Casematte, per un abitare solidale

Riscrivere la cultura dell’abitare, costruendo nuove visioni della città, in cui la qualidelle relazioni e dei servizi possano diventare occasioni di rigenerazione urbana. È lo spirito con cui è nato il progetto AbiTO – Abitare solidale, promosso a Torino dall’associazione Casematte, audita nella seduta del 18 gennaio 2023 della Quarta Commissione, presieduta da Vincenzo Camarda (PD).

È un’iniziativa nata in piccoli centri della Toscana nel 2007 e poi a Firenze da Auser Abitare Solidale (che ha promosso 382 co-abitazioni in 15 anni) – hanno spiegato le referenti Chiara Casotti (presidente) e Ludovica Gallo Orsi – e a Torino è arrivata nel 2019, con l’associazione Casematte.

Il progetto promuove la coabitazione solidale: una convivenza tra persone che hanno un appartamento con una stanza da letto in più e chi invece ha difficoltà a permettersene uno, che però può offrire in cambio compagnia, aiuto nelle faccende domestiche o altro. Viene stipulato un contratto di comodato d’uso precario, che non prevede il pagamento di canoni d’affitto, ma al massimo una compartecipazione alle spese delle utenze.

L’iniziativa è ben avviata – hanno detto le socie di Casematte – ma sarebbero utili azioni congiunte di comunicazione con la Città di Torino e una campagna di affissioni, per coinvolgere maggiormente la cittadinanza.

L’assessore al Welfare, Jacopo Rosatelli, nel confermare la disponibilità del Comune di Torino a collaborare con l’associazione, ha dichiarato di apprezzare l’iniziativa, che risponde a esigenze essenziali, tra cui – ha detto – quella di contrastare la solitudine e la marginalità sociale e favorire un uso razionale delle abitazioni della città.

La società civile, in questo caso, è più avanzata delle Istituzioni – ha affermato nel dibattito in Commissione la consigliera Elena Apollonio (Lista Civica per Torino) – per dare risposta a solitudini e povertà emergenti e occorre dare risalto all’iniziativa.

In una grande città è più difficile sperimentare la coabitazione, ma sarebbe utile diffondere il progetto, dialogando con le case di quartiere e i centri di incontro delle Circoscrizioni – ha aggiunto Ludovica Cioria (PD).

Serve pubblicizzare il progetto, ma sarebbe opportuno che il Comune di Torino lavorasse per favorire gli incontri tra domanda e offerta e per promuovere tutti i servizi disponibili – ha detto Claudio Cerrato (PD). E lavorare anche per le esigenze di studenti e studentesse – hanno aggiunto Pietro Tuttolomondo (PD) e Sara Diena (Sinistra Ecologista) – e dei migranti – ha proposto Pierino Crema (PD).

La casa deve essere un luogo di dignità – ha concluso il presidente Vincenzo Camarda (PD) – e uno strumento di inclusione sociale.

Massimiliano Quirico