Parkinson, una casa su misura. Basta percorsi di guerra: come ridurre disagi e pericoli

La prima «guida» rivolta a progettisti su come ridurre i pericoli domestici per chi ha mobilità ridotta. Cadere dalle scale, ustionarsi o ferirsi con utensili si può evitare ricorrendo a soluzioni mirate.

La vita in casa propria può trasformarsi in un percorso a ostacoli per chi a causa di una patologia come il Parkinson ha difficoltà di movimento e di impugnatura degli oggetti e magari è costretto a spostarsi in carrozzina o con l’aiuto di un deambulatore. Per favorire l’accessibilità degli ambienti domestici, evitando incidenti (cadute dalle scale, nella doccia, dalla sedia, ferite con gli utensili da cucina, schiacciamenti tra porte o finestre, ustioni da forno e fornelli) e l’allontanamento della persona dalla sua abitazione e da tutti i ricordi cari che essa racchiude, sono state prodotte le prime linee guida per la progettazione di spazi inclusivi specificamente dedicati ai malati di Parkinson. Ma sono utili anche per riadattare le stanze, gli arredi e gli accessori delle case di tutte le persone portatrici di disabilità e degli anziani con ridotta mobilità e perdita di autonomia.
 

Ergonomia
Il titolo del volume è Home care design for Parkinson’s disease, edito da Franco Angeli e scaricabile in open access (cioè liberamente e senza costi) dal sito web della casa editrice. È rivolto a progettisti (designer e architetti), istituzioni (aziende sanitarie e Regioni), caregiver e pazienti. Il progetto di ricerca, promosso dalla Fondazione Zoè e svolto tra il 2020 e 2021, ha coinvolto 25 pazienti con i loro familiari ed è frutto di un lavoro multidisciplinare. A curare la parte sui criteri di ideazione e realizzazione degli ambienti e degli arredi è stato il Laboratorio di ergonomia e design dell’università di Firenze, con un contributo dell’università federale di Minas Gerais in Brasile. Il capitolo sugli aspetti clinici della malattia è stato sviluppato dall’università di Torino. Quello sulle sue implicazioni sociali dall’università Cattolica di Milano.

 
 
Maniglioni alle pareti, wc e bidet sospesi, montascale, pareti scorrevoli, impianti domotici per gestire a distanza illuminazione, riscaldamento, apertura e chiusura di porte e finestre e controllo degli elettrodomestici. «La casa come luogo di cura – sottolinea Giangi Milesi, presidente della Confederazione Parkinson Italia, che ha patrocinato il progetto – che però non deve diventare un ambiente anonimo e ospedalizzato. È importante ascoltare i bisogni del paziente e consentirgli di continuare a mantenere le sue abitudini e i suoi hobby. La soluzione non è l’approccio iperprotettivo, e quindi tenerlo sulla poltrona e togliergli gli arnesi del garage o della cucina per timore che si faccia male ma adottare degli ausili per la presa sicura di coltelli, forchette e utensili, tastiere facilitate per scrivere e così via».
Tra i sintomi più importanti il rallentamento dei movimento (con trascinamento dei piedi), il tremore a riposo, la rigidità muscolare, problemi di postura e di equilibrio. Il manuale contiene la planimetria bidimensionale e l’anteprima tridimensionale del riadattamento di bagno, cucina, camera da letto, soggiorno, lavanderia, autorimessa, terrazzo e giardino, per ciascun livello di sintomatologia: lieve, moderata, grave.
 

Antiscivolo
«Va previsto fin dall’inizio e quindi in fase di progettazione della casa – spiega Francesca Tosi, ordinaria di Disegno industriale dell’ateneo fiorentino – uno spazio di manovra sufficiente per la carrozzina con la possibilità di spostare i mobili. In cucina le basi sotto al piano di lavoro devono essere mobili in modo da poterle rimuovere quando la persona usa la sedia a rotelle. Suggeriamo, per esempio, pavimenti antiscivolo, negli armadi appendiabiti che si alzano e si abbassano con l’uso di un’asta, letti che ruotano e diventano poltrone, maniglie a doppia presa e ausili magnetici per afferrare lo spazzolino e le posate».
Non è necessario acquistare questi dispositivi. Ai cittadini disabili il Servizio sanitario nazionale passa una serie di ausili di supporto in base al bisogno (montascale, sollevatore, letti ortopedici, carrozzine elettriche, sedili copriwater e per la doccia, e così via). Inoltre è possibile richiedere al Comune di residenza un contributo economico per abbattere le barriere architettoniche negli edifici privati (legge 13/89).

Fonte: corriere.it

(ca/la)