EmployAbility: stop alle barriere nel settore tecnologico

Al di là della disabilità, ecco le borse di studio per studiare ingegneria informatica. “Per noi le persone sono il maggior valore di cui disponiamo- spiega la responsabile di “People Operations”, Nicolle Wasserman-. Crediamo nell’importanza di valorizzare tutti i talenti. A prescindere dalle condizioni di partenza”

Oltre le barriere della disabilità. “Per noi le persone sono il maggior valore di cui disponiamo- spiega la responsabile di “People Operations”, Nicolle Wasserman-. Crediamo nell’importanza di valorizzare tutti i talenti. A prescindere dalle condizioni di partenza”. Perciò Bending Spoons offre borse di studio per studiare ingegneria informatica. Vengono offerti 10mila euro per ogni studente selezionato. e La scadenza è il 29 gennaio 2023. Tecnologia è sinonimo di progresso. Tuttavia, ancora oggi ragazzi e ragazze con disabilità faticano a farsi spazio nel settore tecnologico. E non solo. Per questo motivo Bending Spoons ha avviato un progetto in partnership con la no-profit inglese EmployAbility. Mettendo a disposizione borse di studio del valore di 10mila euro l’una per studenti e studentesse con disabilità in una università europea. Al via, quindi, il piano per giovani interessati a studiare ingegneria informatica.

Possibilità di accesso
In Italia solo il 28% degli atenei offre servizi di trasporto per studenti disabili. Ma il 95% garantisce accesso e servizi. Il tasso di iscrizione è fermo al 23%. L’italia è indietro rispetto all’Europa. Secondo la ministra per le disabilità Erika Stefani “il diritto allo studio è fondamentale”. E rientrerà nelle agende per il futuro perché “l’inclusione è un tema trasversale“. Diritto allo studio, ma ancora non per tutti: gli studenti disabili nelle università italiane sono 36 mila. Ovvero due su cento. Va anche peggio per i disabili che possono fare attività di ricerca “post lauream”. Sono solo 488. Ancora troppo pochi, considerando che secondo dati ufficiali Inps i disabili in Italia sono almeno 3 milioni e 380 mila. Ma è un dato sottostimato. In base a studi recentemente pubblicati da Repubblica, le persone con varie forme di disabilità sarebbero almeno 7 milioni. “Servono risorse non solo per il tutorato – osserva il professore Antonio Uricchio, presidente Anvur -. Ma bisogna anche investire in nuove tecnologie di sostegno e comunicazione. Nuovi servizi di trasporto e di placement. Ovvero inserimento nel mondo del lavoro. E accesso alla ricerca post lauream“. Un cammino, dunque, ancora complesso.

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