostanze difficili. E’ giusto rivendicare risultati come la riduzione del debito, la diminuzione della spesa per il personale e il sostanziale mantenimento dei servizi. Ma possiamo prevedere che nei prossimi anni migliori la situazione finanziaria del Paese e degli Enti locali, possiamo pensare di avere più entrate senza aumentare le imposte locali, già troppo alte?
Siamo ormai alla fine di una fase, dobbiamo ragionare in prospettiva. Oggi siamo di fronte al rischio dell’estinzione della politica, intesa come possibilità di prospettare modelli alternativi di società, sostituita da “atti obbligati”.
Io sono un uomo di cultura socialista e democratica, ma è chiaro che è finita l’illusione che le risorse pubbliche possano soddisfare i bisogni dei cittadini. Quello che dobbiamo fare è cercare di reinventare le modalità di erogazione dei servizi. Potenziare il volontariato sociale, coinvolgere i cittadini in azioni di manutenzione di scuole o giardini. Un’istituzione come le Circoscrizioni potrebbe recuperare un ruolo importante in questa gestione sociale dei servizi. Hic Rhodus, hic salta: dobbiamo affrontare ora questi problemi per poterli gestire domani.

Lucia Centillo - PD:Appare evidente come non si possa più contare soltanto sul capitale pubblico, è importante che tutti i settori della società (pubblico, terzo settore, imprese private) concorrano a costituire le politiche pubbliche per i bisogni della cittadinanza.
Il dialogo con Governo e Regione è fondamentale di fronte alla sfida di mantenere un welfare inclusivo senza incidere sulla fiscalità. I tagli alla spesa pubblica non devono essere lineari, sono d’accordo su tagli all’assistenzialismo ma senza penalizzare la copertura sociale e agendo per l’occupazione. Con altri colleghi e colleghe consiglieri/e, abbiamo presentato una mozione di accompagnamento al Bilancio che impegna l’amministrazione comunale a mantenere la priorità al comparto sociale, reintegrando da subito le risorse per i soggiorni estivi delle persone disabili e per i senza fissa dimora (“emergenza freddo”). Bene la riforma delle Circoscrizioni, ma garantendo le risorse socio-assistenziali, a cominciare dalla domiciliarità leggera. Chiedo inoltre garanzie sul futuro dei 67 lavoratori delle cooperative di manutenzione del verde che dal 1° ottobre rischiano di perdere il posto.
Spero che il fondo di riserva possa servire a garantire tutte le risorse necessarie al welfare: ma se ciò non fosse sufficiente chiedo che tutte le iniziative previste dal mese di ottobre nei vari settori, vengano sospese, con l’assegnazione al welfare delle relative risorse.

Andrea Araldi - Pd: La nostra regione è colpita gravemente dalla crisi, soprattutto nella sua struttura industriale, la Cassa integrazione in Piemonte equivale a quella del resto d’Italia. E’ una crisi che in parte dipende da una situazione internazionale complessa.
Al di là delle diverse posizioni politiche, ci accomuna la convinzione della necessità di sostituire la vecchia manifattura con nuove attività, anche industriali, con il turismo e la cultura. Ma le difficoltà del settore industriale hanno evidenti ricadute su tutto il tessuto sociale, soprattutto nella nostra area metropolitana e quindi sul nostro bilancio. Sono positive le riduzioni dell’ indebitamento e della spesa per il personale. Non applicare l’avanzo di bilancio ma mantenerlo sul fondo rischi è poi segnale di previdenza. Ancor più significativo è che il Comune sia rimasto fermo nel sostenere il welfare, Anche se domani dovremo discutere di come riformare il sistema e le modalità di erogazione dei servizi, per rendere il sistema più efficiente e poter quindi fornire maggiori servizi.

