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Comunicato stampa

VENDITA QUOTE AMIAT E TRM, L’INTERVENTO DI SINDACO E CONSIGLIERI COMUNALI

Dopo l’intervento del vicesindaco Tom Dealessandri sulla delibera sulla vendita di quote Amiat e Trm e sul contratto di servizio Amiat, hanno preso la parola i consiglieri comunali:

Roberto Carbonero (Lega Nord): La maggioranza ha i numeri per decidere. Tuttavia, invito il sindaco a riflettere su come trovare il modo di porre le basi per il possibile recupero, in un futuro più favorevole, delle quote societarie che ci si appresta a vendere. Dovremmo fare in modo che la Città metta a frutto ciò che essa stessa ha realizzato, come appunto TRM. Anche perché non si potrà vendere all’infinito: dopo un po’ non resta nulla da vendere.

Fabrizio Ricca (Lega Nord): Noi voteremo no a questa delibera, abbiamo presentato 17 emendamenti di merito per apportare migliorie. Vendere il patrimonio per pagare i debiti è grave ed è sintomo di pessima amministrazione comunale.
Va bene vendere il patrimonio che non possiamo più mantenere, ma non si deve vendere tutto. Pensiamo a GTT, ad Amiat che ha un bilancio che viene costantemente aggiustato dal Comune, con incarichi di consulenze dati all’interno della dirigenza.
Regalare TRM ad un privato che gestisce i rifiuti, senza poter dire niente in merito con un misero 20% di quote, è inaccettabile. La nostra mozione chiede che le tariffe siano calmierate su base Istat per tutta la durata del servizio: l’azienda aggiudicataria guadagnerà anche dal teleriscaldamento e dall’energia prodotta.
Il sindaco doveva dimostrare maggior coraggio chiedendo un aiuto economico al Presidente del Consiglio dei Ministri e al Presidente della Repubblica, così come ha fatto la Sicilia per non finire in bancarotta.
Probabilmente Torino con un aiuto avrebbe potuto mantenere una quota significativa di TRM. La gestione pubblica di un’azienda così importante darebbe anche più sicurezza ai cittadini in materia di salute.
È facile dire “vendiamo”, la cosa grave è che non abbiamo prospettive per il futuro. Nel 2013, se ci troveremo di nuovo fuori dal patto di stabilità, cosa venderemo? Rinnovo un fortissimo invito al Sindaco affinché vada a “bussare” alle porte di Governo e Presidenza della Repubblica.

Vittorio Bertola (5 Stelle): Finalmente è stato detto chiaramente che la vendita è dettata dalla necessità di fare cassa, per rientrare nel patto di stabilità, e ciò dimostra le difficoltà della città. L’amministrazione pare allo sbando, tanto che questa delibera è stata alterata pesantemente più volte e si fa fatica a ricostruirne il testo. Credo non ci sia nemmeno la certezza di votare un atto legittimo, vista la recente sentenza della Corte Costituzionale.
Con questa vendita non si risolverà il problema del debito del Comune e il prossimo anno ci ritroveremo nella stessa situazione, ma senza i beni. Il Consiglio dovrebbe invece discutere sul debito e su come affrontarlo: non l’ha mai fatto.
L’inceneritore, come sistema di smaltimento dei rifiuti è obsoleto perché crea rischi alla salute dei cittadini. Il Parlamento europeo ha deciso di limitarne fortemente l’uso, entro il 2020, ma si vincola a portarvi i rifiuti per 30 anni: una follia.

