Toro Seduto, il rapper che ironizza sulla disabilità. Le sue canzoni su Spotify

Cosa può fare un ragazzo di quasi quarant’anni costretto a vivere su una sedia a rotelle da quando era bambino? Potrebbe cantare, per esempio. Diventare rapper per raccontare la vita vista con i suoi occhi e vissuta sulla sua pelle. È quello che ha fatto Michele Sanguine, in arte Toro Seduto, trentanovenne gallaratese, affetto dalla distrofia muscolare di Duchenne. “Tutto è cominciato nell’aprile del 2017 – racconta Sanguine – in una sera di particolare ispirazione. Ho deciso di raccontare la mia vita in maniera decisa e profonda ma con leggerezza e ironia”.

Da allora, un testo alla volta, è saltato fuori un album che da oggi è disponibile su tutte le principali piattaforme: da Spotify a Apple Music, si chiama “Proteina”. I video sono invece su Youtube dove Michele Sanguine è anche protagonista della sitcom “Nonno seduto”.L’album, come la canzone principale, si chiama “Proteina” perché è proprio a causa dell’assenza di una proteina che i malati di Duchenne sono costretti all’immobilità. “Qualcuno pensa che sia un mostro, qualcuno pensa: cosa farei al suo posto?”, canta Michele.

Dopo “Proteina” è la volta di “Paradosso”. “Anche questo pezzo – dice Toro Seduto – racconta episodi di vita in maniera seria, ma sdrammatizzando la situazione”. Poi arriva la collaborazione con Elena Colombo, in arte Sista Ele. “Siamo legati dalla passione per la musica e per il canto, da qui i pezzi scritti insieme”. Pezzi confluiti nell’album “Proteina” ora sulle piattaforme online.

Fonte: larepubblica