Sclerosi multipla, fermare la progressione della disabilità è possibile

Nuovi dati sull’efficacia a lungo termine di ocrelizumab: dopo 10 anni di trattamento il 77% dei pazienti non ha mostrato progressione della disabilità e il 92% continua a camminare in autonomia.

La sclerosi multipla è una malattia cronica del sistema immunitario che può portare a grave disabilità. L’infiammazione che si scatena a seguito dell’attacco da parte del sistema immunitario dello strato isolante che circonda le cellule nervose può provocare una vasta gamma di sintomi, tra cui debolezza muscolare, spossatezza e problemi alla vista, e può aggravarsi fino ad una disabilità permanente. La maggior parte delle persone con SM manifesta il primo sintomo tra i 20 e i 40 anni di età, il che rende questa patologia la causa principale di disabilità non traumatica nei giovani adulti. Ecco perché bloccare la progressione della disabilità è un risultato fondamentale nella cura di queste persone. Su queto fronte buone notizie sono arrivate durante il 9° congresso congiunto ECTRIMS-ACTRIMS (European Committee for Treatment and Research in Multiple Sclerosis/Americas Committee for Treatment and Research in Multiple Sclerosis): dopo 10 anni di trattamento continuo con ocrelizumab, nel 77% dei casi non c’è stata progressione di disabilità e il 92% dei pazienti con malattia recidivante si è dimostrato in grado di camminare ancora senza l’impiego di alcun presidio.

“Ocrelizumab è la prima terapia diretta contro i linfociti B approvata per la sclerosi multipla recidivante o primariamente progressiva (SMR o SMPP). È straordinario constatare che, dopo 10 anni di trattamento e 300.000 pazienti trattati in tutto il mondo, la stragrande maggioranza dei pazienti con SMR rimane libera da progressione della malattia” ha dichiarato Massimo Filippi, Direttore delle Unità di Neurologia, Neurofisiologia e Neuroriabilitazione dell’IRCCS Ospedale San Raffaele, Università Vita-Salute, Milano. “Questi risultati indicano che le persone con SMR e SMPP hanno ancora molti anni davanti a sé da vivere in piena indipendenza, in cui non dovranno avvalersi di un ausilio per la deambulazione”. 

I dati a lungo termine rafforzano l’importanza cruciale del trattamento precoce nel preservare le capacità funzionali in tutto lo spettro della SM, mostrando un minor rischio di eventi di disabilità nei pazienti con SMR e SMPP che hanno iniziato prima il trattamento con ocrelizumab. 

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