Città di Torino > Ufficio Stampa > Comunicati stampa 2014 > GIUGNO

Comunicato stampa

APPROVATO IL REGOLAMENTO DI DISCIPLINA DELLA “TASI” - Una mozione appello al Governo per una moratoria per i ritardatari

Il Consiglio comunale ha approvato nel pomeriggio odierno il regolamento di disciplina della “Tasi” con 24 voti favorevoli, sei contrari ed una astensione.
Dopo il dibattito e molte votazioni, il voto finale.
Introducendo il dibattito l’Assessore al Bilancio e ai Tributi, Gianguido Passoni, ha ricordato che non era nella potestà dell’Amministrazione concedere una dilazione della scadenza di pagamento del tributo ed ha richiamato la Legge 23 dicembre 2000, n. 388, e la Legge 28 dicembre 2001, n. 448: "il termine per deliberare le aliquote e le tariffe dei tributi locali, (...) nonché per approvare i regolamenti relativi alle entrate degli enti locali, è stabilito entro la data fissata da norme statali per la deliberazione del bilancio di previsione. I regolamenti sulle entrate, anche se approvati successivamente all'inizio dell'esercizio purché entro il termine di cui sopra, hanno effetto dal 1 gennaio dell'anno di riferimento".
Il regolamento approvato oggi assume quanto già deliberato nei mesi scorsi e noto ai cittadini sulla base imponibile, le aliquote, gli immobili soggetti o non soggetti al tributo e i termini per il pagamento, e regola il regime di esenzioni, agevolazioni, detrazioni, accertamenti e riscossioni forzate.
Inoltre all’articolo 19 prevede il rimborso della quota Tasi versata in eccesso, qualora sia dimostrato che il contribuente abbia versato per lo stesso immobile, a parità di condizioni (composizione del nucleo famigliare, superfici e classificazione dell’immobile ecc.) un importo maggiore rispetto all’Imu versata nel 2012.

Il dibattito:

Chiara Appendino – Movimento 5 stelle: Una ricerca Demos del 2013 paragona le risposte dei cittadini ad una stessa domanda fatta nel 2005 e riproposta nel 2013. Alla domanda se lo Stato dovesse ridurre le tasse o migliorare i servizi nel 2005 si rispondeva che era necessario un miglior equilibrio tra tassazione e servizi. La risposta del 2013 è molto diversa: i cittadini chiedono la riduzione delle tasse. Questo significa che non ce la fanno più mostrando la loro totale sfiducia nei confronti dello Stato. Il fisco però è il primo gradino della democrazia stessa. Spetta quindi al Comune, l’ente più vicino al cittadino, garantire la massima trasparenza ed efficienza nella spesa per creare un rapporto di fiducia.

Vittorio Bertola – Movimento 5 stelle: Dobbiamo ringraziare il Sindaco se oggi a Torino si paga la Tasi e a Milano o a roma si pagherà tra sei mesi: una strana forma di efficienza sabauda, ma l’Anci doveva garantire equità. Ormai lo Stato ha un approccio feudale alla fiscalità, quando ha bisogno di soldi si inventa una tassa e ne esige il rapido pagamento. Questa assenza di pianificazione dà il senso della dissoluzione dello Stato

Enzo Liardo – Nuovo Centrodestra: Vorrei sottolineare che pagando più tasse i servizi dovrebbero migliorare, ma non è così. Basta guardare la riduzione dei mezzi pubblici, le privatizzazioni degli asili, le strade in pessimo stato o i servizi sociali che non danno risposte.
Le circoscrizioni che hanno ricevuto contributi, dandoli a pioggia senza che poi producessero nulla; questa è la realtà torinese. Il Comune non accetta che la scadenza sia posticipata, così come richiesto dalla minoranza. La conseguenza è che le tasse hanno messo in ginocchio commercianti, ambulanti per poi dare servizi ai cittadini vicini allo zero.

Andrea Tronzano – Forza Italia: Tre sindaci, Renzi, Delrio e Fassino stanno incidendo negativamente sui cittadini con questa tassa. Hanno partorito una patrimoniale, la Tasi, basata sulla rendita catastale. I tre non hanno voluto comprendere che gli italiani non ce la fanno più, e considerano nuovamente la casa come reddito.
Noi diciamo che il lavoro e le imprese sono ipertassate, e ora mettiamo una tassa sui nostri padri che avevano acquistato una casa per la propria famiglia e i cui figli sono disoccupati.
Ultimo dato, chiediamo che (come chiesto nell’emendamento) arrivi un fac-simile del modulo F24 ai cittadini che gli permetta di avere una base di calcolo certa.