Marco Grimaldi (SEL): Il lavoro assieme al presidente Altamura è stato lungo e travagliato. Abbiamo ottenuto che il contratto di servizio predisposto dagli uffici venisse migliorato con la valorizzazione dell’offerta tecnica in relazione a un maggior tasso di ricambio dei mezzi Amiat e allo sviluppo della raccolta differenziata e del “porta a porta”. Ci sono la previsione di investimenti in comunicazione, concertati con il socio pubblico e la disponibilità a realizzare impianti di trattamento della differenziata, infine l’aumento delle prerogative del presidente (di nomina pubblica), soprattutto in relazione al perseguimento dell’interesse e della salute pubblica, del controllo ambientale e degli adempimenti antimafia.
Noi abbiamo operato nella prospettiva della cessione del solo 49% delle quote, e diciamo alla Giunta che ci sarebbe ancora il tempo per accogliere questa richiesta. Tuttavia sappiamo che la Città non può rimanere un altro anno fuori dal patto di stabilità e trovarsi poi a dover tagliare 120 milioni di euro di servizi ai cittadini.

Alessandro Altamura (PD): È stato svolto un lavoro in Commissione molto significativo. Un lavoro difficile, complesso legato a una situazione di Bilancio molto delicata. Dalla questione dei vincoli imposti per il rientro nel Patto di stabilità ai minori trasferimenti dallo Stato fino ai minori introiti di circa 15 milioni definiti poche settimane dopo l’approvazione del bilancio del Comune.
Ma voglio ricordare che si tratta dell’applicazione di un programma inserito già nel precedente bilancio di previsione. E soprattutto i servizi forniti ai cittadini torinesi non cambieranno ma invece grazie anche ai quattro emendamenti al testo si valorizzerà un patrimonio che con questa delibera non viene dismesso.
È stata una totale inversione di rotta su TRM rispetto al progetto presentato a novembre, non si può parlare di continuità.

Chiara Appendino (5 Stelle): Bisogna fare una considerazione sul merito: la delibera è stata completamente stravolta. Il vicesindaco aveva dichiarato a verbale che il passaggio dal 49 all’80% sarebbe stato inserito in una delibera separata, mentre oggi invece troviamo questa importante modifica in un emendamento.
Abbiamo assistito a una forzatura pazzesca che ci ha portati a fare ostruzionismo con oltre 300 emendamenti, senza contare l’abrogazione dell’articolo 4 da parte della Corte Costituzionale.

Domenico Mangone (PD): Manifesto una preoccupazione. Ho appreso dai giornali che si sono chiusi i termini per la cessione delle quote Sagat e nessuno ha partecipato.
Il momento è il meno opportuno e quindi i grandi gruppi intendono fare grandi affari nel momento giusto, per spendere il meno possibile. Oggi si vende Amiat e Trm, non vorrei arrivare al 31/12/2012 senza rientrare nel Patto di stabilità, perché diventerebbe un problema. Forse potevano esserci alternative alla vendita delle partecipate, come per esempio le strutture olimpiche, ma su questo non ci sono state risposte. Vendiamo per fare il bene della città, ma poi le tariffe diminuiranno o aumenteranno? L’interesse pubblico si concilia con il privato? Si deve dare una risposta a queste domande.
Ho grandi dubbi su questa operazione e arriverò alla votazione con una decisione sofferta.

Michele Curto (SEL): Dobbiamo salvare i conti del Comune: non c’è dubbio. Stiamo pagando un prezzo molto salato per l’uscita dal Patto di Stabilità. E se nel 2013 non rientreremo nei vicoli previsti dal Patto avremo ulteriori costi aggiuntivi a carico della Città per circa 80 milioni di euro. Ma in questi giorni la sentenza della Corte Costituzionale per la vendita delle Partecipate cambia le carte in tavola, con una valenza politica molto forte. Oggi c’è un vincolo referendario e non possiamo non tenerne conto. Abbiamo ancora qualche giorno di tempo prima del voto della delibera: riflettiamo con attenzione prima di prendere una decisione di questo tipo. Stasera non voteremo a favore di questo atto.

