Le persone con disabilità per le quali è più difficile trovare lavoro

Immagine di colloquio di lavoroForse è bene sfatare la leggenda metropolitana che vede tutte le aziende arroccate in difesa del nemico “Il disabile”, “armato” della Legge 68/99 (Norme per il diritto al lavoro dei disabili), che vuole entrare ad ogni costo, e che sono disposte a pagare le sanzioni piuttosto che assumerlo.
Non voglio dire che le aziende siano culturalmente aperte all’inclusione, ma molte sono disponibili al di là di ogni aspettativa. Spesso, infatti, incontro imprenditori che assumono oltre la quota d’obbligo prevista, che attivano progetti inclusivi, che sostengono lo sviluppo di cooperative sociali, ecc. Spiace che tutte queste iniziative rimangano sconosciute ai più e soprattutto ai servizi pubblici per il collocamento. Molte aziende, insomma, sarebbero disponibili ad attivare buone pratiche e sperimentazioni, ma spesso trovano l’intoppo del Collocamento Disabili competente per territorio, che spesso sconsiglia o rifiuta progetti di assolvimento degli obblighi che fanno ricorso a sperimentazioni e buone prassi. Quasi sempre la giustificazione è l’assenza di norme che regolino queste azioni e viene accusato il Ministero del Lavoro di non provvedere, pur sapendo che la gestione del mercato del lavoro è una competenza regionale. Ne consegue che le Linee Guida in materia di collocamento mirato delle persone con disabilità del 16 marzo 2022 resteranno, come previsto, lettera morta.

Un esempio emblematico è rappresentato dalle “adozioni lavorative”, rivolte a persone con disabilità che per complesse problematicità personali non possono avere un regolare rapporto di lavoro, regolamentate nella Provincia di Lecco dal 2003 e in quella di Bergamo dal 2018. Esse sono state deliberate proprio in questi giorni dalla Regione Valle d’Aosta e probabilmente entro la fine dell’anno lo saranno anche in Regione Lombardia.
Come ANDEL (Agenzia Nazionale Disabiliutà e Lavoro), grazie anche al sostegno del programma televisivo Le iene, stiamo cercando di diffonderle su tutto il territorio nazionale, riscontrando particolare interesse fra le aziende stanche di ricercare figure professionali introvabili e pagare quote ingentissime per essere esonerate dall’assumere. Ma tutto rimane avvolto dalla nebbia dell’immobilismo. Pazienza! Continueremo a sollecitare le Regioni e nel contempo a proporre progetti innovativi in collaborazione con le aziende disponibili.

In merito vorrei qui parlare del progetto Visibili, promosso dalla ditta OXO (Consorzio Optocoop), che riunisce circa quattrocento centri ottici distribuiti su tutto il territorio nazionale, in collaborazione con ANDEL.
L’iniziativa prevede l’inserimento, in adozione lavorativa a distanza, di circa cinquecento persone con disabilità intellettive (uno per ogni punto vendita, distribuiti su tutto il territorio nazionale).
I percorsi di accompagnamento al lavoro verranno realizzati grazie alla collaborazione con i servizi territoriali interessati e si prevede il ricorso alla buona pratica delle citate adozioni lavorative a distanza tramite la quale si stabilisce che i costi dell’inserimento siano a carico delle aziende soggette agli obblighi della Legge 68/99. In assenza di eventuali provvedimenti normativi in merito, si procederà con lo strumento del tirocinio extracurriculare.

La disponibilità della ditta OXO, tuttavia, non è isolata: oltre trecento aziende sparse su tutto il territorio nazionale hanno dato infatti la propria disponibilità ad ospitare persone con disabilità fragili, mentre un numero non quantificabile di aziende sono disponibili a sostenere l’inserimento di persone con disabilità complesse, offrendo ai servizi territoriali il contributo economico necessario per lo svolgimento dei tirocini in adozione lavorativa.
Purtroppo il disinteresse delle Istituzioni preposte al collocamento dei disabili fa sì che molte aziende non provvedano alle assunzione per mancanza di lavoratori adeguati, evadendo così legalmente gli obblighi e lasciando alcune centinaia di migliaia di persone a carico delle famiglie o inserite in costose strutture speciali a carico del bilancio pubblico.
Nell’attesa dunque che il Ministero del Lavoro e le Regioni, timonieri che hanno fatto arenare il sistema italiano di collocamento, si risveglino, stiamo raccogliendo le disponibilità di tutti. Infatti, al progetto Visibili se ne stanno aggiungendo altri particolarmente innovativi e soprattutto volti a favorire l’inclusione lavorativa delle persone con disabilità che incontrano maggiori difficoltà ad accedere al mondo del lavoro.

Fonte: superando.it