Intervista con Luca Trapanese: “E’ importante educare le persone alla disabilità”

“Da Alba ho imparato a non correre, ad andare piano, ad aspettare i suoi tempi e ad avere fiducia in lei. Io vorrei darle la forza di poter affrontare qualunque problema”. Luca Trapanese è uno degli straordinari protagonisti di “Listen To Me”, disponibile su RaiPlay, un viaggio nel vissuto degli altri, lasciandosi trasportare ed emozionare dalle loro storie.

Nel 2017 le vite di Luca e della piccola Alba si incontrano: il tribunale di Napoli è alla ricerca di una famiglia per questa bellissima bimba, che ha la sindrome di down e, appena nata, è stata abbandonata in ospedale. Luca ne chiede l’affidamento, lotta finché lo ottiene e nel 2018 adotta Alba, diventando il primo single, omosessuale, in Italia a riuscire in quella che è una vera e propria impresa. La loro storia è stata raccontata con delicatezza e attenzione nel film “Nata per te” di Fabio Mollo, interpretata da Pierluigi Gigante, Teresa Saponangelo e Barbora Bobulova.

Da anni Trapanese lavora nel mondo della disabilità, è fondatore di “A Ruota Libera Onlus” con Eduardo Savarese, ha avviato una comunità per ragazzi disabili senza genitori, “Il borgo Sociale” ed una casa famiglia per bambini con gravi malformazioni, unica in tutto il Sud Italia, “La Casa di Matteo”.

Abbiamo avuto il grande piacere di realizzare un’intervista con Luca Trapanese parlando di imperfezione, il tema che ha portato a “Listen to me”, di disabilità, dei pregiudizi che purtroppo ancora esistono, degli insegnamenti che vorrebbe trasmettere ad Alba, del suo ultimo libro “Non chiedermi chi sono”.

Luca, è stato tra i protagonisti della prima puntata di “Listen to me”, programma disponibile su RaiPlay, in cui hai portato un tema molto importante quale l’imperfezione in una società in cui sembra che tutto debba essere perfetto. Che esperienza è stata parlare ad un pubblico di ragazzi?

“E’ stata una bellissima esperienza, ho parlato dell’imperfezione proprio perchè sapevo che avrei incontrato tanti giovani ed è un tema importantissimo. Credo che i ragazzi e le ragazze siano appesantiti da questo concetto della perfezione, poiché arrivano da ogni parte messaggi secondo i quali bisogna raggiungere performance altissime, e se non siamo i primi e i migliori fondamentalmente siamo degli sconfitti. Pensiamo ad esempio a quando ci sono dei momenti di fragilità o alla disabilità che sono i sintomi di imperfezione più evidenti e alla fatica che si fa ad affrontare i problemi. Ho voluto parlarne con i ragazzi per liberarli da questo concetto di normalità o di perfezione. Tutti siamo imperfetti, nessuno di noi è normale o si può arrogare il diritto di dire cosa sia normale e mai raggiungerà la perfezione nella vita. Credo abbiano ricevuto in maniera positiva il messaggio che volevo trasmettere, cioè che non dobbiamo aspirare ad essere i migliori ma ad essere noi stessi e felici così come siamo”.

“Listen to me” significa ascoltami, quanto è importante oggi ascoltare gli altri ma anche se stessi?

“E’ il punto di partenza, noi oggi non ci ascoltiamo e non ascoltiamo gli altri, siamo purtroppo tante isole separate, isolate da noi stessi e dagli altri. Ho trovato molto bello e intuitivo il titolo di questo programma perchè credo che sia quello che manca nella società, tra i giovani ma anche tra gli adulti, ossia la capacità di prenderci cura di noi stessi e degli altri. L’ascolto è proprio prendersi cura”.

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