Fabrizio Ricca (Lega Nord): Aver accelerato il pagamento della TASI a Torino ha fatto sì che ci fossero due pesi e due misure tra i cittadini. Il calcolo della tassa si rivela complesso e il governo si conferma pasticcione.
Occorrerebbero una proroga e tempistiche gestibili nonché omogenee per gli Enti locali. Varie categorie sono critiche verso il metodo seguito, i commercialisti hanno chiesto una proroga, i sindacati confederali hanno denunciato la congestione dei CAF e chiesto di non adottare sanzioni per i ritardatari, così come deciso da varie città italiane. Una richiesta condivisa anche da Confartigianato, che ha denunciato la pressione fiscale insostenibile e le difficoltà di pagamento. Intanto, i torinesi tagliano i loro acquisti, anche di alimentari. La TASI si conferma più gravosa dell’IMU e in più si divide il Paese: e a proposito di area Metropolitana, che dire sul fatto che Torino ha scadenze di pagamento diverse da quelle, ad esempio, di Nichelino?

Maurizio Marrone (Fratelli d’Italia-AN): Dopo i famosi “ottanta euro” del governo Renzi – misura che ha concorso in maniera decisiva al successo elettorale del PD – i soldi vengono ripresi ai cittadini con la TASI: un’IMU reintrodotta, che non contempla neppure le esenzioni che erano previste da quest’ultima La TASI racchiude tutte le ingiustizie che una tassa può rappresentare. Le difficoltà imposte ai cittadini nel calcolare gli importi dovuti porteranno molti di essi a una morosità incolpevole, con l’Amministrazione comunale che non pare intenzionata a rinunciare a sanzionare i ritardi. Ancora una volta si colpisce la casa, bene primario delle famiglie – che sono l’ossatura della nostra società – in più nella nostra città i contribuenti devono pagare subito e non in autunno come in altri Comuni. Si vuole ripristinare la liquidità delle casse comunali anticipando le imposte, non si dica che è colpa del governo.

Angelo D’Amico (Forza Italia): Abbiamo voluto avanzare proposte costruttive, non ostruzionistiche, ma i nostri emendamenti hanno ricevuto pareri tecnici sfavorevoli richiamatisi alla normativa nazionali. Eppure, i margini di manovra c’erano, si potevano stabilire alcune esenzioni riguardanti case nuove invendute o alloggi ERP adottando l’”aliquota zero”. Sarebbe necessaria una moratoria, a fronte delle code dei cittadini di fronte ai CAF. Vorrei inoltre ricordare che è stato un premier non eletto dai cittadini, a introdurre questa nuova gabella. Ha vinto il partito delle tasse: e l’Italia è il secondo Paese dell’Unione Europea per pressione fiscale.

Alessandro Altamura (Pd): E’ bene definire in modo chiaro alcuni punti. C’è una vera e propria schizofrenia nella gestione ‘politica ‘della fiscalità locale. Una parte dei Comuni hanno confermato la scadenza di pagamento della Tasi, mentre altri hanno rinviato la scadenza stessa a ottobre. Purtroppo negli ultimi cinque anni i tagli agli enti locali (16 miliardi!) hanno martirizzato sia i Comuni che i cittadini, visto che la fiscalità locale copre solo il 50 per cento dei tagli.
E’ auspicabile una moratoria con un decreto del Governo sulle sanzioni per i ritardati pagamenti della Tasi. Credo sia una buona idea. Mi auguro, allo stesso tempo, che si avvii con l’assessore Passoni una discussione per l’abbassamento delle aliquote sulla tassazione della prima casa per l’anno venturo.

Roberto Carbonero (Lega Nord): Comincio ad avere dei timori per quanto sta accadendo. Sarebbe stato nell’ordine delle cose il rinvio del pagamento della Tasi, ma questa amministrazione sa soltanto dire di no anche quando dovrebbe intervenire in prima persona per salvaguardare i cittadini.
La vera questione è che si sta pagando la cattiva gestione di questa amministrazione comunale che ha portato i conti della città a uno stato di dissesto finanziario.


