Low, la casa editrice dei ragazzi con disabilità che viene dal basso

Confezionano pensieri e parole che raccontano storie «socialmente impegnate», marginali, di periferia, storie di frontiera, di umanità. «Quelle troppo pulp non ci interessano». Gli editori di Low, neonata casa editrice indipendente di Piacenza, sono subito piaciuti anche per questo e quando, tre mesi fa, hanno debuttato sulla scena nazionale sono stati sommersi di manoscritti da tutt’Italia. «Vogliono pubblicare con noi. Ci invitano ai festival più disparati». Nel frastuono di opinioni gridate, su tutto e il contrario di tutto, hanno scelto di sottolineare col nome Low (che sta per basso volume) il profilo che vogliono tenere: «Una voce che arriva dal basso, forte e gentile con la speranza che così qualcuno ci ascolti». Ci scherza ma non troppo il direttore editoriale, Giovanni Battista Menzani, architetto, una laurea in Storia dell’arte, scrittore (al suo attivo diversi racconti e un romanzo), tra i 24 soci della cooperativa sociale «Officine Gutenberg», madre di Low e di innumerevoli altre iniziative culturali. Sono quasi tutti quaranta-cinquantenni. In stamperia lavorano persone con disabilità psichiche o fisiche inviate da Asl e Comuni, regolarmente formate e assunte a contratto. «Siamo dei diversamente giovani, arriviamo da un’adolescenza d’impegno politico con ideali che siamo riusciti a concretizzare nel fare comunicazione. Promuoviamo eventi e incontri con gli autori prediligendo i temi delle fragilità, gestiamo diverse biblioteche in provincia, abbiamo fondato nel 2008 il primo quotidiano online del territorio».

Erano partiti una trentina d’anni fa allevando polli per un primo esperimento di inserimento lavorativo di persone svantaggiate. Aiutarle a inserirsi è quello a cui tengono particolarmente, tanto che hanno continuato a farlo una volta entrati nell’editoria come «Eredi Gutenberg» e unendosi alla cooperativa di comunicazione «Codex10». Tuttora Marco, uno dei cinque impiegati nella stamperia, abbina alle consegne e alle attività di bookcrossing, anche la cura delle galline che producono uova per il progetto solidaristico «Il Pollaio sociale». «Mi stanca ma mi diverte, mi sento utile anche così, sto bene». Si scusa: «Sai sono sempre di corsa». Sorride al suo fianco Cinzia: «Quando sono in ferie non vedo l’ora di tornare perché qui mi sento utile, tra amici». Conferma la sua collega-amica Alice: «Qui il tempo vola». Affiancati da uno stampatore professionista, Marcello Bosoni, sono instancabili. Rilegano, mettono in ordine i volumi, forano le pagine da unire con gli anelli. Chi ha la patente porta i volumi nelle librerie. Fanno parte di quella ventina e più di persone che la cooperativa ha formato in questi anni. «Hanno imparato ad assumersi delle responsabilità, a relazionarsi con i colleghi, ad affrontare la fatica quotidiana». Redazione, grafica, amministrazione, stamperia e magazzino: tutto è concentrato in due stanzoni che si affacciano sul centro con due grandi vetrine.

Vittorino Andreoli

Sfornano una ventina di titoli «locali» all’anno – guide al turismo lento, racconti di vita, di Resistenza e di tradizioni -, e ora con Low tentano il salto oltre provincia con la narrativa italiana e straniera. Primo nome noto che li ha presi in stima e simpatia lo psichiatra Vittorino Andreoli che li ha scelti per pubblicare le fotografie scattate nel corso di una vita, «appassionandosi a quello che lui considera il simbolo di una sapienza costruttiva e di una socialità sana che oggi abbiamo disperatamente smarrito». Il marchio «Officine Gutenberg» ha cercato, e trovato, un suo piccolo e apprezzato spazio. Compare alla Fiera del Libro di Torino e alla rassegna «Più libri più liberi» di Roma e partecipa ai bandi pubblici che, al pari dell’aiuto che arriva dal mondo delle cooperative, costituisce un prezioso supporto alla coraggiosa impresa.

Fonte: corriere.it