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Comunicato stampa

RIORGANIZZAZIONE ASILI NIDO: IL DIBATTITO IN SALA ROSSA

Dopo l’illustrazione della delibera da parte dell’assessora Maria Grazia Pellerino e del sindaco Piero Fassino (vedi comunicati precedenti), si è svolto il dibattito.
Fabrizio Ricca (Lega Nord): Comincio citando alcuni passaggi di un’intervista rilasciata dall’assessore Pellerino ad un quotidiano cittadino il 2 aprile scorso. “Caro sindaco sono convinta che i servizi educativi per l’infanzia della Città di Torino debbano rimanere nella sfera delle gestione pubblica e troverei preoccupante un orientamento verso una progressiva dismissione dei servizi pubblici educativi…Spero che il problema non si ponga, altrimenti si perderebbe il senso politico della mia esperienza come amministratrice in questa giunta”. Dopo aver esaminato attentamente questa delibera, direi che la sua esperienza è terminata!
Oggi esternalizziamo il 15%, domani il 50% fra 10 anni il 100%. Un grandissimo problema per i bambini, le famiglie e i precari. Poco importa l’esperienza delle altre città, se Torino vanta oggi un’eccellenza nel campo dei sistemi educativi, questa eccellenza va difesa non svenduta come avverrà adesso.
Enzo Liardo (PdL): Mi sembra inverosimile che questa delibera venga illustrata dall’assessore Pellegrino che aveva prospettato le sue dimissioni in caso di privatizzazione dei servizi educativi. La situazione che stiamo vivendo oggi è figlia della decisione di uscire dal Patto di stabilità, e dell’enorme debito accumulato dalle amministrazioni precedenti. E mi piacerebbe che il sindaco lo ammettesse, di avere ereditato una situazione economica drammatica dovuta a spese folli fatte per accontentare gli amici e gli amici degli amici, che oggi paghiamo pesantemente. Possiamo privatizzare tutto, e noi del centrodestra siamo sicuramente più bravi in questo genere di manovre, ma qui stiamo parlando di bambini e non vorrei che questa operazione comportasse uno scadimento del servizio e fossero loro a pagarne le conseguenze.
Angelo D’Amico (PdL): Siamo di fronte ad una scelta difficile, di fronte ad un atto che mai avremmo voluto votare. Pur riconoscendo la qualità degli istituti parificati, il servizio pubblico comporta sicuramente maggiori garanzie. La gestione di questa delibera inoltre, pur riconoscendo la situazione di estrema necessità, è stata superficiale, e assolutamente criticabile è stato l’atteggiamento dell’assessore Pellerino. Si doveva intervenire in anticipo per favorire le famiglie. Una delibera che ha delle carenze evidenti, e se è vero che i nostri emendamenti di merito non verranno accolti, lasceremo la maggioranza da sola al momento del voto. Ma siamo anche curiosi di capire come voterà SEL che finora ha cavalcato in modo strumentale la protesta.
Chiara Appendino (Movimento 5 stelle): E’ una delibera dal nostro gruppo non condivisa, che modifica il sistema educativo della città. Non la condividiamo sia per una questione di metodo, sia per una questione di contenuti.
Una delibera così doveva essere fatta già a febbraio e tardi è giunto il parere in merito alla sussidiarietà orizzontale. E’ una decisione che non migliora la qualità del servizio; crea problemi ai bimbi per la mancata continuità didattica che comporta e non tutela i lavoratori. Anche l’ipotesi di una futura Fondazione è soltanto accennata.
L’atto rappresenta il fallimento dell’assessore Pellerino: dovrebbe dare le dimissioni. E’ inaccettabile che il sindaco lo scorso dicembre rivendicasse la scelta coraggiosa di uscire dal patto di stabilità e oggi la usi come scusa a giustificazione di questo atto. A perdere saranno tutti; la città, i bimbi, i lavoratori.
Roberto Carbonero (Lega Nord): Soltanto una domanda: Perché si è presa questa decisione e non si è scelto di cedere le quote di proprietà della Città degli aeroporti di Bologna e Firenze?
