Lavoro e sindrome di Down: premiate a Roma 4 buone pratiche da imitare

ROMA – Una giornata per tracciare un bilancio del percorso fatto da Aipd – Roma per l’inclusione lavorativa delle persone con sindrome di Down a Roma, grazie alla convenzione con il Comune di Roma Dipartimento Politiche Sociali e Salute. Un’occasione, quella di oggi, per dare luce, grazie al premio “Aipd Roma per il lavoro 2023”, a esperienze innovative, sostenibili e replicabili. Lo fa sapere l’Aipd Roma in una nota. “A Roma i lavoratori con sindrome di Down sono sempre più presenti all’interno delle aziende, spesso anche con contratti a tempo indeterminato e in settori lavorativi sempre più diversificati – dichiara Daniele Caldarelli, Presidente di Aipd Roma durante la premiazione –. Le sfide su cui ogni giorno ci confrontiamo con il Servizio di Inserimento Lavorativo ci dicono che molto è stato fatto, ma molto resta ancora da fare per una piena inclusione lavorativa delle persone con sindrome di Down o con una disabilità cognitiva. Un risultato possibile solo grazie alla collaborazione di tutti gli attori coinvolti: lavoratori, istituzioni, aziende, associazioni. Un grazie a quanti ogni giorno sono al nostro fianco con impegno e attenzione”.

L’iniziativa è l’occasione per consegnare il Premio “Aipd Roma per il lavoro 2023” a 4 realtà che hanno mostrato particolare impegno nell’inserimento lavorativo delle persone con sindrome di Down e che rappresentano delle buone pratiche da far conoscere e diffondere: Centro per l’impiego Ufficio Sild Roma, Mercato Centrale di Roma, Nespresso Italia e Adidas Italia. “Avviare nuovi percorsi di autonomia e di inclusione ha un duplice vantaggio: si accolgono le persone più fragili, ma allo stesso tempo si offre alle aziende un’occasione per migliorare la loro efficienza, con reali ripercussioni positive nei processi produttivi”, dichiara Barbara Funari, assessora alle Politiche sociali e alla Salute del Comune di Roma “Una sfida che si può vincere tutti insieme: Istituzioni, terzo settore e aziende.”

I lavoratori con sindrome di Down: quanti e dove

In Italia sono circa 38.000, di cui 23.000 maggiorenni, le persone con sindrome di Down. Nonostante i lavoratori con sindrome di Down siano sempre più presenti all’interno delle aziende, spesso anche con contratti a tempo indeterminato, l’85% delle persone con sindrome di Down non lavora. (Indagine Censis-Aipd, 2022). L’87% delle persone con sindrome di Down occupate è al Centro-Nord. A dicembre 2022, nell’ambito della rete Aipd (dati nazionali), i lavoratori con sindrome di Down risultavano 233, di cui 212 a tempo indeterminato e 142 coinvolti in tirocini a norma di legge. Negli ultimi 10 anni, si è registrata una significativa crescita: nel 2013 erano infatti 86 i lavoratori con sindrome di Down, sempre all’interno della rete Aipd. Per quanto riguarda i contesti lavorativi, più del 70% degli inserimenti è in aziende private o nel pubblico, il resto in cooperative sociali di tipo B. Sempre più diversificati sono oggi gli ambiti lavorativi: uffici, fabbriche, parrucchieri e saloni di bellezza, case di riposo, ospedali, farmacie, bar, pub, ristoranti, fast-food, mense, pizzerie, gelaterie, supermercati, hotel e altre strutture ricettive, negozi, centri commerciali, stazioni, aeroporti, scuole e uffici pubblici ecc.

Le voci dei datori e dei lavoratori

Racconta Lucia Tutone, responsabile delle Risorse umane per il Mercato Centrale Roma: “La nostra esperienza aziendale con i lavoratori con sindrome di Down nasce nel 2018 quando, alla luce della crescita della nostra società la legge ci ‘imponeva’ di assumere un lavoratore con disabilità. Ci siamo messi in contatto con l’Aipd di Roma, scoprendo un mondo di progetti e di opportunità. Da allora insieme a Valerio, Matteo e Eugenio siamo cresciuti tutti: abbiamo imparato a definire meglio i nostri ruoli, a essere più chiari e trasparenti nelle procedure, non ultimo a rallentare e a sincronizzare i nostri tempi dove necessario. Cosa non facile per una realtà grande come il Mercato Centrale che, con la sua posizione all’interno della stazione Termini di Roma, vede passare ogni giorno oltre 10 mila clienti”.

Alice ha 26 anni e mezzo e ha compiuto da poco il suo primo anno di lavoro nello store Adidas nel Centro commerciale di Castel Romano. Qui si occupa della vendita, del riassortimento delle merci in magazzino, della valutazione del gradimento dei clienti all’uscita del negozio. “A volte mi impunto, mi stanco oppure non sono soddisfatta di quello che faccio – racconta – ma grazie all’aiuto dei miei colleghi riesco a superare le difficoltà”. Una “squadra” che sente sempre al suo fianco, a cui chiedere aiuto quando gli scaffali sono troppo alti per lei e quando pensa di non farcela. A cui non si stanca di dire, come un vero coach, “Non mollate mai! Le cose si risolvono insieme!”. Daniela ha 31 anni e da cinque lavora come addetta alle vendite in uno dei punti Nespresso di Roma. Alla domanda “Lavori?”, risponde con sicurezza e soddisfazione: “Lavoro sì!”. Un lavoro che le piace per l’incontro con i clienti e per i rapporti con la “banda” dei suoi colleghi. Dove gli incidenti e le difficoltà incontrati lungo il percorso non sono mai ostacoli, ma disposizione a “riparare gli errori”. Un lavoro che, anche grazie allo stipendio, la fa sentire libera e indipendente.

Fonte: redattoresociale