Cattedra inclusiva, presentata la proposta di legge

Interno classe scolastica Nei giorni in cui le associazioni e gli attivisti per i diritti delle persone con disabilità rispondono con unanime sconcerto allo scettiscismo del professor Galli della Loggia che, in un paio di interventi su Il Corriere della sera ha messo in dubbio il valore sociale e civile dell’inclusione, scolastica, arriva la proposta di legge sull’introduzione della cattedra inclusiva nelle scuole di ogni ordine e grado. La proposta, destinata a creare dibattito nel mondo della scuola e della disabilità, è stata presentata ieri presso il Centro multimediale “Esperienza Europa – David Sassoli”, dove il gruppo dei proponenti ha illustrato i tratti distintivi di un’ipotesi che, qualora diventasse realtà, comporterebbe un ripensamento strategico, organizzativo, formativo, culturale dell’inclusione scolastica. “Alle nuove generazioni vanno garantite le massime opportunità educative e di sviluppo delle loro potenzialità, valorizzando le loro potenzialità e le loro differenze, il che è una sfida che va ben oltre la disabilità”, commentano i promotori. “La sfida e la tensione ideale sono di migliorare la qualità della scuola, delle prassi, degli esiti, delle relazioni”.

La proposta di legge riflette una nuova visione di scuola, che non comporta in nessun modo il taglio delle ore di sostegno, altrimenti nessuno di noi l’avrebbe redatta e sottoscritta – commenta la docente e presidente del Coordinamento italiano insegnanti di sostegno (Ciis) Evelina Chiocca, che è tra i promotori dell’iniziativa –. Pensiamo a una scuola in cui un alunno con disabilità possa vivere effettivamente in classe, accanto ai suoi compagni, imparando insieme a loro; mentre il docente, da parte sua, entrando in classe, potrà avere la consapevolezza che quelli che si trova davanti sono tutti i suoi alunni: non uno di meno. L’introduzione della cattedra inclusiva permetterebbe, inoltre, di garantire quella continuità educativa-didattica che per gli alunni disabili e per le loro famiglie rappresenta da sempre una nota dolente – prosegue Chiocca –. Avere gli stessi docenti, poi, consentirebbe di superare la questione delle etichette, così presenti anche tra gli alunni, che costituisce un vero e proprio fallimento culturale. Dal punto di vista degli insegnanti, invece, si realizzerebbe una maggiore corresponsabilità, perché ogni insegnante è l’insegnante di tutti, senza più bisogno di delegare ad altri compiti e responsabilità. In particolare – conclude la presidente del Ciis – la cattedra inclusiva contribuirebbe a una più efficace comunicazione scuola-famiglia, fornendo ai docenti la possibilità di conoscere gli alunni da più prospettive, con conseguente miglioramento della qualità degli interventi educativo-didattici e di individuare le migliori strategie per valorizzare le capacità di ciascuno”.

La proposta di legge che, secondo i promotori potrebbe completarsi nel giro di 6 anni scolastici, è dunque centrata su un’idea molto semplice: lo scambio continuo tra docenti di disciplina e docenti di sostegno. Ovvero, con l’esclusione di quelli con una certa anzianità anagrafica e di servizio, tutti i docenti con posti comuni effettuano una parte del loro orario su posto di sostegno, mentre tutti i docenti con posto di sostegno effettuano una parte del loro orario su posto comune. Peraltro, secondo gli esiti di una ricerca condotta dalla Fondazione Erickson nell’ottobre del 2023, su oltre 3000 insegnanti di sostegno e ordinari intervistati oltre il 70% si sono dichiarati favorevoli all’ipotesi della cattedra polivalente. Questa riorganizzazione, secondo i promotori della proposta di legge, consentirebbe non solo di affrontare con maggiore decisione il nodo della corresponsabilità educativa, ma anche la sfida della continuità didattica, aspetto con il quale oggi fanno i conti molti studenti con disabilità e le loro famiglie. Inoltre questo progetto, che non prelude ad alcuna riduzione di personale, prevede un forte investimento sulla formazione. È, infatti, previsto un piano straordinario di formazione – assicurata dalle università ed erogata in parte in presenza e in parte in remoto – che interesserebbe sia docenti con incarico su posto comune privi di specializzazione sia gli insegnanti con incarico su sostegno e privi di abilitazione all’insegnamento. L’attenzione alla formazione riguarderebbe, però, anche il percorso universitario finalizzato a sviluppare le competenze culturali, pedagogiche, psicopedagogiche, didattiche e metodologiche necessarie a promuovere l’inclusione scolastica e, in particolare, l’inclusione degli alunni con disabilità.

La copertura finanziaria necessaria per la formazione del personale docente è stimata dalla proposta di legge in 150 milioni di euro per ciascuno dei 6 anni necessari a completare la transizione, per un totale di 900 milioni di euro. La proposta prevede, inoltre, la costituzione, all’interno di ciascuna istituzione scolastica di un Coordinamento pedagogico in grado di favorire il raggiungimento degli obiettivi del piano dell’offerta formativa e di sostenere la qualità dell’insegnamento attraverso supervisioni, supporto formativo e attività inclusive, favorendo al tempo stesso la partecipazione, il dialogo e la collaborazione degli attori coinvolti. A livello di territorio, infine, la proposta di legge prevede la costituzione di un Coordinamento pedagogico territoriale per l’inclusione (Cpti), che agisca in raccordo con gli enti locali, sanitari, di ricerca e con il terzo settore inteso nel modo più ampio.

La proposta di legge – che è stata redatta da 7 noti esperti nel campo dell’inclusione scolastica come Evelina Chiocca, Paolo Fasce, Fernanda Fazio, Dario Ianes, Raffaele Iosa, Massimo Nutini e Nicola Striano – può essere sostenuta attraverso la sottoscrizione lanciata, sempre nella giornata di ieri sulla piattaforma Change.org. Altri incontri pubblici di presentazione dell’iniziativa sono previsti per le prossime settimane, insieme a confronti con il mondo della politica e a momenti di approfondimento con le scuole in cui gli “incarichi misti” sono già stati messi in pratica.

Fonte: redattoresociale