“Proviamo a immaginare un altro tipo di città, aperta alla differenza. Uno spazio dove ripensare l’incontro con le neurodiversità e dove sperimentare altri ritmi, relazioni, e modi di vivere. Una città così, orgogliosamente autistica, avrebbe molto da offrire a chiunque”.
Questa è la proposta provocatoria di Alberto Vanolo, geografo all’Università di Torino, che opera un’analisi approfondita del rapporto tra autismo e spazio urbano, quest’ultimo da sempre pensato e progettato per contenere individui neurotipici. Ne scaturiscono quattro principi generali, quasi un manifesto, da cui partire per immaginare una città diversa.
DIALOGANO CON L’AUTORE
Cristina Bianchetti
docente di Urbanistica, Politecnico di Torino
Elisa Costantino
studentessa, Collettivo MAI Ultimi, Università di Torino
Jacopo Rosatelli
assessore al Welfare, Diritti e Pari opportunità, Città di Torino