Qualità della vita delle persone anziane fragili e disabili: alcuni dati

Dall’indagine Passi d’Argento emerge che la disabilità aumenta con l’età, interessa più le donne ed è correlata a istruzione e condizione socio economica

Comprendere con quali politiche intervenire per un miglioramento dei servizi sanitari, assistenziali e di cura delle persone fragili e disabili presuppone che si debba conoscere quale è la situazione attuale, per inquadrare punti di forza e di debolezza e centrare il bersaglio degli interventi che potranno e dovranno essere messi n campo.

Può aiutare in questo senso la fotografia restituita dai nuovi dati della sorveglianza PASSI d’Argento, strumento interno al SSN, coordinato dall’Istituto Superiore di Sanità, che consiste in un sistema di indagine continua dedicato alla popolazione anziana (di 65 anni e più). Le informazioni rilevate vengono raccolte a livello di ASL e Regioni, che consentono così avere un quadro capillare dai singoli territori.

Vediamo gli ultimi dati dedicati ad anziani fragili e disabili, che rispondono ad alcune domande fondamentali: quanti anziani disabili o fragili sono non autonomi nella quotidianità? Quanti di questi ricevono aiuto a livello pubblico e quanto è invece a capo delle famiglie e dei caregiver? Quante conseguenze sulla salute hanno queste condizioni (es. cadute in casa)?
Di seguito riportiamo alcuni dati relativi al trienni 2017-2020 appena pubblicati.

DEFINIZIONI DI DISABILITÀ E FRAGILITÀ
I dati che seguono hanno misurato la condizione degli anziani rispetto alla disabilità e alla fragilità.
In relazione alla prima, è stato rilevato quanti anziani non siano autonomi nello svolgimento di anche una sola delle 6 attività fondamentali della vita quotidiana (ADL): tale elemento viene considerato condizione di disabilità dalla letteratura internazionale. La cosiddetta scala ADL (Activities of Daily Living) comprende le azioni del: mangiare, vestirsi, lavarsi, spostarsi da una stanza all’altra, essere continenti, usare i servizi per fare i propri bisogni.
Se per persona con disabilità si intende quindi una persona non autonoma in anche una delle ADL, esiste poi anche una definizione di fragilità nell’anziano: si tratta di una definizione non univoca a livello internazionale, ma qui assunta per rilevare e analizzare i dati . In PASSI d’Argento si definisce anziano fragile la persona non disabile, ossia autonoma in tutte le ADL, ma non autonoma nello svolgimento di due o più funzioni complesse, le IADL (come preparare i pasti, effettuare lavori domestici, assumere farmaci, andare in giro, gestirsi economicamente, utilizzare un telefono). Tali fattori vengono infatti riconosciuti come associati ad una maggiore vulnerabilità dei soggetti, sia in termini di salute complessiva, sia in termini di perdita funzionale nella sfera fisica, psichica e sociale.

DATI DISABILITÀ ANZIANI
Secondo la definizione sopra data, dai dati di PASSI d’Argento 2017-2020 emerge che la condizione di disabilità coinvolge 15 ultra 65enni su 100. I dati ci dicono poi che:

–          La disabilità aumenta con l’età, interessando:
il 15% degli ultra 65enni
il 47% degli 85 anni (ovvero quasi 1 anziano su 2)

–         La disabilità è mediamente più frequente fra:
le donne (18% donne vs 11% uomini)
le persone socio-economicamente svantaggiate per difficoltà economiche (27% fra chi ha molte difficoltà economiche vs 10% tra chi non ne riferisce) o per bassa istruzione (23% vs 8% fra chi ha un livello di istruzione alto).

DATI ASSISTENZA DISABILITÀ
Stante questa immagine che restituisce la distribuzione per età, genere e condizione socio economica, i dati ci dicono poi chi di questi riceve l’adeguata assistenza, e come. Secondo i dati rilevati, quasi tutte le persone anziane con disabilità (99%) ricevono aiuto, ma questo carico di cura e di assistenza è per lo più sostenuto dalle famiglie, molto meno dal servizio pubblico (ASL e Comune).

Le persone con disabilità interessata dalla ricerca hanno dichiarato di aver ricevuto aiuto per la/le attività della vita quotidiana per cui non è autonomo da parte di:

– propri familiari 94%
– badanti 37%
– conoscenti 11%
– operatori socio-sanitari a domicilio 10%
– presso un centro diurno 3%
– associazioni di volontariato 3%
-una persona su 4 con disabilità riceve un contributo economico per questa condizione (come l’assegno di accompagnamento)

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(la)