I “Corpi invisibili” danzano nel nome della diversità e della reciprocità omaggiando Italo Calvino

di Marco Berton

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La danza come mezzo privilegiato per trasmettere la bellezza della diversità e l’importanza della reciprocità: è questa l’anima di “Corpi invisibili 2.0”, progetto ideato e guidato dalla danzatrice e coreografa Gabriella Cerritelli con l’associazione Concor_danze, in collaborazione con l’Istituto Salvemini e con il Polo del 900 e con la partecipazione dell’attore Gianni Bissaca e del musicista Giorgio Li Calzi. Il tutto omaggiando Italo Calvino e le sue “Città invisibili” nel centenario della nascita.

Cos’è “Corpi Invisibili 2.0”

“Corpi invisibili 2.0” si caratterizza come un percorso aperto a tutti i cittadini e le cittadine e fatto di cinque incontri più una performance finale: “Nel suo libro – spiegano gli organizzatori – il grande scrittore è riuscito a rendere visibile l’invisibilità: allo stesso modo, il nostro progetto vuole dare visibilità, spazio e attenzione a un ricco ed eterogeneo gruppo di persone di diversa età, formazione, abilità e provenienza. Persone che, come ‘città calviniane’, con la loro memoria, il loro desiderio, i loro scambi, il loro rapporto con il mondo e con il cielo, danzano e tirano fuori la propria musica interiore stimolate dalle letture live del testo da parte di Bissaca e dalla sonorizzazione con tromba ed elettroniche a cura di Li Calzi”.

Le date e gli obiettivi

Gli incontri sono iniziati sabato 11 novembre e proseguiranno sabato 25 e domenica 26 novembre, dalle 15 alle 19, presso la casa del quartiere PiùSpazioQuattro di Via Saccarelli 18 a Torino. La performance finale, invece, è in programma al Polo del 900 in Via del Carmine 14: “I principali obiettivi – concludono – sono quelli di favorire una dimensione di ascolto e rispetto dell’altro e dell’ambiente attraverso il gesto e il movimento creativo della danza, creare una poetica basata sulla diversità, sviluppare uno sguardo diverso e più attento nei confronti del corpo e della storia che esso porta, portare sul piano esperienziale il superamento delle barriere e delle diversità fra le persone accogliendo le differenze come potenzialità e ritrovare una dimensione sensoriale ed emozionale quale guida umana verso il riconoscimento reciproco”.