di Fabio Rossignoli
L’Osservatorio Regionale Antidiscriminazione è una proposta fortemente voluta dall’Associazione GiULiA Giornaliste eseguita insieme al Dipartimento di Culture, Politica e Società dell’Università di Torino grazie al sostegno della Regione Piemonte. GiUliA è nata del 2012 con l’obiettivo è quello di dare voce alle forme di rappresentanza delle donne giornaliste.
Tra il 1° luglio 2021 e il 31 marzo 2022, è stata realizzata una ricerca impegnativa, unica nel suo genere, in grado di dare risposte aggiornate e scientificamente valide.
La comunicazione distorta e discriminante continua costantemente a denigrare il lavoro e la competenza delle donne nel mondo del giornalismo. Secondo la statistica di un recente studio, occorrono circa 67 anni per ottenere la totale parità di genere e le donne abbiano una reale e concreta forma di rappresentanza nel mondo del giornalismo. Tale professione nasce, infatti, in un contesto prettamente maschile che ormai non è più specchio fedele di quel mondo che conta, fortunatamente, anche autorevoli voci femminili.
L’Università di Torino intende affrontare queste tematiche analizzando e approfondendo il fenomeno della discriminazione locale nel territorio piemontese attraverso specifiche tesi di laurea che prendano in considerazione dati qualitativi e quantitativi raccolti con indagini approfondite negli archivi RAI utilizzando criteri studiati e stabiliti ad hoc con i quali si è potuto ricostruire il modo in cui la discriminazione si è espressa negli anni, cambiando forse nella forma ma mai nella sostanza.
Le linee di indagine della ricerca individuate si sviluppano in tre direzioni:
Complessivamente sono state classificate 9952 notizie tra articoli, servizi e notizie sulla disabilità dove si concentrano maggiormente le statistiche più allarmanti: il discorso sulla disabilità è immaturo, grammaticalmente scorretto e gli errori sono molto accentuati e gravi.
Riguardo le persone con disabilità i dati ci dicono che vengono ancora rappresentate come “ragazzi speciali” (sono state notiziate soprattutto persone di sesso maschile), oppure ricorre l’utilizzo del solo nome per fare riferimento a una donna protagonista della notizia.
E’ necessario un cambio di paradigma anche culturale. I pensieri creano parole, le parole azioni, le azioni costruiscono la società. Rispettosa dei diritti di tutte, speriamo.