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Comunicato stampa

CINEMA, CIBO & INTERCULTURA

Martedì 19 marzo, alle ore 18 la sala conferenze “Giovani di Utoya” del Centro Interculturale della Città di Torino, corso Taranto 160 ospiterà un incontro, con proiezioni a ingresso libero, dedicato al cibo come forma di scambio tra le differenti culture e organizzato dalle Associazioni Museo Nazionale del Cinema, Riccardo Braghin, Torcigatti in collaborazione con la 1911 Lokomotif Orchestra e l'Associazione Sostegno Armonico. Durante la serata saranno proiettati alcuni video e documentari realizzati dai partecipanti alla prima edizione di ‘Lavori in corto’, concorso cinematografico su tematiche interculturali e cibo (dai colori delle bancarelle di Porta Palazzo ai sapori intensi di ristoranti etnici e non), promosso dall'Associazione Museo Nazionale del Cinema (AMNC) e dall'Associazione Riccardo Braghin. Saranno proiettati quattro cortometraggi: Tajarin di Stefano Darchino e Giacomo Piumatti (cortometraggio vincitore), Torino multietnica Shall save the human race – Allen Ginsberg di Ambra Zambernardi, Kaffé Kirkuk e Io mi chiamo Fuad, questi due entrambi di Laura Spina e Francesco Paini. A parlare di cinema, cibo e intercultura insieme a Valentina D'Amelio (coordinatrice del concorso Lavori in corto), Vittorio Sclaverani (Presidente AMNC) Ambra Zambernardi (regista e antropologa), Daniela Trebbi e Dario Benedetto (ideatori del progetto Gastronautiche dell'Associazione Torcigatti) ci saranno gli autori dei cortometraggi Stefano Darchino, Giacomo Piumatti, Laura Spina e Francesco Paini.

FILM IN PROGRAMMA:

Tajarin (2012, 9’) di Stefano Darchino e Giacomo Piumatti:
Domenico viene assunto in un ristorante tipico piemontese il cui piatto forte sono i tajarin. Scoprirà ben presto di essere l’unico italiano a lavorare in cucina. Tenterà di farsi accettare dalla micro-comunità di romeni in una situazione che pare un’integrazione al contrario...

Torino multietnica Shall save the human race – Allen Ginsberg (2010, 7') di Ambra Zambernardi:
le bancarelle di Porta Palazzo e il Balôn di Borgo Dora a Torino creano il più grande mercato all’aperto d’Europa. San Salvario, invece, è il fulcro delle attività imprenditoriali delle comunità immigrate. Con i volti, le citazioni e le attività ordinarie di chi vive quotidianamente la zona, si vede il mercato (abusivo e non) come primo e più importante canale d’inserimento nel mondo del lavoro dei nuovi e vecchi abitanti. Il lavoro emerge come il più nobile veicolo di inclusione sociale, in grado di aggirare lo ‘sportello informativo per l’immigrazione’ e i canali istituzionali dedicati ai migranti, grazie alle innumerevoli risorse dell’ ‘internet dei poveri’, contribuendo a sfumare il confine fra legalità e illegalità, fra autoctoni e stranieri, fra residenti e passanti, fra qui e altrove, perché "a Torino ognuno ha il suo pezzo di terra". Le citazioni raccolte sono in lingua originale. Il titolo è un omaggio al poeta Allen Ginsberg.

Io mi chiamo Fuad (2011, 7’) di Laura Spina e Francesco Paini:
Fuad prepara da mangiare per centinaia di torinesi. É nato a Kirkuk, nel Kurdistan iracheno, e ha passato gli ultimi trent’anni in Italia. Il documentario testimonia la tenacia di un uomo che ha portato avanti un progetto scommettendo sulle proprie idee.

Kaffé Kirkuk (2012, 7') di Laura Spina e Francesco Paini:
i clienti del ristorante curdo del centro di Torino si godono la pausa pranzo. Tra cucina, bar e sale, si incontrano - per servirli - Italia, Kurdistan Iracheno e Romania, Il tutto nel passaggio di vassoi e la presa di un’ordinazione, in una danza all’ultima cucchiaiata. (lc)


Pubblicato il 11 Marzo 2013

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