Vedere bene è un diritto per tutti: nasce la Fondazione OneSight EssilorLuxottica Italia

Vedere bene, per vivere bene: per assicurare a tutti il diritto a una buona vista nasce anche in Italia la Fondazione OneSight EssilorLuxottica, che ha proprio lo scopo di assicurare a tutti, anche a chi vive in condizioni di disagio, l’accesso alle visite oculistiche e, quando necessario, a un paio di occhiali. La Fondazione, presentata oggi presso il ministero della Salute, debutterà a Milano, dal 10 al 21 ottobre, con le “Giornate della Vista”, durante le quali saranno proposte visite e occhiali gratuiti a chi ne ha bisogno ma non può permettersi, a partire dagli ospiti della Casa dell’Accoglienza Jannacci.

È un bisogno concreto e consistente, quello a cui la Fondazione intende dare una risposta: ancora nel 2022, sono 2,7 i miliardi di persone al mondo con difetti visivi non corretti, nonostante le molteplici soluzioni in grado di risolvere l’80% di tutti i problemi legati alla vista. Per difendere il diritto a vedere bene e consentire un “accesso sostenibile” alle visite oculistiche e a occhiali da vista gratuiti a chi ne ha più bisogno, la OneSight EssilorLuxottica Foundation opera in tutto il mondo, riunendo le principali azioni di advocacy e filantropiche del Gruppo e aggrega sotto lo stesso tetto la lunga tradizione di iniziative sostenibili di Essilor e Luxottica.

Dal 2013, con il sostegno di Governi, Ong e una vasta rete partner, la Fondazione ha dato accesso permanente all’assistenza oculistica a mezzo miliardo di persone e ha fornito occhiali a oltre 50 milioni di individui nelle aree e nelle comunità svantaggiate del pianeta. Molte di loro hanno scoperto i benefici di una correzione visiva per la prima volta nella loro vita. Contemporaneamente, la Fondazione ha formato 20 mila imprenditori nell’ambito della cura di base della vista, che sono ora in grado di sostenere le loro famiglie fornendo assistenza oculistica alle loro comunità.

Facendo proprio l’obiettivo dell’Organizzazione delle Nazioni Unite, la Fondazione si è posta come traguardo quello di eliminare i difetti visivi non corretti nell’arco di una generazione: entro il 2050.
Una missione che, nel nostro Paese, viene ora affidata al nuovo Capitolo Italiano: la Fondazione OneSight EssilorLuxottica Italia ETS (Ente Terzo Settore), nata dalla fusione tra la Fondazione OneSight Luxottica Group Foundation-Onlus e la Fondazione Salmoiraghi & Viganò.

Redattore Sociale ha interpellato il Segretario generale della Fondazione, Andrea Rendina: “Anche in Italia c’è molto da fare: dai senzatetto ai rifugiati, tra cui ora anche molti siriani e ucraini, il diritto a vedere bene non è accessibile a tutti. Intanto, la soglia di povertà aumenta e assorbe sempre più italiani. Vogliamo dare a queste persone un contributo. È vero infatti che nel contesto italiano, l’assistenza sanitaria è aperta a tutti, ma è anche vero che, di fatto, non tutti hanno accesso al servizio sanitario, o si rivolgono a questo se non in caso di emergenza. In particolare, per quanto riguarda l’oculistica, è stato approvato anni fa un bonus visita da 50 euro, ma ancora manca il decreto attuativo – riferisce Rendina – Gli occhiali, poi, si pagano, anche se il loro costo può essere in parte detratto. D’altra parte, siamo consapevoli di quanto una buona vista permetta una buona vita, mentre vedere male significa rischiare di non avere accesso a molte opportunità sociali e culturali e, nei casi più gravi, porta all’isolamento. Per questo, abbiamo deciso di collaborare con le associazioni, per offrire oculisti e ottici all’interno degli spazi che ci metteranno a disposizione: i loro utenti potranno essere visitati e, se necessario, riceveranno un paio di occhiali gratuito. A ottobre saremo a Milano, a novembre a Belluno e  da febbraio andremo in una città al mese, per 10 mesi, sempre in collaborazione con le associazioni e creando una sorta di ambulatorio oculistico sociale itinerante”.

Per il futuro, ci sono anche altri progetti: “Chiederemo agli oculisti di offrirci 1-2 ore della loro attività professionale pro bono, così che possiamo inviare direttamente nel loro studio persone che hanno bisogno di una visita: l’idea è quella di creare, su tutto il territorio nazionale, degli studi oculistici sociali” inviare nei loro studi persone. Prevediamo di coinvolgere, tra ottobre e novembre, almeno 1.500 persone e il prossimo anno circa 15 mila. Contiamo molto sulla collaborazione delle associazioni, presso le quali stiamo incontrando interesse e disponibilità. Stiamo parlando con molte di loro, come Caritas, Croce Rossa, Sant’Egidio, per integrarle in questo progetto e ideare iniziative insieme. Insomma, vogliamo creare una rete filantropica dedicata alla vista, che comprenda la Fondazione, le associazioni e i professionisti (oculisti e ottici: al centro, la persona che deve essere aiutata a vedere meglio, perché possa vivere meglio. È uno sforzo mondiale enorme, in cui ci inseriamo con orgoglio”.

Per quanto riguarda le risorse economiche e quindi la sostenibilità del progetto, “la nostra è una Fondazione di emanazione aziendale, quindi molti proventi arrivano da EssilorLuxottica, poi ci saranno le donazioni: per esempio, a ottobre i negozi Salmoiraghi & Viganò doneranno 2 euro alla Fondazione per ogni occhiale venduto”.

Giornate della Vista 2022-23, si comincia

La prima tappa dell’iniziativa si terrà a Milano dal 10 al 21 ottobre, all’interno della Casa dell’Accoglienza “Enzo Jannacci”, messa a disposizione dell’Amministrazione comunale. Nella struttura si realizzeranno 5 sale allestite con strumentazione specialistica e messa a disposizione da EssilorLuxottica e dedicate alle visite oculistiche condotte dal team del Prof. Bandello, Direttore Unità di Oculistica dell’IRCCS San Raffaele Ospedale di Milano. Ci sarà, inoltre, una sala dedicata alla scelta dell’occhiale da vista con la presenza di un ottico EssilorLuxottica. “Questa iniziativa – commenta l’Assessore al Welfare e Salute del Comune di Milano Lamberto Bertolé – rappresenta un gesto concreto di sostegno verso chi nella nostra città ha più bisogno ed è importante che si svolga in uno spazio pubblico che storicamente ospita persone con storie di grande marginalità dando loro una possibilità di reinclusione sociale. Un riscatto che non può prescindere dal raggiungimento di una condizione di salute e di benessere fisico che è la base per ogni percorso verso l’autonomia”.

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