Tundo: stipendi in ritardo ma servizi di trasporto garantiti

I dipendenti della Tundo Vincenzo Spa, nelle sue 17 sedi italiane sono 1200, a Torino sono 97. Poi c’è la nuova sede di York in Gran Bretagna e, annunciate dal sito aziendale, altre nuove sedi in arrivo in Italia.
La ditta Tundo trasporta in appalto per il Comune di Torino persone con disabilità da casa a scuola o ai centri diurni educativi e terapeutici e viceversa. Solo a Torino la flotta dei suoi mezzi attrezzati, pulmini con sollevatori adatti anche alle pesanti sedie a rotelle elettriche, ammonta a una cinquantina di unità. Poi ci sono i subappaltanti, padroncini dotati di mezzo proprio.

L’audizione di Vincenzo Tundo presso le commissioni lavoro, cultura e servizi sociali, presidente Andrea Russi, è motivata dalle preoccupazioni dell’Amministrazione comunale per la continuità del servizio a fronte di notizie di ritardati pagamenti degli stipendi.

a sinistra Tundo, al centro Patti, a destra Russi (seduto) e Rolando alle sue spalle

L’assessore al Bilancio, Sergio Rolando, presente con la collega all’Istruzione, Federica Patti, sposta già dalle prime battute i riflettori sulla ditta:” Dico subito – ha chiarito – che la Direzione finanze del Comune non ha alcun pagamento in sospeso”. Excusatio non petita la sua, ma opportuna, dato che in passato, il Comune ha fatto registrare ritardi nel pagamento delle fatture di Tundo.

Il dottor Tundo, pur descrivendo una situazione aziendale solida e addirittura in espansione, ha riconosciuto che c’è un problema di liquidità dovuto ai forti investimenti fatti ed all’anticipazione e trasferimento diretto dell’Iva dagli Enti pubblici (suoi quasi esclusivi committenti) all’Erario. Si tratta in questo caso di cifre ingenti che non transitano dalle casse aziendali neppure temporaneamente, per effetto della legge sullo split payment varata nel 2015.

“Pagheremo tra una quindicina di giorni lo stipendio di febbraio dei dipendenti”, ha annunciato Tundo. Meno precise le parole sui padroncini che vantano arretrati dallo scorso dicembre perché, ha spiegato l’imprenditore, sono stati pagati per l’ultima volta nel novembre del 2017.

Silvio Lavalle