Domenica Genisio - Pd: Penso di poter fare una riflessione sul fatto che ci manchi la legittimazione democratica per votare il bilancio, e credo che possiamo affermare che il cambiamento che ci eravamo previsti sia rimasto in stand-by. Il modello di erogazione dei servizi deve essere pagato da tutti; se un soggetto ha dei beni è giusto che li lasci alla comunità che lo ha aiutato. Sicuramente l’indigenza va aiutata e sostenuta.
È necessario riorganizzare i modelli di welfare, dal momento che quelli utilizzati risalgono a 20 anni fa. Dobbiamo creare sistemi di welfare, sull’esempio dei modelli europei, che garantisca aiuti in base alle necessità reali, creando comunità. È importante che i modelli da noi creati permettano di rendere i soggetti attivi avendo come punto di riferimento la legge nazionale che prevede la collaborazione tra pubblico e privato al fine di realizzare il principio di sussidiarietà; il tutto finalizzato alla crescita della società. Io voterò questo bilancio, ribadendo la necessità di nuovi modelli consoni a quella che è la richiesta sociale attuale.

Luca Cassiani - Pd: L’emendamento da me presentato ha come oggetto il sostegno e il lavoro per i lavoratori svantaggiati. Abbiamo raggiunto l’eccellenza nazionale per quanto riguarda l’inserimento lavorativo di persone svantaggiate e disabili, il tutto anche grazie alla funzione delle cooperative. So per certo che vi è un problema di deficit di servizio, ma d’altra parte la possibilità per chi è più in difficoltà di svolgere il lavoro è un’opportunità non indifferente.
Pertanto mi rivolgo alla Giunta, chiedendo priorità sull’inserimento dei disabili nel mondo del lavoro, sottolineando quanto ciò sia di primaria importanza, ripristinando il fondo per la manutenzione del verde cittadino.

Vittorio Bertola - Movimento5Stelle: Ho sentito dire che dobbiamo prepararci a situazioni in cui non potremo più fornire certi servizi e che l’anno prossimo sarà peggiore di questo. Dovremmo allora chiederci cosa ha portato a questa situazione e perché un quinto delle entrate del bilancio serve a pagare mutui e interessi sul debito: 1 euro su 5 va alle banche! Riflettiamo sulla politica che ha caricato di debiti le casse pubbliche. Vorremmo almeno un’ammissione di responsabilità e un’analisi del rapporto tra pubblico e privato. Non vedo poi una strategia, ma una gestione fatta giorno per giorno, senza una visione a lungo termine. E intanto la città si sta disgregando… Noi lanciamo allora un piccolo segnale: restituiamo 7.000 euro assegnati al nostro Gruppo consiliare per farli confluire nella spesa per il welfare. Sarebbe bello se anche altri Gruppi facessero lo stesso…

Michele Curto - SEL: Siamo tutti d’accordo sulle cause della crisi: ora però bisogna decidere cosa fare, ripensando il modo di agire e relazionarsi ai cittadini. Quando sono nato, nel 1980, per un dollaro di economia reale, c’era un dollaro di economia finanziaria; ora il rapporto è di 1 a 8. La massa di denaro che cresce sempre di più impoverisce i produttori di economia reale, concentrando la ricchezza nelle mani di pochi e aumentando le ingiustizie sociali. Davanti a un corpo sociale che si sta lacerando dobbiamo cercare di favorire la partecipazione e la mutualità. Dobbiamo provare a riscrivere i servizi, cercando le risorse necessarie e avendo una visione chiara della città, aprendoci a nuove culture e nuove energie. Per questo proponiamo in una mozione di non nominare più nelle partecipate persone in quiescenza retributiva e di far fare un passo indietro a quelle che sono ora in carica.

Roberto Carbonero - Lega Nord: L’assessore Passoni ha fatto l’impossibile per far quadrare il bilancio, ma non basta. Noi e tanti altri torinesi vorremmo dare una mano, ma vediamo tante cose che ancora non funzionano e che non si vogliono cambiare: il 40% degli utenti non paga il biglietto del pullman, il 50% degli automobilisti non paga le multe, il Comune non ha il coraggio di vendere davvero le aziende partecipate per conservare il proprio bacino elettorale, ecc. Non vediamo cambiamenti, non c’è la volontà politica di farlo, per non scontentare gli amici e gli amici degli amici. Se non si cambia passo, questa città non uscirà mai dalla crisi!

