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Comunicato stampa

SERVIZIO MENSE SCOLASTICHE, DIBATTITO IN AULA

Un ampio e articolato dibattito ha caratterizzato il pomeriggio in Sala Rossa. Dopo le comunicazioni dell’assessore ai Servizi Educativi, Maria Grazia Pellerino, sull’andamento del servizio mense scolastiche sono intervenuti molti Consiglieri comunali.

Per primo, Angelo D’Amico (Progett’Azione): Ringrazio l’assessore per le risposte. Nella mia richiesta di comunicazioni non c’era vena polemica, ma c’era la necessità di capire cosa stava accadendo, visto il gran numero di lamentele dei genitori. Capisco che all’inizio dell’anno scolastico possano esserci disservizi, ma è chiaro che servono azioni precise dell’Amministrazione per fare rientrare tutto nella normalità. Spero che ciò avverrà presto: comunque manterremo alta la guardia. Credo poi sia opportuno per il futuro prevedere tre bandi, e non più uno solo, per garantire servizi migliori. Infine, mi auguro che il cibo rifiutato nei giorni scorsi sia stato dato ai cittadini meno abbienti.

Ferdinando Berthier (Torino Libera): Anche se alcuni problemi nella gestione delle mense scolastiche possono essere fisiologici, credo che si debba capire se le società che ora gestiscono il servizio abbiano davvero i requisiti per distribuire un numero di pasti così elevato. Trovo poi molto alto il costo dei singoli pasti. Non sono quindi contento delle risposte date dall’assessore: manterremo alta l’attenzione sulla qualità del servizio. Intanto, chiediamo scusa ai genitori per i disservizi causati.

Andrea Tronzano – Pdl: Lei ha ragione quando dice che le responsabilità devono essere tutte assunte dalla politica e allora dobbiamo essere inflessibili nell’individuarle. Per questo vorrei che venisse qui tra un mese a dire cosa non ha funzionato. In tempi di crisi soprattutto, il comune deve considerare anche i costi indotti, per esempio quelli di una famiglia obbligata anche a pagare una baby sitter. Sono felice dello sconto del 10% ottenuto con questo appalto perché da 20 anni vincevano sempre i soliti e gli sconti erano dello 0,9 %. Vorrei però la certezza che i 16 milioni risparmiati dal prossimo anno servano per ridurre le tariffe.
Un dubbio: circa 30 o 40 milioni di pasti in tre anni per una spesa di 100 milioni circa mi danno un costo a pasto di circa 4 euro: perché un pasto viene messo dal Comune a 7 euro?
In quello scarto di costi c’è probabilmente dell’altro lavoro da fare.
Infine, i lotti aggiudicati a Camsa sono forse troppi e la ditta non è riuscita a fare gli investimenti necessari: perché laddove il servizio no è all’altezza non si mettono in gioco i secondi arrivati nella gara?

Maurizio Marrone – FdI: Questo dibattito arriva in ritardo e non a causa della Giunta ma di un Consiglio: se non fosse stato per il nostro ostruzionismo staremmo parlando di una delibera già approvata.
Non solo tariffe, serve una discussione politica sull’obbligatorietà del servizio considerata come un dogma, difeso anche in nome della sua valenza educativa, senza considerare che nelle scuole che non forniscono il servizio mensa perché hanno orari diversi il problema educativo non si pone. Bisogna rendere facoltativa la mensa per i bambini o almeno, per iniziare, introdurre modalità di pagamento basate su quanto effettivamente consumato.

Chiara Appendino – M5 stelle: A differenza di quelli letti da lei, Assessora, i commenti che io ho letto su Facebook, sono tutt’altro che rassicuranti. Solo una settimana fa lei assicurava che tutto andava benissimo, ora non ci crediamo più.
Lei ha fatto in questi due anni errori gravi. Citando le parole del capogruppo del suo partito, il consigliere Curto “da qui in avanti non in mio nome” mi rivolgo a Curto e chiedo se questo possa essere fatto in nome vostro.
Sono contenta del fatto che stiamo per esprimerci con voto palese sulla delibera e sulla mozione di sfiducia all’assessora Pellerino: così sapremo in nome di chi verrà votato l’aumento delle tariffe e si continuerà così. Io invece auspico che si metterà la parola fine.

Michele Curto (Sel): Oggi è importante parlare del servizio mensa. Condivido una buona parte dei principi ispiratori del bando, della filiera corta, del tentativo di alzare il livello qualitativo, di provare il cambiamento degli stili di vita, anche da un punto di vista ecologico. Non mi è chiaro se lo strumento sia adeguato. Nel nostro impegno politico avevamo deciso un freno per gli appalti al massimo ribasso, ma il bando si è fatto drammaticamente sulla parte economica, quindi di fatto al massimo ribasso. Ed è necessario, quindi, Mi sta a cuore il tema dei lavoratori, e vorrei, quindi, che ci sia una premialità per chi offre maggiori tutele per i lavoratori. Non è accettabile che 108 lavoratori della preparazione pasti siano rimasti a casa.

