Torino, sono disabile al 100% e da due mesi attendo la riparazione del sollevatore


Torino – Quella che ha raggiunto la redazione del Quotidiano Piemontese è la storia di un disservizio, di un ritardo che può trasformarsi in un problema enorme se la persona che lo subisce è una persona con disabilità. La vicenda capita a Torino e l’uomo che ci scrive ha deciso di farlo “per portare alla vostra attenzione uno dei disagi che quotidianamente affliggono migliaia di disabili”.

Questo il suo racconto: <<Dal 2016 sono in carrozzina a causa di una distrofia, e sempre da quella data ho un’invalidità del 100%. Da quella stessa data, la ASL di Torino mi ha fornito degli ausili che sono un sollevatore, che mi è indispensabile per poter salire e scendere dal letto e per andare al bagno ed in doccia, e di una carrozzina elettronica. Naturalmente sono apparecchi soggetti ad usura e che necessitano di riparazioni. Proprio la riparazione del sollevatore sta diventando un calvario che sembra non avere fine>>.

A maggio si è rotto il sollevatore

<<Ho richiesto la riparazione il 24 maggio 2023 all’ASL di competenza, tramite il portale “Ocean”, e nonostante sia stata quasi subito autorizzata la riparazione non sono ancora riuscito a farmelo riparare nonostante le continue chiamate al call center dell’ASL ed i loro continui solleciti agli incaricati che devono provvedere fisicamente alla riparazione; siamo ormai giunti al 19 luglio 2023 e dopo quasi 2 mesi il sollevatore è ancora da riparare. E non è la prima volta che capita una situazione del genere; già verso fine 2022 sono stato costretto ad affittare un sollevatore per poter supplire ad una riparazione che tardava ad arrivare. Capisco che le nostre strutture sanitarie sono oberate di richieste ma queste procedure vanno ad aggravare ulteriormente il funzionamento e rallentano una macchina già ingolfata, impedendo il corretto smaltimento delle richieste>>.

Una possibile soluzione del problema

<<L’ASL sa quali sono gli ausili che mi sono stati forniti, probabilmente ne conosce anche il numero seriale; anche l’officina ortopedica, di riferimento dell’ASL, conosce gli ausili ed il numero seriale che ho io in dotazione (confermato più volte dalle loro segretarie) quindi mi domando: non sarebbe più semplice e funzionale aprire un canale diretto con chi fisicamente deve fare l’intervento? Se l’intervento era dovuto allora l’ASL può rimborsare i tecnici, se l’intervento, per mille motivi, non era dovuto allora se ne farà carico chi l’ha richiesto. Il risultato della situazione attuale è che centinaia di disabili della ASL 1 di Torino devono attendere ed attendere ed attendere per poter avere un servizio che è fondamentale per poter vivere una vita dignitosa, non dico agiata, ma semplicemente dignitosa>>.

Fonte: quotidianopiemontese