A 15 anni dalla campagna “Assumiamoli!”, l’associazione tira le somme, lancia la nuova campagna “Forza, lavoro!” e guarda al futuro: “In 15 anni sempre più lavoratori con sindrome di Down assunti in azienda e in settori diversificati. Ma nei prossimi 15 anni, ci aspettiamo che i numeri aumentino: oggi circa il 13% ha un lavoro”.
Sono tanti, ma sono ancora pochi: i lavoratori con sindrome di Down sono sempre più presenti all’interno delle aziende, spesso anche con contratti a tempo indeterminato, eppure oltre l’85% delle persone con sindrome di Down non lavora. A rammentarlo, in occasione della Festa del Lavoro, è l’Aipd, che lancia un appello congiunto alle aziende, agli imprenditori e ai lavoratori stessi: “Forza, lavoro!”. E’ questo il “motto” della campagna di quest’anno, in cui l’associazione ripropone lo spot “Assumiamoli!”, con il quale esattamente 15 anni fa aveva incitato i responsabili delle aziende ad aprire le porte a questi lavoratori.
Oggi quindi per Aipd è tempo di bilanci, ma soprattutto di proposte per il futuro: prima fra tutte, quella di dare piena attuazione alla legge 68/99, attraverso strumenti che ne semplificherebbero l’applicazione.
Spiega a tal proposito il presidente nazionale di Aipd. Gianfranco Salbini: “In questi 15 anni, non solo i numeri delle assunzioni sono significativamente cresciuti, ma anche i settori lavorativi si sono diversificati: oggi è facile incontrare lavoratori con sindrome di Down non soltanto in alberghi e ristoranti, ma anche all’interno di grandi catene commerciali, o in uffici amministrativi, o anche all’interno di servizi pubblici. La crescita che abbiamo registrato in questi 15 anni indubbiamente ci incoraggia e ci fa essere ottimisti, ma al tempo stesso constatiamo che i numeri sono ancora molto, troppo bassi: come evidenziato anche nella recente ricerca che abbiamo condotto insieme al Censis (“Non uno di meno ”), circa il 13% degli adulti con sindrome di Down ha un contratto da dipendente o collaboratore: il 35% di questi percepisce un compenso minimo, il 35% un compenso normale. Sono dati che devono farci riflettere e devono impegnarci seriamente per il futuro: dobbiamo fare in modo che le aziende assumano questi uomini e queste donne, consapevoli finalmente del valore umano e professionale che portano all’interno delle aziende”.
Le 4 proposte per migliorare l’inserimento lavorativo
Di qui le tre proposte dell’associazione. Eccole:
I lavoratori con sindrome di Down: quanti e dove
A dicembre 2022, nell’ambito della rete Aipd, i lavoratori con sindrome di Down risultavano 233, di cui 212 a tempo indeterminato e 142 coinvolti in tirocini a norma di legge. Negli ultimi 10 anni, si è registrata una significativa crescita: nel 2013 erano infatti 86 i lavoratori con sindrome di Down, sempre all’interno della rete Aipd.
Per quanto riguarda i contesti lavorativi, più del 70% degli inserimenti è in aziende private o nel pubblico, il resto in cooperative sociali di tipo B. Sempre più diversificati sono oggi gli ambiti lavorativi: uffici, fabbriche, parrucchieri e saloni di bellezza, case di riposo, ospedali, farmacie, bar, pub, ristoranti, fast-food, mense, pizzerie, gelaterie, supermercati, hotel e altre strutture ricettive, negozi, centri commerciali, stazioni, aeroporti, scuole e uffici pubblici ecc.
“Ingredienti” fondamentali per rendere efficaci e funzionali gli inserimenti lavorativi delle persone con sindrome di Down, sono in particolare: l’autonomia e le competenze dei lavoratori, l’organizzazione del lavoro secondo linee guida, la comunicazione, la consapevolezza e la cultura dell’inclusione maturate dalle aziende e soprattutto i servizi d’inserimento all’interno delle sezioni dell’associazione.
Al contrario, gli ostacoli e gli errori da evitare sono: la poca sinergia con i servizi pubblici del territorio, i pregiudizi, l’inadeguato accompagnamento nel rapporto tra il lavoratore e l’azienda.
Fonte: difesapopolo.it