Olimpiadi: compatibilità ambientale e sostenibilità economica sono imprescindibili, ma in Comune non se ne discute

La maggioranza di Appendino non ha garantito il numero legale nella seduta del Consiglio comunale odierna. Le assenze “diplomatiche” di alcuni consiglieri 5 Stelle – evidentemente imbarazzati dall’endorsement di Grillo – non hanno permesso la discussione della mozione PD esplicitamente favorevole alla candidatura di Torino alle Olimpiadi invernali 2026, ma non hanno nemmeno consentito il confronto sulle condizioni preliminari o pregiudiziali che gli stessi “dissidenti” 5 Stelle avevano annunciato.

Per il Gruppo consiliare di Torino in Comune ci sono questioni imprescindibili: la compatibilità ambientale e la sostenibilità economica. Non basta annunciare la riduzione delle emissioni o l’efficientamento energetico degli edifici, come fatto a Vancouver nel 2010, se non si intravedono ragionamenti sulla particolarità dello spazio alpino.

Il sempre maggior numero di competizioni di cui non si conosce l’entità al momento della candidatura e le conseguenze connesse di consumo di superficie per impianti e accessi sono compatibili – anche nel periodo post olimpico – con gli interessi e le vocazioni di quei territori montani?

Le aspettative di redditività economica sono confortate da qualche studio sullo sviluppo a lungo termine per la Regione ospitante, dopo la crescita dell’edilizia e del turismo indotte dalle opere e dai Giochi?

Anche l’edizione ecocompatibile di Vancouver ha accumulato un debito per i costi della sicurezza: quintuplicati rispetto alla previsione di bilancio.

Se i costi sono importanti, pur nelle previsioni di riuso di strutture esistenti – e alcuni saranno programmabili solo a ridosso – su quanti tra i promotori ricadranno?

Di questo avremmo parlato in Sala Rossa, soprattutto di questo si dovrebbe discutere. Lo farà la Città metropolitana convocata mercoledì sullo stesso tema? Forse… oppure la insolita maggioranza numerica di quel Consiglio risolverà per i 5 Stelle il dilemma. Così, ancora una volta, la responsabilità si potrà attribuire ad altri: è la Città metropolitana che ce lo chiede…

Eleonora Artesio