Enzo Liardo – Nuovo Centrodestra: Se la dura situazione in cui versa Torino, sindaco, è anche frutto di scelte sbagliate, fin dagli anni ’70, nonostante abbia avuto la fortuna essere stata governata da giunte sempre dello stesso colore politico.
Sono state fatte scelte sbagliate: la vicenda della biblioteca Bellini, un progetto senza sbocco, il parcheggio di Stura, Arena Rock, la finanza creativa con i derivati, Mao, il Palafuksas e tutte le associazioni che hanno beneficiato di finanziamenti a pioggia e che non hanno prodotto nulla.
Spero si tenga conto di questi gravi sprechi che hanno condizionato e condizionano il bilancio di questa città e lo si riporti a un livello di città metropolitana.

Maurizio Trombotto – Sel: Nella presentazione del bilancio preventivo, documento fondamentale per un ente, l’assessore Passoni ha fatto bene a riportare alcuni dati del rapporto Rota, dai quali si evince che Torino è in parte una città ripiegata su se stessa. Questi dati devono diventare strumenti di lavoro e non essere lasciati in un manuale con il quale arricchire la propria biblioteca..
La città si sta polarizzando: sempre meno persone hanno la ricchezza maggiore mentre aumenta la fascia dei poveri e la crisi erode anche il ceto medio. Occorre analizzare la fiscalità locale, per poter incidere in futuro su questa forbice crescente.
Oggi potrebbe apparire inutile discutere questo bilancio: la discussione, può servire per una riflessione per la costruzione del bilancio del prossimo anno, non arrivando nell’autunno a discutere di bilancio preventivo.
Infine vorrei riflettere sull’eredità olimpica, che ha generato un’ampia esposizione debitoria, realizzando in alcuni casi opere di cui la città non aveva alcun bisogno, come la piazza Olimpica.


Assessore Passoni: In chiusura di dibattito la replica dell’assessore al Bilancio che ha rimarcato come, sia da parte della maggioranza, sia da parte delle opposizioni, sia stata percepita la difficoltà di lavorare ad un esercizio finanziario in un contesto di normative in continua evoluzione.
Passoni ha sottolineato come nel 2015 entrerà in vigore la norma sull’armonizzazione contabile che cambierà radicalmente i concetti giuridici dell’amministrare e non solo di fare i conti.
Non basterà più individuare il problema e la soluzione riferiti ad una risposta per un’emergenza colmandola col denaro, ma servirà una capacità di costruire i servizi del terzo millennio che dovranno essere gestiti in modo diverso da come è stato fatto fino ad ora. Questa è la più grande sfida della politica.
Occorre ragionare in un ambito di coprogettazione per verificare la capacità di reggere i servizi, in relazione al numero di utenti serviti, alla crescita dei bisogni, alle risorse o agli strumenti che non riguarderanno solo l’ambito pubblico ma dovranno essere allargati alla sussidiarietà orizzontale e verticale.
Ha quindi invitato il Consiglio comunale a riflettere sulla possibilità di fornire indirizzi di progettazione per il 2015 individuando nell’ambito del welfare quali obiettivi e servizi si vogliono raggiungere. Significherebbe guardare concretamente alla risposta di bisogni emergenti.
Per quanto riguarda le risposte immediate relative a risorse aggiuntive per il welfare, Passoni ha sottolineato come non sia possibile riprogrammare in tempi ristretti il bilancio.
Ha invitato quindi il Consiglio ad individuare con un atto di indirizzo le scelte.

Ufficio stampa del Consiglio comunale


Pubblicato il 29 Settembre 2014

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