Maurizio Marrone (PdL): Rilevo che Curto persiste nei comizi con posizioni contrarie, cui segue puntualmente un’astensione.
Il problema è sul ruolo che assegniamo all’ente Locale. L’impianto originario di questa delibera, su Amiat, poteva essere apprezzabile perché, pur rimuovendo le incrostazioni della gestione pubblica, salvava un controllo societario reale da parte del Comune. Peccato che quell’impianto sia stato abbandonato, costruendo un provvedimento che registra la contrarietà di enti con maggioranze di centro sinistra come la Provincia, o l’Ato e suscitando dubbi di natura giuridica alla luce della recente sentenza della Corte costituzionale.
Il problema è come al solito la fretta e la mancanza di approfondimento, gli emendamenti dell’ultimo minuto. Con questa impostazione il provvedimento manifesta cecità e non può essere accolto da chi ragiona con la propria testa e non obbedisce a ordini di scuderia.

Andrea Tronzano (PdL): L’obiettivo di avere meno Stato e più concorrenza è l’obiettivo di chi è responsabile e vuole maggiore giustizia sociale e solidarietà nei confronti delle future generazioni. L’unico dubbio è la sincerità della maggioranza e il fatto che non prevalgano le continue differenziazioni e distinguo di una parte della maggioranza che porta a continui cambi di idee. Per noi le priorità che chiediamo con una mozione sono: tutela della salute pubblica, diminuzione delle tariffe di raccolta rifiuti e del teleriscaldamento, maggiore occupazione, abbandono della politica in discarica. La responsabilità di non votare contro non è debolezza, ma è la ferma volontà di rispondere con atti chiari alle generazioni future per dare loro una speranza di un futuro sociale, lavorativo, economico.

Marta Levi (PD): Credo che sia doveroso fare un bilancio sulle politiche attuate sui rifiuti. È un bilancio fatto di luci e ombre. Abbiamo investito negli ecocentri, nella raccolta differenziata e in quella porta a porta. Abbiamo costruito un inceneritore in accordo con quanti vivono nel territorio, ma non siamo riusciti a collocarci sul mercato del trattamento e del recupero del differenziato. Non siamo riusciti a creare un’unica azienda che gestisca il ciclo integrato dei rifiuti. Questa delibera è l’ultima opportunità per realizzare un’unica azienda sull’intero ciclo dei rifiuti per l’intero ambito torinese.
Avremmo preferito mantenere il 51% di Trm ma non siamo disposti a rischiare di non rientrare nel Patto di stabilità.

Stefano Lo Russo (PD): Siamo davanti a una delibera strategica per la Città, fondamentale per la tenuta del bilancio dell’amministrazione comunale. È in gioco il salvataggio degli equilibri finanziari della Città e abbiamo fiducia nel sindaco e nella strada tracciata.
Certo costa fatica approvare una decisione di questo tipo, ma occorre dimostrare senso di responsabilità e il Partito Democratico non si tira indietro. E auspico che questa delibera sia approvata con i voti dei gruppi di maggioranza.

Silvio Viale (PD): Sulle scelte si possono avere idee differenti. Data la situazione del Paese occorre pensare che non sarebbe diversa la situazione di un diverso sindaco espressione di una diversa maggioranza. L’invito a guardare al merito dunque non significa chiedere soccorso alla minoranza. Io credo che la maggioranza, come in passato, abbia sempre “perso dei pezzi”, quando colleghi hanno espresso dubbi su questa o quella scelta. Tuttavia questa è la stessa maggioranza che si è presentata alla elezioni e non ho timori per il suo futuro. Credo che ci sarebbero pareri diversi anche in una maggioranza diversa. Sulle tariffe: anche io mi auguro una riduzione, ma mi accontenterei che non ci fossero aumenti. Non credo che un impegno di oggi potrebbe portare ad una diminuzione tariffaria domani.

