Insegnanti di sostegno specializzati all’estero: quantità o qualità?

Foto di insegnante di sostegno con alunna Aumentano nelle nostre scuole gli insegnanti di sostegno assegnati alle studentesse e studenti con disabilità. Migliora dunque il rapporto insegnante/alunno (1,6 media italiana, seppur con differenze tra regione e regione) ma di questi docenti di sostegno uno su tre non ha una formazione specifica e il 20% viene assegnato in ritardo rispetto all’avvio dell’anno scolastico.

Qualche dato

Secondo gli ultimi dati Istat, presentati alla vigilia della Giornata internazionale delle persone con disabilità 2022, parliamo di 316mila alunni con disabilità, pari al 3,6% degli iscritti (circa 4mila in più rispetto all’anno precedente) e di 207mila insegnanti di sostegno assegnati, di cui più di 70mila (il 32%) in deroga cioè ricoperti da supplenti perlopiù senza specializzazione sul sostegno, assunti con contratto a tempo determinato e scadenza al 30 giugno.

Insegnare su una cattedra di sostegno senza avere una formazione specifica significa non avere competenze adeguate a svolgere quel ruolo, ma è vero anche che pure la specializzazione dei docenti di sostegno andrebbe adattata alle esigenze degli studenti con disabilità. A questo si aggiunge che gli insegnanti specializzati, dopo cinque anni trascorsi ricoprendo un posto di sostegno, possono chiedere di diventare di ruolo nella materia in cui si sono laureati. Il risultato, ben noto, è un turnover continuo, a discapito della qualità dell’inclusione, dell’apprendimento e del “ben-essere” degli studenti con disabilità, ma anche del “sistema” scuola nel suo insieme, continuamente destabilizzato. I vari TFA sostegno attivati dalle Università (la sigla sta per Tirocinio Formativo Attivo e indica il percorso di formazione necessario per il conseguimento della specializzazione per le attività di sostegno didattico agli alunni con disabilità, ndr) sono stati autorizzati con un notevole incremento rispetto all’anno precedente, ma il numero resta inadeguato se i posti di sostegno nelle scuole aumentano di 35mila unità anno dopo anno, considerando anche i docenti che devono essere sostituiti per pensionamento o appunto per il passaggio su posto comune. Di fatto, nonostante tanti sforzi, anno dopo anno gli insegnanti di sostegno non specializzati in servizio nelle nostre scuole aumentano in continuazione.

Le novità

Forse l’intento delle nuove norme contenute nel recente Decreto sulla Pubblica Amministrazione approvato nel Consiglio dei Ministri il 6 aprile e pubblicato in Gazzetta Ufficiale il 22 aprile (Decreto legge 22 aprile 2023, n. 44 Disposizioni urgenti per il rafforzamento della capacità amministrativa delle amministrazioni pubbliche, ndr) voleva essere quello di colmare questo gap? All’articolo 5 il decreto contiene infatti una specifica misura che riguarda i docenti abilitati all’insegnamento o che hanno conseguito la specializzazione sul sostegno all’estero (questi saranno inseriti in coda in appositi elenchi aggiuntivi per le supplenze, in attesa del riconoscimento del titolo). Al comma 3 dell’art 5 del Decreto si legge: «Per l’anno scolastico 2023/2024, coloro che sono inclusi nella prima fascia delle graduatorie provinciali per le supplenze di cui all’articolo 4, comma 6-bis, secondo periodo, della legge 3 maggio 1999, n. 124, con riserva di riconoscimento del titolo di abilitazione ovvero di specializzazione sul sostegno conseguito all’estero, sono iscritti in un apposito elenco aggiuntivo alla prima fascia delle medesime graduatorie, sino all’effettivo riconoscimento del titolo di accesso».

È proprio attorno a questo punto del riconoscimento della specializzazione sul sostegno e quindi sull’inclusione ottenuta magari in Paesi che non hanno esperienza di inclusione scolastica, noi che l’abbiamo da più di 50 anni, che si concentrano in questi giorni gli interrogativi. Il decreto prevede la nascita di un ulteriore elenco aggiuntivo, apposito. Niente assunzioni straordinarie agli aspiranti docenti inseriti con riserva in GPS (graduatorie provinciali per le supplenze, ndr): ai docenti specializzati all’estero inseriti con riserva nelle GPS dell’anno scolastico 2023/24 non sarà applicata la procedura straordinaria finalizzata all’immissione in ruolo per scorrimento delle GPS sui posti di sostegno. Quali le nostre preoccupazioni? La precarietà e la dubbia qualità della specializzazione ottenuta all’estero in materia di inclusione scolastica: quale sarà mai la formazione e la competenza che si potrà acquisire in uno Stato estero, quali le strategie didattiche ed educative inclusive, chi ne verificherà i requisiti per poter accedere all’insegnamento nelle nostre Scuole pubbliche? Sarà fatto sulla pelle dei nostri ragazzi e ragazze con disabilità. E a mio avviso questa sarà un’altra pezza per tentare di riparare ad un vulnus gravissimo: la carenza di formazione in materia di inclusione dei docenti. E non parlo solo dei docenti per il sostegno ma di tutti i curriculari.

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