Nasce il software (gratuito) che genera file 3D in Braille di Sabina Pignataro

Creare una targa, un pannello segnaletico o una stampa informativa in Braille può rivelarsi più complicato del previsto. Normalmente, infatti, il designer incaricato della progettazione non conosce questo alfabeto e quindi potrebbe incappare in errori di conversione e copiatura dei caratteri. Per questo motivo in Polo Meccatronica, l’hub 4.0 di Trentino Sviluppo a Rovereto, Matteo Perini, ingegnere del laboratorio ProM Facility, ha ideato un software specifico (e gratuito) che genera in autonomia i file 3D necessari per stampare le targhe e i materiali segnaletici in Braille. Il software può essere utilizzato gratuitamente da tutti i designer che devono stampare materiali accessibili alle persone con disabilità visive.

E’ liberamente fruibile on-line su http://braill3d.eu

«L’idea – spiega Perini – mi era venuta già anni fa, in occasione di una precedente esperienza lavorativa al Muse, il Museo dedicato alla Natura e alla Scienza di Trento, dove il tema dell’inclusione sociale era all’ordine del giorno. Prima di partire con la programmazione, però, ho dovuto imparare l’alfabeto Braille e come convertire le lettere in solidi». Nello specifico il software ideato da Perini permette di generare automaticamente i file 3D pronti poi per essere stampati, sempre attraverso la tecnologia “3D printing”.

«La trovo un’idea molto interessante – osserva Giuliano Beltrami, giornalista cieco e vicepresidente della sezione trentina dell’Unione italiana ciechi e ipovedenti – perché va incontro ad un’esigenza non banale: consentire di comunicare con il metodo di scrittura Braille anche a chi il Braille non lo conosce. Vale in particolare per i docenti curriculari (i colleghi di sostegno si presume lo conoscano), ma può valere per i trascrittori delle case editrici o per gli stampatori. L’incognita, verificata in altri tentativi simili, era rappresentata dall’esatta collocazione dei puntini e dallo spessore, ovvero quegli elementi capaci di renderli leggibili: incognita in questo caso superata a pieni voti».

Maggiore accessibilità in casa e negli esercizi commerciali

Ad oggi, nel mondo, esistono due alfabeti Braille: a 6 punti e a 8 punti. Quello a 6 punti, il più consueto, permette solo 64 combinazioni differenti, non sufficienti a restituire la complessità di tutte le lettere che utilizziamo. «Anche perché in Braille non si scrivono solo parole, ma anche numeri, note musicali, formule chimiche e matematiche, giochi di carte. Senza contare, poi, gli adattamenti agli alfabeti diverso da quello latino, come l’arabo e cirillico. I simboli, quindi, vengono riutilizzati e acquisiscono significati diversi a seconda del contesto. A volte, due o tre simboli vengono combinati insieme per formare una sola lettera, come ad esempio la @ delle e-mail». Per questo motivo, più i simboli vengono tracciati in modo chiaro e coordinato, maggiori saranno le possibilità di restituire un messaggio articolato in maniera corretta.

Il laboratorio di prototipazione meccatronica di Trentino Sviluppo a Rovereto ha realizzato anche un nuovo set di targhette morbide e segnalatori in poliuretano sovrascritti in Braille da incollare sugli oggetti domestici, come l’oliera o lo shampoo, per renderne immediata la fruizione da parte delle persone cieche e ipovedenti.

Fonte: vita.it