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ART&SOUND NIGHT
 

a cura di Olga Gambari

YAEL PLAT

Gerusalemme (Israele) 1980
Scuola di Moda "Burda" a Gerusalemme.Accademia Albertina delle Belle Arti di Urbino e di Torino. Creazioni di scenografie e costumi in Israele, Inghilterra e Olanda.
yaelinkao11@gmail.com


MOSTRE
2006. War-Zone, Accademia delle Belle Arti, Urbino
2005. Map, Rocca Malatestiana, Montefiore Conca (RN); Palazzo Ducale, Urbino
2005. Promesse, Rocca Malatestiana, Montefiore Conca (RN)
2005. Imperfetto sistema operativo, Accademia delle Belle Arti, Urbino






La casa al centro come ideale luogo mentale e architettonico, metafora di un rifugio e di una gabbia, di uno spazio a parte, della propria memoria. La casa è la forma su cui l’artista israeliana ha ragionato, ridefinito, modellato negli ultimi due anni. Casa da abitare come un abito da indossare. Nelle case ci si specchia, quasi fosse un ritratto dell’anima, ci si chiude per manifestarsi come fuori non si può. Plat parla del sentire più intimo di ognuno, quello che respira, bene o male, dentro alle mura domestiche. Le case di Yael sono sculture e installazioni in legno, garza, cemento, paraffina, cartoni da imballo, plexiglass. Sono case dipinte, ripiene di cotone, legate con spaghi e corde, ricamate, chiuse da griglie. Diventano scrigni di parole scritte, fotografie, lampade accese nel buio, lume per ricordi che non devono sbiadire. Una casa è rivestita di bende bianche mentre dentro pulsa una luce, il battito di un cuore che vive, ma anche una ferita da proteggere. In altre ancora è custodito un contratto d’affitto, una chiave d’ingresso è sospesa come un enigma, pagine
di diario aspettano di essere continuate con una penna lì appoggiata. La struttura della casa è decostruita e riassemblata, triangolo per tetto e quadrato per corpo, girando attorno all’idea di abitazione, vista come altare, maquette, album. L’artista mette molto di sé, crea vari luoghi domestici dove, in un modo o nell’altro è transitata, ma apre la porta d’ingresso agli altri, invitandoli ad entrare. In un lavoro ha disseminato un locale con tavole dove domandava: “cosa significa per te la parola casa?” “secondo te la casa è importante?” “nel posto dove abiti ti senti a casa?”, chiedendo risposte al pubblico. Ognuno sta chiuso nella sua casa, vera e figurata, home e house, insieme trasparente e impenetrabile. Nel suo ultimo progetto Yael offre al pubblico casette di carta da montare. Regala uno spazio simbolico da costruirsi come se fosse un gioco.

 

Yael Plat


Casa pacco
, 2005 - Cartone, spago, lampada che segue il ritmo sonoro di un battito cardiaco, 50x65x20 cm


Comodino pacco, 2005 - Cartone, spago, lastra di zinco trattata con acido, stoffa, 45x52x47 cm
Casa di rete, 2005 - Rete metallica, cotone, palloncino, chiodi, 30x40x20 cm


Casa dalla chiave appesa
, 2005 - Legno, filo da pesca e chiave, 79x60x15 cm
Casa con recinto, 2005 - Legno, fotografia, plexiglass, pennarello, 30x40x17 cm


Casa garze
, 2005 - Legno, garze, smalto, lampada, sonoro di una macchina cardiografica, 25x38x15 cm


Casa diario
, 2005 - Legno, carta, vinavil e lampada, 27x35x22 cm

(particolari)