Il 5 maggio 1945 la liberazione del lager di Mauthausen

Viviana Ferrero, in rappresentanza della Città

Molti fra gli ex deportati sopravvissuti a Mauthausen concordarono nel sostenere che la data del 5 maggio rappresentava una rinascita, dopo una parentesi accanto alla morte e al male”. Così Susanna Maruffi dell’Associazione Nazionale ex Deportati ha ricordato il significato della data odierna, anniversario della liberazione del lager della cittadina austriaca da parte degli americani.

Susanna Maruffi (Aned)

Lo ha fatto durante la tradizionale cerimonia che si è svolta, questa mattina, al cimitero Monumentale di corso Novara, durante la quale è stato reso omaggio alle vittime dei campi di sterminio presso i cippi degli ex Deportati ed ex Internati e presso la lapide dedicata agli ebrei torinesi vittime delle persecuzioni nazifasciste. Il ritorno alla vita dei sopravvissuti, ha sottolineato Maruffi, non fu però facile e, per molti, l’esperienza del lager fu vissuta in solitudine e nell’indifferenza di chi riteneva dovesse essere confinata nell’oblio, perché non venissero risvegliati ricordi dolorosi, “mentre altrettanto silenziosamente i fascisti e i nazisti in Italia e Germania rientravano a ricoprire ruoli di rilievo nelle istituzioni, nell’industria nelle pubbliche amministrazioni”.

Alla cerimonia ha portato il saluto della Città la vicepresidente del Consiglio Comunale, Viviana Ferrero che ha sottolineato la necessità di tramandare il ricordo del sacrificio di chi ha combattuto per la libertà, una libertà, ha evidenziato, che va alimentata, difesa e costruita giorno per giorno.

Federico D’Agostino