La replica di Gianguido Passoni: C’è una difficoltà generale del Paese a rispondere all’emergenza, a gestire i conti, difficoltà di salvaguardare strutturalmente situazioni che riguardano la complessità e il senso di responsabilità di tutti e non soltanto di qualcuno.
In merito alla TASI, vorrei ricordare che si paga solo sulla prima casa, per cui commercianti e artigiani avranno anche una casa, ma questa tassa non colpisce le loro attività produttive ed economiche in quanto tali, perché stiamo parlando della capacità contributiva delle famiglie che hanno immobili.
Continuo a non capire il senso della protesta di oggi, se non nell’ottica di esacerbare il dibattito politico in quest’aula. Premesso che tutti vorremmo avere un sistema fiscale che anno per anno non deve rimettersi completamente in discussione e quindi abitua le persone, le famiglie, le aziende ad una procedura ripetitiva e consolidata e quindi pianificabile, mi sfugge però la differenza che potrebbe fare il semplice rinvio del pagamento. Io ricevo, al contrario, continue sollecitazioni da sindacati e associazioni di categoria che ci chiedono esattamente il contrario: non concentrare i pagamenti a fine anno - e solo per il gusto di rinviarli - ma al contrario ci chiedono di rateizzare, di mensilizzare le imposte per evitare un carico fiscale concentrato e più difficilmente affrontabile. Quale sarebbe il vantaggio per un artigiano o un commerciante che hanno una prima casa, di pagare la TASI ad ottobre, gli acconti fiscali a novembre e di pagare la seconda rata della TASI a dicembre? Il vero problema è che nessuno oggi, in quest’aula, ha la soluzione sul tema del carico fiscale complessivo e si affronta il tema continuando con temi dilatori differendo il tema a tempi migliori. Quando ci ritrova a dover pagare l’insieme delle tasse a fine anno, i consumi non migliorano, anzi peggiorano come ha dimostrato l’anno scorso il pagamento differito a gennaio della mini IMU: la gente lo sapeva è per questo ha contratto la spesa, non ha consumato la tredicesima.
Infine, il problema vero da affrontare riguarda il carico fiscale complessivo sul cittadino. C’è troppa pressione fiscale nel nostro Paese, è vero, ma il tema non deve essere affrontato con superficialità. Ben volentieri mi rendo disponibile ad affrontare un dibattito in Consiglio sulla pressione fiscale in senso lato sulla città che è oggettivamente più leggera oggi rispetto al 2012. Il confronto fra la vecchia IMU e la TASI porta al vantaggio di un minore carico fiscale. Non è ancora sufficiente? Allora sosteniamo tutti insieme la battaglia dell’ANCI di rimettere a carico della compensazione nazionale le detrazioni ed alcune agevolazioni che diminuiscano ancora la pressione fiscale.

Il Sindaco, Piero Fassino, ha detto che “è un luogo comune infondato affermare che i Sindaci risolvono i problemi aumentando le tasse”. Fassino ha spiegato che a fronte di tagli alle amministrazioni locali pari a 16 miliardi di euro negli ultimi cinque anni, l’incremento di fiscalità locale fiscalità locale pesa solo per 8 miliardi di euro, il che dimostrerebbe come i comuni, di ogni colore politico, si siano impegnati a non riversare sui cittadini l’intera riduzione dei trasferimenti.
In secondo luogo Fassino ha ribadito che “la comparazione con l’Imu 2013 è falsa, perché era un anno in cui il tributo non era a regime. Bisogna farla, invece, con L’Imu 2012”.
Nel 2012, ha ricordato il Sindaco, l’Imu sulla prima casa aveva un’aliquota minima del 4 per mille, ch ein tutte le grandi città era assestata tra il 5 e il 6 per mille.
L’aliquota della prima casa della Tasi è del 2,5 per mille e può al massimo raggiungere il 3,3 per mille, segnando una differenza media di due punti in meno rispetto al 2012.

Una mozione di accompagnamento concordata tra maggioranza e opposizione e approvata con 28 voti favorevoli uno contrario e tre astensioni, rivolge un appello al governo per una moratoria sino al 30 giugno sull’applicazione delle sanzioni ai ritardatari. La mozione recita “ nel momento in cui il Ministero delle finanze lo consenta alle amministrazioni comunali con apposito provvedimento normativo a non applicare sanzioni ed interessi di mora per mancati o ritardati pagamenti Tasi entro il 30 giugno”.




Pubblicato il 16 Giugno 2014

Stampa questa pagina

Condividi

Torna indietro