Le aree naturali e l’accessibilità

Il diritto alla bellezza delle aree naturali deve essere garantito con soluzioni di accessibilità che, come ovvio, devono non solo essere rispettose dei luoghi, ma della natura in genere nei suoi continui mutamenti e per questo richiedono team progettuali interdisciplinari.

L’accessibilità, l’inclusione e la partecipazione sono diritti delle persone con disabilità (il documenti di indirizzo europei, le convenzioni internazionali e le nome, lo sanciscono). Trovare le più opportune e adeguate soluzioni nelle aree naturali comporta un approccio inclusivo delle esigenze di tutti (del più ampio numero possibile), mediando e armonizzando gli interventi con il contesto naturale.

Nel caso delle aree naturali protette, nelle quali sussistendo spesso anche un insieme di condizioni diverse, legate sia alla tipologia: terrestre, marina ma, anche alla presenza di centri abitati, il confronto tra le potenzialità esprimibili e un approccio per livelli di intervento (dalla scala territoriale a quella puntuale) e il coinvolgimento dei diversi referenti chiamati a garantire la fruizione in un’ottica di sviluppo eco-compatibile, è indispensabile

Sull’argomento, a livello nazionale, accessibilità e aree naturali, il primo documento riconosciuto, che ha indicato i principi per approcciare al tema, in modo condiviso con le associazioni delle persone con disabilità, enti e diverse organizzazioni, è stata, la Dichiarazione di Norcia, del 2003. In questa è chiaro che in questi contesti debba instaurarsi un “approccio d’insieme” poiché, si legge: “L’accessibilità e la fruibilità dei parchi e delle altre aree naturali protette viene garantita dall’integrazione tra i seguenti sistemi: progettazione e gestione, l’accoglienza, informazione e comunicazione, educazione e formazione”. Nello stesso anno il Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio pubblica: “Linee guida per gli enti di gestione dei parchi nazionali italiani”.

Dal punto di vista normativo le aree naturali sono regolate dalla Legge 394/91 – Legge quadro sulle aree naturali protette -. Il VI Aggiornamento dell’Elenco Ufficiale, approvato dal Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare del 2010, contiene l’elenco completo delle aree naturali protette. La loro superficie complessiva è pari al 10,50% del territorio nazionale “le aree protette sono arrivate a 871, per un totale di circa 3.163.590,71 ettari a terra e di circa 2.853.033,93 ettari a mare, e di 658,02 chilometri di costa: 24 parchi nazionali, 147 riserve naturali statali, 27 aree marine protette (più due parchi sommersi e il santuario internazionale dei mammiferi marini), 134 parchi naturali regionali, 365 riserve naturali regionali, 171 altre aree protette di diversa classificazione e denominazione” (fonte: sito web natura italia – Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare -).

La Legge quadro ha introdotto un cambio di prospettiva passando da un approccio prettamente conservativo a quello della valorizzazione. L’articolo 1 comma 1 detta i principi fondamentali delle aree protette per la loro istituzione e gestione, al fine di garantire e di promuovere, in forma coordinata, la conservazione e la valorizzazione del patrimonio naturale del paese; e allo scopo principale di tutela, aggiunge l’educazione e lo sviluppo economico e sociale.
La tutela dei valori naturali e ambientali affidata all’Ente parco ed è perseguita attraverso diversi strumenti di programmazione e coordinamento, condivisi con gli enti e le amministrazioni locali, i soggetti pubblici e privati e le comunità del parco: il piano del parco, il regolamento e il piano pluriennale di sviluppo economico e sociale.
Per quanto riguarda l’accessibilità il piano del parco, disciplina i sistemi di accessibilità veicolare e pedonale con particolare riguardo ai percorsi, accessi e strutture riservati ai disabili (art. 12).
Il regolamento interviene sull’esercizio delle attività nel rispetto delle caratteristiche naturali, paesistiche, antropologiche, storiche e culturali locali, su: “a) la tipologia e le modalità di costruzione di opere e manufatti; (…) h) l’accessibilità nel territorio del parco attraverso percorsi e strutture idonee per disabili, portatori di handicap e anziani” (art.11).
E ancora all’art. 14 comma 3 “il piano (…) può prevedere in particolare: (…) ogni altra iniziativa atta a favorire, nel rispetto delle esigenze di conservazione del parco, lo sviluppo del turismo e delle attività connesse. Una quota parte di tali attività deve consistere in interventi diretti a favorire l’occupazione giovanile ed il volontariato, nonché l’accessibilità e la fruizione, in particolare per i portatori di handicap.”
L’accessibilità, emerge, articolata in una molteplicità di azioni. Parte da un corretto approccio progettuale, strettamente connesso con le metodologie della pianificazione territoriale previste negli strumenti di pianificazione del parco. Coinvolge competenze diverse e complementari, allo scopo di mediare tra le obbiettive difficoltà poste dall’ambiente naturale e le esigenze espresse dagli utilizzatori, garantendo le richieste prestazionali enunciate dalla normativa vigente.

La progettazione accessibile, per quanto i requisiti tecnici da adottare siano dettati dalla normativa vigente (alle strutture e spazi aperti costruiti all’interno delle aree protette, considerate pubbliche, è applicata la normativa vigente -DPR 503/96 e DM 236/89-, oltre ogni altra disposizione regionale, regolamento e prescrizioni di settore), è un “obiettivo adattabile” essendo prioritaria la tutela dei beni naturali e la conservazione dell’ambiente. L’approccio corretto è quello multidisciplinare che considera debitamente, non solo fattori puramente progettuali, ma anche quelli ambientali, fisici, antropologici, sociali ed umani, unendo al rigore tecnico la qualità delle scelte progettuali per la migliore prestazione.
Le soluzioni “non standardizzabili” devono essere volte a raggiungere la migliore delle possibili soluzioni in armonia con il contesto anche, nell’uso dei materiali e nell’ottica della gestione e manutenzione, tenendo conto dell’orografia e morfologia dei terreni, degli eventi meteorologici del difficile controllo dello stato dei luoghi, soggetto a continue mutazioni (crescita vegetazionale, fenomeni di dilavamento, etc.).

La fruizione è possibile anche attraverso un aspetto non trascurabile: la corretta, completa e aggiornata informazione che consenta all’utilizzatore finale di scegliere sulla base di qualunque esigenza esprimibile anche per fruire delle aree naturali in modo consapevole.

Fonte: superabile.it