“Non c’è posto per te!” La campagna in direzione delle istituzioni

di Fabio Rossignoli

“Non c’è posto per te!” ha l’obiettivo di promuovere l’equità di accesso ai servizi antiviolenza del nostro Paese affinchè nessuna donna sia più esclusa dai Servizi Antiviolenza ed è una campagna promossa da Informare un’h- Centro Gabriele e Lorenzo Giuntinelli in collaborazione con Maria Giulia Bernardini (ricercatrice in Filosofia del Diritto presso l’Università di Ferrara), Martina Gerosa (urbanista, disability & accessibility manager), Nadia Muscialini (psicoanalista e psicologa presso il Servizio Sanitario Nazionale), Piera Nobili (architetta), Maria Cristina Pesci (medica psicoterapeuta del progetto CHIAMA chiAMA di Bologna) e Simona Lancioni, responsabile del centro  Informare un’h con il patrocinio di UILDM Nazionale (Unione Italiana Lotta alla Distrofia Muscolare), CERPA Italia (Centro Europeo di Ricerca e Promozione dell’Accessibilità) e Associazione Femminile Maschile Plurale (FMP) di Ravenna.
Nasce a seguito dell’analisi del rapporto ISTAT denominato “Sistema di protezione per le donne vittima di violenza – anni 2021/2022″: che rileva che le donne escluse dai servizi antiviolenza sono coloro che spesso presentano fragilità che le espongono maggiormente a discrimanazione e tra queste sono presenti anche le donne con disabilità.

I dati statistici mostrano che il 94,1% delle case rifugio è dotata di criteri di esclusione dall’accoglienza delle ospiti e che il 64,4% di esse ha introdotto nuove misure per limitare l’accesso ai figli e alle figlie delle ospiti.

Come dettagliatamente riportato sul sito informareunh.it, la campagna propone e richiede ai servizi antiviolenza:
– La totale eliminazione dei criteri e dei meccanismi di esclusione dall’accoglienza delle ospiti e dei loro figli e figlie;
– Creazione di reti territoriali finalizzate alla presa in carico delle donne vittime di violenza che sono esposte a discriminazione multipla/intersezionale;
– A ciascun caso che si possa presentare viene richiesta la disposizione a lavorare in equipe multidisciplinare per poter affrontare e accogliere in modo adeguato le complessità e le esigenze delle donne vittime di violenza.

Alle istituzioni viene invece richiesto di:
– rispettare il principio di non discriminazione quale requisito richiesto per l’accesso ai fondi pubblici da parte dei servizi antiviolenza;
– fissare un tempo di adeguamento entro il quale i Servizi Antiviolenza debbono eliminare i meccanismi di esclusione dall’accoglienza delle ospiti e dei loro figli e figlie, nonché di accompagnare e supportare gli stessi nell’adozione di modalità inclusive.
Il 17 gennaio 2024, tali istanze, supportate da 60 Enti e da oltre 200 persone sono state notificate a Giorgia Meloni, Presidente del Consiglio dei Ministri, ad Alessandra Locatelli, Ministra per le Disabilità, e ad Eugenia Roccella, Ministra per la Famiglia, la Natalità e le Pari Opportunità, con la lettera aperta qui riportata.
In attesa di ulteriori sviluppi, si segnala Il Fior di Loto, attivo a Torino quale Servizio Antiviolenza per persone con disabilità: 01101128046 – progettoilfiordiloto@gmail.com