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Comunicato stampa

PROGETTO DI ACCOGLIENZA IN FAMIGLIA PER TITOLARI DI PROTEZIONE INTERNAZIONALE

Un posto in famiglia invece della più tradizionale accoglienza in struttura residenziale. E’ quanto propone il progetto “Affidamento familiare a richiedenti asilo e rifugiati” a coloro che, dopo essere stati costretti a lasciare il proprio Paese d’origine, giungono nella nostra città e ottengono lo status giuridico di rifugiato titolare di protezione internazionale o un permesso umanitario.
Un modello di accoglienza già sperimentato con successo nel capoluogo piemontese nel corso degli ultimi cinque anni. Dal 2008 ad oggi, infatti, ne hanno beneficiato 143 persone e sono state 122 le famiglie coinvolte nell’iniziativa. Per il 2014 - come definito in una delibera presentata dal vicesindaco Elide Tisi e approvata questa mattina dell’esecutivo di Palazzo civico - saranno stanziati 90mila euro messi a disposizione dal Ministero dell’Interno, che consentiranno l’affido in famiglia di almeno venti profughi.
Come vengono individuate le famiglie disponibili a prendere un immigrato in affidamento? Ci pensa una onlus con esperienza in tema di accoglienza dei rifugiati, svolgendo attività di sensibilizzazione e promozione del progetto, di ricerca delle famiglie, di monitoraggio degli affidamenti e occupandosi inoltre di mediazione nei rapporti tra affidatari e affidati.
“Dopo un periodo di sperimentazione che ha dato risultati più che positivi – sottolinea il vicesindaco Elide Tisi – abbiamo deciso non solo di confermare, ma di proporre d’ora in poi in forma ordinaria il progetto di affidamento in famiglia di stranieri richiedenti asilo e titolari di protezione internazionale o umanitaria, che necessitano di sostegno per concludere positivamente il loro processo di inclusione sociale”. (mge)





Pubblicato il 22 Luglio 2014

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