Paralimpiadi, giorno 8

di Mauro Costanzo

È stato prezioso il secondo e ultimo weekend paralimpico. Con tre medaglie abbiamo assestato il medagliere, il bottino sale a quota sette, due medaglie in più di PyeongChang 2018. Ottimo risultato. Protagonista dell’ultima giornata ancora lo Sci alpino, è stata la volta dello Slalom speciale: oro a Giacomo Bertagnolli, bronzo a Renè De Silvestro, due grandi protagonisti di questa paralimpiade azzurra.

Uomo copertina di questi giochi in chiave italiana, Jack Bertagnolli con Andrea Ravelli, nel Visually impaired, dopo l’oro nella Super combinata e gli argenti nel Super G e nello Slalom Gigante, cala il pokerissimo mettendosi la medaglia d’oro al collo e facendo della sua paralimpiade un autentico capolavoro. Campioni a tutto tondo, la coppia plurimedagliata, si è fatta apprezzare anche per semplicità e simpatia nelle interviste. Numeri uno!

A calare la coppia è Renè De Silvestro nel Sitting, dopo l’argento nel Gigante è arrivato il bronzo e soltanto una caduta nella seconda manche gli ha impedito di salire più in alto sul podio. Nonostante l’incidente di percorso, l’atleta altoatesino ha recuperato ed è salito sul podio. Impresa!
Nella giornata di sabato è arrivata anche la prima medaglia per lo Sci nordico azzurro con il bronzo di Giuseppe Romele. L’atleta lombardo è stato protagonista di un esaltante duello per terzo posto con il Cameron, giunto sul traguardo con sette secondi di ritardo da Romele. Entusiasmante!

Spettacolo dagli sport di squadra. Para Ice Hockey e il Wheelchair Curling che in queste splendide mattinate paralimpiche hanno incollato frotte di spettatori davanti alla tv. Nello Sledge Hockey, primi 2 posti, da pronostico a Stati Uniti e Canada, bronzo alla sorprendente Cina. Cina che nel Curling ha clamorosamente spodestato le nazionali scandinave. Cina che è passata da una medaglia vinta a PyeongChang 2018 alle sessantuno di questa edizione. C’è terreno fertile per analisi sociologiche, psicologiche, tecnico – sportive e quant’altro ma un’impresa e definire stupefacente è un esercizio di puro eufemismo.

In assoluto, il personaggio di queste paralimpiadi appena terminate è stata Oksana Masters. Oksana si è portata a casa con sette medaglie, grande impresa, ma c’è dell’altro. Oksana, nata in Ucraina, vittima delle radiazioni di Chernobyl, abbandonata a seguito della malformazioni subite, è stata adottata da una famiglia americana. Ha preso parte da Londra 2012 in poi a tutte le paralimpiadi estive e invernali, vincendo undici medaglie fino a PyeongChang. Fantastica. Oksana devolve i premi delle medaglie di Pachino alle vittime ucraine, brividi.

Che bello lo sport quando racconta queste storie.