Andrea Tronzano (Pdl): Con questo atto si avviano le privatizzazioni, grazie soprattutto al gruppo di Sel che finisce per prendere in giro tutti e all’assessore Pellerino che per noi non è più un riferimento politico.
Non c’è chiarezza in questa delibera (non vi sono nemmeno le specifiche sui costi e i posti esternalizzati). Ma quel che è più grave è la scelta fatta da questa amministrazione, una decisione presa per necessità e non con una scelta di carattere politico. La giunta sta dicendo delle bugie, sapendo di dirle. Gl’indirizzi per il bando non sono trasparenti, non c’è chiarezza. Si tratta di un’illusione e nessuno alla fine parteciperà a questo bando. Le cooperative sociali o il privato non sono in grado di fare un investimento di questo genere.
Invito tutti a prendere una decisione saggia e a non votare la delibera per garantire in futuro continuità didattica, tutela dei lavoratori, salvaguardia dei bambini.
Marco Grimaldi (SEL): Avrei preferito la discussione fosse iniziata chiedendo scusa alla Città per il ritardo con cui siamo arrivati a questa decisione e ringraziando i lavoratori che continuano a tenere aperti i servizi. Questa delibera parla solo di asili nidi e non di scuole dell’infanzia (ogni anno il Comune spende 60 milioni di euro per mandare avanti le scuole d’infanzia al posto dello Stato) anche grazie a un accordo con i sindacati e le RSU che ha permesso di non toccare le scuole materne. C’è poi il blocco del turn over del personale, che ci costringe ad aspettare il rientro nel Patto di Stabilità per fare nuove assunzioni. C’è bisogno di riorganizzare il sistema, ma abbiamo fatto la discussione nei tempi e nei modi sbagliati. Una cosa è certa: il sistema comunque rimarrà a prevalenza pubblica.
Maurizio Marrone (PdL): Le scuse del consigliere Grimaldi arrivano dal microfono sbagliato: per coerenza dovrebbe sedere nei banchi dell’opposizione, non della maggioranza. Dobbiamo riflettere su come siamo arrivati a questa situazione. Il Sindaco ha ammesso che “forse” l’uscita dal Patto di Stabilità ha inciso. E lo vedremo presto anche con i tagli sul welfare. Si è parlato di Ipab, Agenzia speciale, Fondazione: in realtà, il soggetto giuridico non è ancora chiaro. Non c’è un piano organico di riorganizzazione degli asili: la situazione è dovuta alla mala amministrazione finanziaria del Comune, che non è più tollerabile. I soggetti interessati, poi, sono stati ricevuti solo quando la delibera è stata liberata per l’aula: non diciamo ai cittadini che il confronto è aperto. Il Sindaco ha deciso d’imperio. SEL, se vuole mantenere gli impegni presi, voti contro questa delibera.
Michele Curto (SEL): La delibera è particolarmente importante. Ancora oggi i genitori non sanno dove iscriveranno i bambini, i lavoratori dove lavoreranno. Il dibattito in aula è salutare, ma non ho visto proposte dell’opposizione. Oggi tutta la politica, a Roma come a Torino, non sa come liberarsi dalla crisi e dai lacci e lacciuoli che impediscono di mettere in pratica i diritti. Dobbiamo impegnarci a costruire alternative possibili e fare delle scelte. L’uscita dal Patto di Stabilità non è stata una scelta coraggiosa, ma una necessità dolorosa, in parte inconsapevole. Oggi dobbiamo difendere welfare e lavoro: 300 lavoratori precari rischiano di andare a casa. La delibera non è sufficiente. Per questo abbiamo proposto una serie di emendamenti che garantiscono un “periodo ponte” per le esternalizzazioni (per non farle diventare una scelta definitiva), restringono il numero di asili coinvolti da 15 a 9, garantiscono un piano di assunzioni al rientro nel Patto di Stabilità e costruiscono uno spazio nuovo tra pubblico e privato attraverso il protagonismo dei lavoratori e della cooperazione sociale.