Ha concluso il dibattito il Sindaco Piero Fassino: Desidero ringraziare tutto il Consiglio comunale per il lavoro intenso di questi mesi, i presidenti di Commissione Altamura e Grimaldi, il vicesindaco e gli Uffici.
Oggi La Stampa ha denunciato che ci sono dieci Comuni a rischio fallimento. E Torino non c’è, per una ragione molto semplice: abbiamo affrontato la riduzione del debito e da mesi lavoriamo per dare rigore e stabilità alle finanze della città.
Questa città ha nella sua storia e nel DNA un senso dello Stato e delle Istituzioni che la porta a non sottrarsi alla proprie responsabilità e a cercare soluzioni altrove, denunciando impotenza e chiedendo il soccorso della croce rossa governativa.
Abbiamo perseguito due obiettivi, coerenti con il decreto sulla spendine review:
1. Avere un bilancio di esercizio in ordine: in questo bilancio tutte le voci sono ripetibili e strutturali (salvo la sanzione – una tantum – per l’uscita dal Patto di stabilità) ed è stata fatta pulizia dei crediti non più esigibili;
2. Ridurre l’indebitamento attraverso una duplice azione: con il bilancio di esercizio (nonostante 170 milioni di trasferimenti in meno, abbiamo operato un risparmio di spesa di 85 milioni, incidendo sulle spese di personale, appalti, organizzazione macchina comunale, ecc.) e, attraverso una manovra di finanza straordinaria, con cessioni di azioni e valorizzazioni immobiliari (per realizzare 300/320 milioni di euro entro il 31 dicembre, facendo scendere il debito sotto i 3 miliardi di euro).
Abbiamo impostato una strategia precisa, senza ridurre l’offerta dei servizi: welfare, cultura, asili, trasporto pubblico, ecc. Semmai abbiamo operato adeguamenti tariffari per dare maggiore sostenibilità ai servizi.
Le cessioni del 49% GTT, del 28% di Sagat e, ora, del 49% di Amiat e dell’80% di Trm per 21 anni rientrano in questa strategia. Se cedessimo soltanto il 40% di Trm non raggiungeremmo il nostro obiettivo di realizzare 320 milioni. Se fosse possibile cedere solo il 49% di Trm per 30 anni alla stessa cifra, non avrei difficoltà a fare questa scelta: non è però così.
La cessione dell’80% Trm è un obiettivo imprescindibile per rientrare nel Patto di stabilità e rispettare l’impegno per la ricapitalizzazione di Trm, evitando così di mettere in discussione la filiera ambientale, rischiando un’emergenza rifiuti.
La cessione dell’80% di Trm ci impone di essere molto attenti a garantire che il nuovo socio offra garanzie per l’efficienza dell’impianto e la salute dei cittadini. Abbiamo quindi previsto un potenziamento del Comitato locale di controllo e abbiamo confermato tutti gli impegni di compensazione. Abbiamo ribadito che il calore prodotto verrà valorizzato per il teleriscaldamento, in particolare per i Comuni di Beinasco, Grugliasco e Rivoli che ne hanno già fatto richiesta.
C’è una griglia forte di garanzie e tutele attive e attivabili.
Puntiamo a superare le discariche e a lavorare per una società metropolitana per la raccolta e lo smaltimento dei rifiuti.
L’impianto deliberativo è chiaro e consente a tutti i consiglieri un’assunzione esplicita di responsabilità.
Chiedo a tutto il Consiglio comunale di votare questa delibera, non per mettere in discussione la maggioranza, ma perché compito di un sindaco è perseguire gli interessi della città, cercando di realizzare il maggiore consenso possibile.
E alla maggioranza dico che siamo tutti consapevoli che si tratta di decisioni difficili e faticose, ma sono convinto che proprio nei passaggi stretti e difficili c’è il dovere di condivisione, per trasmettere un messaggio di credibilità di questo Governo e della Giunta.

Con l’intervento del sindaco si è conclusa la seduta del Consiglio. La prossima riunione è convocata per mercoledì 25 luglio alle ore 15.00.

(Ufficio stampa Consiglio comunale)


Pubblicato il 23 Luglio 2012

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