Al Festival della Scienza di Genova presentato il progetto tecnologico “Sense”

Plastico multisensoriale di via Garibaldi, collocato a Palazzo Rosso, a GenovaGenova – L’arte incontra la tecnologia, dimostrando come l’approccio multidisciplinare sia il motore per superare barriere e limiti. Sense, riproduzione in scala reale, tattile e sensorizzata di un’opera d’arte, nato come studio legato al tema dell’accessibilità per agevolare il pubblico cieco e ipovedente, racconta proprio una storia di piani diversi che si incontrano, incastri che diventano opportunità. Sense è prima di tutto il progetto di dottorato in “Studio e valorizzazione del patrimonio storico, artistico-architettonico e ambientale” dell’Università di Genova di Manuela Serando, genovese, 38 anni. Una storica dell’arte con la passione per la tecnologia. «L’idea di partenza è stata quella di avvicinare l’arte a tutto il pubblico – spiega – nel caso specifico agli ipovendenti e non vedenti ma le applicazioni possono essere ampie, rivolte ad esempio alle scuole, ai musei».

Partner tecnologico del progetto è la genovese Ett, industria digitale e creativa internazionale specializzata in innovazione: la tesi è diventata un prodotto, il cui prototipo viene presentato in questi giorni al Festival della Scienza di Genova, negli spazi del Villaggio dell’Innovazione Raise al Porto Antico (Porta Siberia, fino al 5 novembre). In questo dialogo tra creatività, scienza e tecnologia, la storica dell’arte è stata poi assunta da Ett come content specialist e cultural project manager.

L’ambito realizzativo del prototipo sono stati i bassorilievi bronzei del Giambologna, scultore fiammingo del XVI secolo attivo soprattutto a Firenze, conservati nella Cappella del Palazzo dell’Università di via Balbi. «Per permettere a un pubblico ciecoe ipovedente di cogliere la complessità strutturale e stilistica delle composizioni è stato realizzato un modello in scala 1: 1 del bassorilievo della “Deposizione nel sepolcro” associato, grazie a un sistema di sensori, a una audio-guida sincronizzata. Il modello consente, quindi, di unire alla percezione tattile il valore aggiunto della narrazione. I sensori attivano i contenuti al semplice contatto con la superficie, abbattendo così significativamente le barriere tra il pubblico e l’opera. Le mani sono libere di muoversi e di esplorare in autonomia il modello, senza mediazioni, “cuciture” o stacchi, che possono “alterare” l’esperienza».

Grazie alla scansione laser, il bassorilievo è stato ricostruito con stampante 3D, arricchito quindi di sensori e tracce audio: «Abbiamo lavorato insieme a molti volontari ipovedenti e non vedenti e rappresentanti dell’Uici – continua Serando – per tradurre il reale in immagini mentali. È un lavoro che mette insieme diverse competenze, richiede un accurato studio su contenuti e sul modo di veicolarli, coniuga conoscenze storico-artistiche, tecniche di storytelling con i principi della percezione tattile. Un mese almeno per raccogliere i dati, per stampare il modello occorrono invece pochi giorni».

Sense non più un prototipo ma un prodotto adattabile a diverse esigenze e diverse applicazioni: si può attivare il bluetooth o il wifi per collegare cuffie o auricolari esterni, adattare le tracce audio a diverse disabilità ed esigenze. Anche il budget per realizzare il prodotto può essere modulato, ampliando o diminuendo ad esempio il numero dei sensori. «I campi di applicazione possono essere diversi – aggiunge Chiara Quartero, content specialist e cultural project manager di Ett – Il progetto può essere facilmente adattato ad altre necessità, si possono fare versioni per le scuole, per rendere più semplici alcune spiegazioni, rendendo facili concetti di matematica o geometria, si possono realizzare mappe della città, guide turistiche».

Il concetto si lega anche all’idea di smart city e trova già una prima applicazione a Genova. «Un plastico multisensoriale, a cura di Ett, con audio e video guida in Lis sincronizzate, è ospitato a Palazzo Rosso in via Garibaldi – conclude Serando – permette di conoscere i beni artistici e architettonici di Strada Nuova, la Via Aurea dell’antica città rinascimentale e barocca con i suoi palazzi. Abbiamo anche avviato una collaborazione con il museo Anteros di Bologna, che espone una collezione di traduzioni tridimensionali in bassorilievo di celebri dipinti, e con Palazzo Pretorio di Prato».

Fonte: ilsecoloxix.it