Sport, vita, malattia, disabilità…i pensieri del ricercatore Massimiliano Gollin raccolti nel libro “Fino all’ultimo led”

di Marco Berton

“Un inno alla vita”: è questo lo spirito di “Fino all’ultimo led – flusso di coscienza”, libro postumo del ricercatore torinese Massimiliano Gollin, morto nel 2020 a causa della sclerosi multipla; a descriverlo in questo modo è Patrizia Delsoldato, moglie e autrice della prefazione. Il volume, edito da Buendia Books e uscito lo scorso 3 ottobre, è stato presentato mercoledì al Circolo dei Lettori di Torino.

“Fino all’ultimo led” fissa su carta i pensieri del suo autore e il suo modo di intendere e affrontare la vita: tutto questo attraverso temi come lo sport (sua grande passione), la famiglia, la scienza, l’amicizia, la religione, la malattia e la conseguente disabilità, in un vera e propria metafora dell’esistenza: “Rappresenta – ha proseguito Delsoldato – in pieno la sua essenza: ad emergere, infatti, non è la tristezza ma la sua grande voglia di vivere; aprendolo in qualsiasi punto è possibile comprendere i punti cardinali del suo pensiero e conoscere le sue esperienze di vita. Il suo motto preferito, non a caso, era ‘cado e mi rialzo’ e la pubblicazione di questo libro è come aver realizzato un sogno”.

Laureato in Scienze e Tecniche dell’Attività Fisica e Sportiva e in Scienze e Tecniche dello Sport e dell’Allenamento, dottore di ricerca in Medicina e Terapia Sperimentale e specializzato in Kinesiologia Preventiva e Rieducativa, Gollin è stato ricercatore del Dipartimento di Scienze Cliniche e Biologiche dell’Università di Torino e docente alla SUISM di Torino, alla Scuola dello Sport di Roma, alla Scuola Inter-ateneo SIS Piemonte e al CONI, oltre che ottimo triatleta: “L’ho conosciuto – ha ricordato Gianni Cordero, ricercatore, docente universitario e suo “mentore” – in palestra 30 anni fa che era un ragazzino e, fin da subito, sono stato contagiato dalla sua vitalità e dal suo approccio al mondo dello sport. Da lì, insieme, siamo riusciti a trasformare la sua passione in una professione scientifica: i suoi successi e le sue fatiche ci hanno arricchito a vicenda”.

Al di là del consistente curriculum professionale, a trasparire dalle testimonianze contenute al termine delle oltre 200 pagine sono anche le grandi capacità nel tessere relazioni e costruire reti tra persone e organizzazioni. A questo proposito, è molto eloquente la collaborazione portata avanti con la UILDM Unione Italiana Lotta alla Distrofia Muscolare: “Abbiamo conosciuto Massimiliano – ha raccontato Antonella Benedicenti della sezione torinese – grazie alla comune attività di sensibilizzazione nelle scuole: da lì è nato il suo interesse nell’approfondimento dello studio sui nostri movimenti fisici e un progetto di lavorare sul mantenimento del funzionamento muscolare residuo, diventato successivamente anche una tesi di laurea”.

L’eredità intellettuale e materiale di Gollin verrà trasmessa alle generazioni presenti e future anche grazie alla startup Mind to Move (spin off accademico dell’Università di Torino, ndr), che ha contribuito a fondare ed è impegnata nel trattamento e nella cura della persona a 360° attraverso un approccio multiprofessionale e interdisciplinare. L’attività ha contribuito alla creazione del master universitario di I livello “Mind to move health specialist – Specialista della salute psico-fisica” e del progetto “Tu sei un pezzo unico”, che ha l’obiettivo di supportare le persone con patologie croniche non trasmissibili (come la sclerosi multipla) e le loro famiglie superando lo stigma dell’identificazione con la malattia.