Scuola disabili. Disegno di Legge assistenti autonomia e comunicazione: osservazioni delle Regioni

Foto Corridoio di una scuolaTra i punti critici segnalati dalle Regioni al testo di legge sugli assistenti alla autonomia e comunicazione di alunni e studenti con disabilità: mancanza di tempistiche e indicazioni delle risorse e delle procedure di reclutamento, titolo di studio inadeguato, competenze locali e regionali

A tema scuola e disabilità, è in discussione il Disegno di Legge relativo alla figura professionale dell’assistente per l’autonomia e la comunicazione nei ruoli del personale scolastico (disegno di legge 236 “modifiche alla legge 5 febbraio 1992, n.104, e al decreto legislativo 13 aprile 2017, n.66, concernenti l’introduzione del profilo professionale dell’assistente per l’autonomia e la comunicazione nei ruoli del personale scolastico”). Nel merito, nella giornata del 9 novembre scorso, la Conferenza delle Regioni ha esaminato la proposta di documento da inviare al Parlamento, ed ha espresso alcune valutazioni ed osservazioni sull’introduzione di questa figura professionale. Di seguito, vediamo le osservazioni con punti critici e punti condivisi dalle Regioni al DDL.

CHI È L’ASSISTENTE ALL’AUTONOMIA E ALLA COMUNICAZIONE
In merito alla figura dell’assistente all’autonomia e comunicazione, ricordiamo che è prevista dalla Legge 104/92, la quale prevede attualmente l’obbligo per gli enti locali di fornire assistenza per l’autonomia e la comunicazione agli alunni con disabilità che ne abbiano necessità. Il Dirigente Scolastico deve richiedere, su sollecitazione della famiglia, l’assistente all’Ente Locale di riferimento, vale a dire la Provincia per le scuole secondarie di secondo grado e il Comune per i gradi inferiori.

PUNTI A FAVORE
Tornando al testo in discussione, secondo le Regioni la finalità del DDL è sicuramente lodevole, in quanto consentirebbe di risolvere una serie di problematiche inerenti lo svolgimento di interventi di assistenza che sono identificabili nei LEP, ossia il nucleo di prestazioni da erogare in modo uniforme sul territorio nazionale al fine di garantire la tutela dei diritti civili e sociali, tra le quali non può non rientrare il diritto all’istruzione degli studenti con disabilità.
Nel condividerne gli obiettivi, le Regioni evidenziano anche alcuni ulteriori aspetti positivi, ovvero il contrasto:
– alle differenze di gestione che si riscontrano, a livello territoriale, a causa delle differenti discipline di cui si sono dotati Regioni e Comuni;
– ai differenti rapporti contrattuali e le difformità retributive;
– alla precarietà degli assistenti;
– alla carenza di risorse nelle casse regionali e comunali;
– ai ritardi nell’avvio dell’anno scolastico per gli alunni con disabilità (dovuti alle tempistiche non sempre sufficientemente celeri delle procedure di reclutamento degli assistenti).

CRITICITÀ
Su alcuni altri punti le Regioni, invece, sottolineano le CRITICITÀ del testo:
1.      il DDL nulla precisa in merito a risorse e tempistiche: non sono precisate le fonti di finanziamento; non sono specificati i tempi per la messa a regime, né le modalità ed i tempi della fase transitoria.
2.      Non è affrontato il tema del divario tra il fabbisogno registrato e la sua reale soddisfazione (che, oggi, è molto distante dal 100%, nonostante le Regioni siano impegnate in modo significativo sul piano finanziario). Su questi ultimi aspetti, si teme che – in assenza di una regolamentazione esplicita – tutto il carico organizzativo e finanziario della fase transitoria si riversi sul livello regionale e locale, con l’ulteriore rischio del venir meno anche dei pochi finanziamenti fin qui garantiti dallo Stato.
3.      L’esigenza di avere una base standard comune del servizio a livello territoriale non deve ledere l’autonomia e la potestà delle Regioni in materia di programmazione né far venir meno la scelta per la sussidiarietà nell’organizzazione del servizio che ci ha fin qui caratterizzato.
Pertanto, pur apprezzando gli intenti e gli obiettivi che si vogliono perseguire volti a garantire in modo più omogeneo agli studenti disabili la fruizione del servizio, nonché la valorizzazione delle competenze degli assistenti e ad assicurare loro una stabilità nel rapporto di lavoro, si ritiene che il testo così come delineato presenti numerose criticità.

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