Dobby, Luna e gli altri cani da assistenza motoria addestrati a migliorarci la vita

Bach porta il telecomando e Cloe apre i cassetti ai loro umani in carrozzina, Zac aiuta il padroncino con sindrome autistica: sono gli angeli a quattro zampe dell’associazione torinese ConTeSto

Dobby e Luna aiutano una bambina a superare la perdita del papà. Bach ha imparato a portare il telecomando al suo umano in carrozzina. Zac è diventato compagno di giochi di un bambino con sindrome autistica. Cloe apre i cassetti e attiva il videocitofono. Sono «cani da assistenza alla disabilità motoria» o da sostegno emotivo, spesso entrambe le cose, addestrati in questi anni dall’associazione torinese ConTeSto. Oltre ad occuparsi della classica Pet Therapy nei centri diurni o nelle scuole, prepara i cani a diventare parte di famiglie con bisogni speciali.

In Piemonte sono in pochi, non esistono scuole specifiche, spesso anche i cani guida dei non vedenti devono arrivare da fuori regione. In Italia la materia non è normata, non esistono titoli o brevetti, il servizio non è riconosciuto. «Noi siamo in grado di farlo perché siamo operatori cinofili per fini sociali, formati come coadiutori dei cani negli “Interventi assistiti con animali da compagnia”», spiega il presidente Claudio Artale, 43 anni, con Ylenia Sara Sanfilippo, 40 anni, socia fondatrice.

«È un percorso costoso: il cane in genere viene acquistato e selezionato in allevamenti specifici, quasi sempre labrador o golden, l’addestramento dura in genere un paio d’anni». La spesa può arrivare fino ai 4 o 5 mila euro, difficile da affrontare per una famiglia che già spende molto per altre cure e terapie. I cani non sono la bacchetta magica, ma l’aiuto che riescono a portare non ha paragoni.

Dobby e Luna, nomi ispirati a Harry Potter, sono fratello e sorella meticci, salvati da cuccioli dai maltrattamenti in un campo rom. Li ha adottati una mamma con due bambine, per aiutarle a superare la perdita del papà.

«Ci hanno chiamato per la più piccola, che aveva già diversi problemi poi peggiorati con il lutto». Luna è un cane «autorevole» che la rende più sicura e autonoma quando è fuori, ha imparato a stare ferma anche se perde il guinzaglio, è centrata e focalizzata sulla bambina. Dobby invece è un coccolone, che di sua natura ama farsi accudire. Ha imparato ad abituarsi alla manipolazione e al contatto.

Entrambi sono «cani da sostegno emotivo» a tutti gli effetti, se pur ancora in training. Lo è diventato anche Zac, che all’inizio aveva avuto qualche problema ad andare d’accordo con il suo compagno di giochi con sindrome autistica.

«Il cane era stato consigliato dal terapista, noi lo abbiamo abituato ai comportamenti del bambino, a distinguere tra i suoi giochi e gli altri per non mandarlo in crisi. Ora i momenti che trascorrono insieme sono una routine positiva per tutta la famiglia». L’aiuto dei cani da assistenza è più pratico. «Anni fa ci ha chiamato un signore in carrozzina dopo un incidente stradale. Malgrado avesse riqualificato tutta la casa, non si sentiva sicuro. Il suo cane Bach, un pastore tedesco, ha imparato a riconoscere dieci oggetti e a portarglieli, compreso il telecomando del cancello».

Nessun cane può sostituire un caregiver, ma la labrador Cloe sta aiutando il suo umano che ha una malattia neurodegenerativa. Ha imparato ad aprire le porte e i cassetti, ad attivare il videocitofono, persino a stare immobile per aiutarlo a trasferirsi nel letto. Ma non solo. Rispetto a qualsiasi ausilio elettronico, è diventata una compagna di vita.

Fonte: corrieredellasera