DISABILITA’. Osservatorio salute, quasi 13 milioni di persone in Italia

Sono quasi 13 milioni, spesso vivono da sole e i servizi loro dedicati sono scarsi, come pure le risorse stanziate a loro favore (28 miliardi di euro, quasi tutti impiegati per erogare pensioni – dati 2018): sono le persone disabili in Italia, assistite spesso da famiglie sempre più in difficoltà, perché devono sopperire alle mancanze delle istituzioni nazionali e locali. 

In più quasi una persona disabile su tre (32,1%) è a rischio di povertà. È questo in estrema sintesi il quadro delle persone con disabilità in Italia che emerge alla vigilia della Giornata internazionale loro dedicata, che si celebra domani 3 dicembre, promossa dalla Commissione Europea in accordo con le Nazione Unite. A fare il punto sul problema è l’Osservatorio Nazionale sulla Salute nelle Regioni Italiane, che ha sede presso la sede di Roma dell’Università Cattolica, che ha elaborato un agile focus sulla situazione attuale delle persone disabili pubblicato sul sito http://www.osservatoriosullasalute.it

I DATI PRINCIPALI

In Italia le persone disabili sono quasi 13 milioni, delle quali oltre 3 milioni sono in condizione di grave disabilità. Tra le persone con grave disabilità, quasi 1 milione e 500 mila ha una età superiore a 75 anni (fonte ISTAT: https://disabilitaincifre.istat.it/). “La disabilità è una condizione che interesserà sempre più italiani, grazie al costante allungamento della aspettativa di vita, per questo il nostro Sistema di welfare si troverà ad affrontare una domanda crescente di servizi per assicurare a queste persone l’assistenza sanitaria e sociale e il diritto a vivere una vita indipendente- afferma il dottor Alessandro Solipaca, responsabile Scientifico dell’Osservatorio Nazionale sulla Salute nelle Regioni Italiane diretto dal professor Walter Ricciardi; una sfida che il welfare moderno deve superare abbandonando l’approccio risarcitorio che caratterizza molti degli interventi di protezione sociale del nostro Paese, basati quasi esclusivamente sui trasferimenti monetari, trascurando completamente se questi siano efficaci ad assicurare loro il diritto a vivere la vita al pari delle altre persone”.

Infatti, le condizioni di salute e psicologiche di queste persone sono molto spesso precarie: il 58,1% delle persone con disabilità grave si dichiara in cattive condizioni di salute, il 6,2% lamenta problemi di depressione. I problemi di salute sono acuiti dalle difficoltà con le quali le persone con disabilità hanno accesso alle cure, come testimonia il fatto che il 15,7% ha rinunciato, nel corso dell’ultimo anno, a prestazioni o cure sanitarie per motivi economici. Inoltre, queste persone sperimentano molto spesso anche il ritardo con cui accedono alle cure, infatti sono il 21,3% delle persone con disabilità che lamentano questo problema (fonte: Rapporto Osservasalute 2021).

Le famiglie con disabili si trovano a sostenere frequentemente costi per le cure, sono infatti il 79,2% quelle che affrontano spese mediche, il 91% quelle che acquistano medicinali e il 33,1% che affrontano spese per le cure dentistiche. Tutte queste voci di spesa hanno un’incidenza più elevata per le famiglie con disabili rispetto al resto delle famiglie e molto spesso rappresentano per esse un onere pesante: per una famiglia su due le spese per visite specialistiche e accertamenti diagnostici sono un onere pesante (contro il 29,2% del resto delle famiglie residenti in Italia), il 43% ritiene che siano un onere pesante anche le spese per medicinali (contro il 19,5% a livello medio nazionale), e il 56,7% trova onerose le spese per cure dentistiche (contro il 38,6% osservato a livello nazionale) (fonte: Istat – Conoscere il mondo della disabilità. Persone, relazioni e istituzioni ISBN 978-88-458-2005-2). Circa un terzo delle persone con disabilità grave vive da solo, tra gli ultrasettantacinquenni la quota sale al 42%. Si tratta di dati molto preoccupanti, poiché palesano una diffusa condizione di vulnerabilità che coinvolge un numero elevato di persone, le quali non possono contare sull’aiuto di un familiare. 

Il problema più grave è la perdita di autonomia, infatti l’11,2% degli anziani (1 milione e 400 mila persone) ha gravi difficoltà in almeno un’attività di cura della persona, soprattutto tra gli ultrasettantacinquenni (1 milione e 200 mila): in questa fascia di età un anziano su cinque riporta tali difficoltà. Le attività nelle quali gli anziani sono meno autonomi sono fare il bagno o la doccia da soli (10,3%), sdraiarsi e alzarsi dal letto o sedersi e alzarsi da una sedia (7,3%), vestirsi e spogliarsi (7,3%), usare i servizi igienici (6,5%) ed infine mangiare da soli (3,6%). Circa il 7% degli anziani presenta gravi difficoltà in tre o più attività e tale quota sale al 12% tra gli ultrasettantacinquenni.

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