Il potere dell’empatia al Salone del Libro

di Federica Coraglia

Laura Boella, filosofa, accademica e professoressa di filosofia morale presso l’Università degli Studi di Milano ha incontrato il pubblico del Salone del Libro, rivolgendosi in particolare ai giovani, per parlare della parola ‘empatia’ e il significato che assume nella vita di tutti i giorni.

La parola empatia arriva da un progetto di collaborazione tra Treccani e Area X di Intesa Sanpaolo Assicura, il cui obiettivo è quello di generare un pensiero rispetto ai temi del futuro attraverso il potere delle emozioni. Area X ha quindi scelto 10 parole all’interno del campo semantico della sicurezza e alla cultura della protezione, tra cui appunto l’empatia.

La parola non vuole essere una parola magica ma una guida che ci aiuti in questi tempi difficili […] Incontri come questo ci mettono di fronte all’importanza della parola.

Boella non è interessata a darne una definizione ma reputa necessario comprendere come le persone la mettono in atto nella vita quotidiana.
‘Empatia’ è estremamente presente nel linguaggio attuale ma in questi tempi di guerra e pandemia molti la associano al termine buonismo: schierarsi dalla parte dei buoni contro i cattivi. In realtà all’interno della costellazione dell’esperienza empatica ci sono sinonimi come compassione, simpatia (partecipazione condivisione di un sentimento), generosità, solidarietà e altruismo.

Ma come si vive il sentimento dell’empatia?

Le spinte spontanee all’altruismo e alla solidarietà sono modi concreti attraverso i quali viviamo l’empatia, nella concretezza della nostra vita. La forza di questi gesti concreti consiste nell’andare in direzione contraria alla forza e alla violenza, a ciò che distrugge.
La forza rende disumani, la forza distrugge le relazioni, riduce gli esseri umani a numeri, ci si trova quindi di fronte ad un contrasto tra la forza e la distruttività da un lato e la vulnerabilità dall’altro. Chi usa la forza spesso è portato a superare la soglia della violenza che possiede, perché essa è contagiosa, si espande senza limiti e porta ad erigere un muro tra noi e l’altro.
L’empatia va in direzione contraria perché è totalmente segnata dal limite, un limite vissuto con il proprio corpo e la propria mente. Il limite è la misura dell’empatia: le persone che incontriamo, l’ambiente intorno a noi e tutto ciò che ci pone di fronte alla realtà.
Oggi è diffuso un senso di impotenza quando ci si trova di fronte ad avvenimenti che vanno al di sopra del nostro controllo ed è per questo che abbiamo bisogno di fare i conti con ciò che è altro da noi.
L’esperienza empatica in carne ossa è il riconoscimento dell’altro come essere emotivo, con la sua intelligenza, la sua storia e la sua umanità.
L’empatia fa quindi parte delle nostre capacità naturali, ma al tempo stesso si modifica e si evolve. Al giorno d’oggi è messa costantemente alla prova, perché i dispositivi digitali cambiano la grammatica delle emozioni di vedere e sentire l’altro. Questo cambiamento però ci mette in contatto con persone appartenenti a culture diverse dalla nostra, permettendoci di riscoprire la condizione umana dello stare insieme e nel cercare con altri e altre delle modalità adeguate di vivere nel mondo complicato in cui ci troviamo.