Lucia Centillo (PD): Prendiamo atto delle scuse dell’assessora che devono essere collegate a risposte precise e individuali fornite ai cittadini che hanno fatto le segnalazioni. La mensa per i bambini non significa solo consumare un pasto. La Città si è sempre distinta per la qualità dei pasti. Non siamo all’anno zero per la filiera corta. No ai bambini che possano tornare a casa non avendo la possibilità di pagare il pasto, perché il tempo pieno rappresenta un percorso educativo importante. E’ fondamentale la clausola sociale che consenta di non lasciare a casa i lavoratori, a tutela dei lavoratori stessi ma anche a tutela della continuità del servizio. Abbiamo cercato di intervenire perché le tariffe previste dalla prima delibera fossero trasformate in modo più equo. Si intervenga, dove possibile, anche sul costo unitario del pasto in modo da ridurre la spesa per le famiglie.

Luca Cassiani (PD): la delibera così emendata è migliore di come era stata presentata. La maggioranza ha il merito di aver svolto un lavoro in coerenza con i principi del nostro programma e della nostra azione politica, guardando alla situazione delle famiglie che hanno di meno, cercando di non aumentare troppo le tariffe sui ceti meno abbienti e cercando di concentrare l’attenzione su quelle che hanno di più.
Sul massimo ribasso credo che tutta la maggioranza voglia prendere indicazione seria: dobbiamo guardare ai nostri servizi e ai lavoratori prima ancora che alla questione esclusivamente economica. Con gare di questo genere si corrono rischi gravissimi per i lavoratori e per i servizi che eroghiamo.

Laura Onofri (Pd): Il tema dei laboratori non mi convince, così come già richiamato da altri consiglieri. Non prevedere nel bando le clausole non dà solo il risultato di non dare il lavoro a chi già precedentemente occupato ma permette all’azienda non prevedere il contratto collettivo che significa il 30% in meno sul salario. Un altro punto che non mi convince è la clausola sia stata inserita e prevista solo per alcuni lavoratori (i cosiddetti impiattatori) e non per altri (gli addetti ai centri di cottura).
Torino deve confrontarsi e anche interrogarsi in modo ampio, anche in commissione.

Marco Grimaldi (Sel): Dobbiamo ringraziare tutti i cittadini che ci hanno scritto e a loro chiedere scusa per le disfunzioni e ritardi. Non dobbiamo minimizzare nè tanto meno drammatizzare. Finchè ci saranno segnalazioni noi continueremo a fare sopralluoghi e “audit”.
Apprezziamo la filiera corta, la riduzione impronta ambientale, il borsellino elettronico, vorrei però che questi bandi siano valutabili.
Dobbiamo raggiungere livelli qualitativi alti e non arrivare a settembre delle tariffe; l’obiettivo è di evitare ulteriori aumenti per le fasce Isee più basse.

Silvio Viale (PD): La discussione non finirà oggi: andremo avanti all’infinito. Anche perché siamo di fronte a singole proteste che vengono fuori di volta in volta, a seconda della convenienza individuale o politica, spesso fatte da persone male informate. Non si può poi pensare che le mense scolastiche siano l’unico luogo dove fare cultura alimentare. Serve però massima trasparenza sui dati, per capire quante famiglie appartengono alla varie fasce e usufruiscono degli sconti sul servizio mensa, per un maggiore equilibrio.

Fabrizio Ricca (Lega Nord): La maggioranza ha poche idee e molto confuse, soprattutto all’interno di SEL. È però ormai palese la mancanza di fiducia nei confronti dell’assessore Pellerino. Se anche non venisse votata la sfiducia, le sue delibere continueranno sempre a creare problemi: farebbe bene a dimettersi ora, anche perché pare che SEL si asterrà sulla delibera del servizio mensa. Bisogna poi stare attenti agli aumenti: non tutti potranno permetterseli. Infine, vorrei sapere se l’assessore Pellerino – che promuove tanto la filiera corta – ha ancora incarichi in Coldiretti.

Ha concluso il dibattito il sindaco Piero Fassino. Per questa amministrazione, l’infanzia e i servizi ad essa legati sono sempre stati una priorità: Torino è una delle città italiane che più dedica attenzioni e risorse a questo importante comparto. C’è un continuo sforzo da parte nostra, e invece si rappresenta in modo deforme l’attività del Comune. Come nella discussione di oggi sul servizio delle mense o nei mesi scorsi sugli affidamenti esterni di nove asili nido.
Mi fa piacere ricordare che a metà ottobre sarà inaugurato un nuovo nido, e un secondo sarà realizzato nell’area ex Incet. Abbiamo esteso l’apertura delle ludoteche anche al mattino e sono state realizzate iniziative innovative come il cosiddetto borsellino elettronico (per facilitare il pagamento alle famiglie con minori costi) e attuatala prenotazione digitale dei pasti.
Si è avviata con l’apertura dell’anno scolastico una nuova modalità del servizio. E, come sempre capita con l’attivazione di un nuovo sistema, ci sono state alcune disfunzioni che abbiamo riconosciuto. Ma ritratta di fenomeni circostanziati ad alcuni casi: le segnalazioni riguardano ventuno casi su 380 scuole.
Infine la questione dell’aumento delle tariffe. Anche in questo caso è stata data un eccessiva enfasi ad adeguamenti minimi fatti ai costi delle iscrizioni e del servizio ristorazione. E’ sufficiente scorrere le nuove tariffe per verificarlo, si tratta di aumenti di pochi euro al mese.


Pubblicato il 30 Settembre 2013

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