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Comunicato stampa

VIETTI: “LA CORRUZIONE COSTA ALL’ITALIA 60 MILIARDI DI EURO ALL’ANNO”. Il vicepresidente CSM interviene a Palazzo Civico al convegno su mafie, corruzione e ruolo delle Istituzioni

“Funziona meglio una società senza corruzione, anche per ragioni di carattere economico. Combattere la corruzione è un dovere di moralità e equità, ma anche conviene”.

Ha esordito così il vicepresidente del Consiglio Superiore della Magistratura on. Michele Vietti, nella relazione che ha tenuto oggi a Palazzo Civico nel convegno “I costi della corruzione e delle mafie. Il ruolo delle Istituzioni e le nuove normative”.

L’incontro è stato organizzato da Comune di Torino e Provincia di Torino in collaborazione con le associazioni Avviso Pubblico, Arci e Libera, in occasione della tappa in Piemonte della Carovana internazionale antimafie, per approfondire i contenuti della Legge 190/2012 “Disposizioni per la prevenzione e la repressione della corruzione e dell’illegalità nella Pubblica Amministrazione”.

In merito alla Legge 190, Vietti ha spiegato che “la Legge proposta dal Ministro Severino è un buon inizio, con margini di miglioramento. Va però nella direzione sollecitata a livello europeo e internazionale”. L’Italia, infatti, è ancora molto indietro per quanto riguarda i provvedimenti anticorruzione: “Siamo al 72esimo posto nel mondo – ha dichiarato il vicepresidente del CSM – e al fondo della classifica europea, insieme a Grecia e Bulgaria”. “Occorre intervenire – ha ribadito – anche perché, secondo la Corte dei Conti, la corruzione costa all’Italia 60 miliardi di euro ogni anno. È un danno economico, perché viola le regole del libero mercato e della concorrenza e danneggia la competitività e la crescita complessiva del Paese. Non è solo un problema tra corrotto e corruttore: è un problema di tutti”.

Per la Provincia di Torino, è intervenuto il presidente Antonio Saitta: “Le Istituzioni – ha dichiarato – devono ritrovare sempre di più un grande senso etico. È un dovere far crescere la cultura della legalità nel nostro Paese. In Piemonte, per testimoniare l’impegno concreto nella lotta alle mafie, sollecitati anche dall’opinione pubblica e dalla Procura, le Amministrazioni si sono costituite parte civile nel processo Minotauro”.

Per la Città di Torino è intervenuta l’assessore all’Istruzione Mariagrazia Pellerino: “Dobbiamo contrastare la corruzione se vogliamo continuare a tenere viva la nostra democrazia. La corruzione ha deturpato l’immagine delle Istituzioni repubblicane. L’amministrazione torinese è da anni impegnata nella lotta alle mafie e alla corruzione. Ora stiamo approvando un piano comunale per la lotta alla corruzione, mentre continuano nelle scuole i percorsi di educazione alla cittadinanza e alla legalità, senza dimenticare la recente istituzione della Commissione Speciale Legalità, che svolge un lavoro fondamentale per mettere in rete le buone pratiche”.

“Auspichiamo che la politica sia più rigorosa – ha affermato Andrea Campinoti, presidente Avviso Pubblico – sia nelle candidature che nella designazione dei propri rappresentanti, per dare fiducia ai cittadini. Se siamo qui oggi, è anche per dare un messaggio: la buona e bella politica è possibile”.

Al convegno, hanno partecipato, tra gli altri: Sergio Bisacca presidente Consiglio Provinciale di Torino, Roberto Tricarico presidente Commissione Speciale Legalità Comune di Torino, Gian Carlo Caselli procuratore Capo presso la Procura della Repubblica di Torino, Luciano Panzani presidente Tribunale di Torino, parlamentari piemontesi, sindaci e amministratori locali, autorità civili e militari, rappresentanti del mondo dell’associazionismo.

(M.Q.) - Ufficio stampa Consiglio Comunale


Pubblicato il 6 Maggio 2013

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