Barbara Cervetti (Lega Nord): Il mio giudizio sull’operato dell’assessora Pellegrino è negativo. La delibera è stata blindata e non è stata condivisa con i consiglieri. Le audizioni con i comitati sono avvenute quando ormai non si potevano più presentare emendamenti. Non abbiamo avuto risposte sulla durata dell’esternalizzazione. Non ci è stata descritta la figura del responsabile comunale all’interno dei nidi.
E non ci è stato nemmeno quantificato il risparmio del Comune. Quali saranno le conseguenze per le scuole materne visto che alcuni lavoratori precari potrebbero essere destinati a queste strutture?
Luca Cassiani (Partito Democratico): In merito a questa delibera, rivendico un percorso democratico e trasparente al quale hanno partecipato tutti i soggetti interessati. Se oggi ci troviamo in questa situazione, lo dobbiamo alle quattro manovre del Governo, dallo scorso anno ad oggi. Dobbiamo prenderci la responsabilità di dare risposte da un lato ai bambini e alle loro famiglie, dall’altro ai lavoratori precari. Questa è la soluzione migliore possibile perché si possano aprire i nidi a settembre.
A Torino questo non è il primo esperimento di sistema integrato tra pubblico e privato. Nei nidi già dati in appalto o in concessione, da oltre dieci anni, sotto il controllo del Comune, le esperienze relative all’attività educativa sono positive, come testimoniano le famiglie e gli uffici del sistema educativo.
Lucia Centillo (Partito Democratico): Torino, città delle bambine e dei bambini non può pensare di arretrare sulla capacità di sviluppare politiche educative. La nostra Città ha costruito, negli anni, un sistema virtuoso, capace di dare risposte importanti. Oggi siamo di fronte ad una decisione obbligata ma fermi nella volontà di mantenere gli attuali standard di occupazione e di qualità. Avrei preferito livelli di sussidiarietà orizzontale, ma l’attuale quadro normativo non lo ha permesso. La delibera è un punto di partenza che definisce in quale direzione vogliamo andare, cioè lasciare la governance dei servizi per l’infanzia in mano al pubblico. Da questa scelta, partiamo con una progettazione partecipata per una prospettiva di servizio e per garantire la stabilizzazione del personale. I bambini che frequenteranno i nidi esternalizzati non avranno percorsi formativi di livello inferiore.
Domenica Genisio (Partito Democratico): Anche prescindendo dalle conseguenze dell’uscita dal Patto di stabilità resta il fatto che oggi i tempi sono cambiati rispetto a quando la Città aveva impostato i suoi servizi educativi. Vorrei che si evitasse di offendere realtà che sono fuori dal servizio pubblico ma offrono comunque prestazioni di qualità. La Città deve svolgere azione di governance, di indirizzo e controllo, ma favorire tutti coloro che intendono ampliare l’offerta educativa: vorrei davvero che si aprissero più asili nido che beauty farm. Nel 2013 dovremo fare un grosso lavoro per chiedere che lo Stato dia al Comune quelle risorse che il Comune stesso ha investito nel sistema educativo e che avrebbero dovuto essere a carico dell’istituzione centrale.
Silvio Viale (Partito Democratico): Alcune centinaia di persone hanno protestato contro questo provvedimento ma dobbiamo ricordare che noi rappresentiamo la città nel suo insieme. Oggi non riduciamo l’offerta di posti e restiamo orgogliosamente i primi in Italia per quanto riguarda i servizi per l’infanzia. Tutti abbiamo qualcosa da difendere ma non bisogna cadere in ottiche corporative, bensì agire nella direzione dell’interesse generale. Ciò che conta è il fatto che questa Città non opera alcun taglio ai suoi servizi, che restano inoltre di qualità elevata.

Al momento sono in corso le votazioni sugli emendamenti, in attesa del pronunciamento finale sulla deliberazione, da parte del Consiglio comunale.


Pubblicato il 28 Maggio 2012

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