Un piano per la messa in sicurezza degli incroci pericolosi

La commissione Urbanistica, convocata ieri pomeriggio dal presidente Antonio Ledda, ha esaminato la proposta di mozione presentata dal consigliere Enzo Liardo (FdI) riguardante la #sicurezza degli attraversamenti pedonali di corso Galileo Ferraris all’incrocio con via Vespucci e via Fratelli Carle. Come ha spiegato Liardo, si tratta di due #incroci non regolati da semafori dove i veicoli in transito sull’asse principale, viaggiano a velocità sostenuta, spesso non rispettando i limiti di velocità. In considerazione, poi, di alcuni #incidenti, anche gravi, che hanno recentemente coinvolto pedoni, la richiesta del consigliere all’Amministrazione è quella di un intervento per incrementare la visibilità e la sicurezza di quegli attraversamenti pedonali. In attesa che la mozione venga votata in Sala Rossa, i tecnici del settore Viabilità del Comune, presenti in commissione, hanno comunque fornito un parere sulla questione. Chiarito che i dati sugli incidenti in città, forniti dalla Polizia municipale, non indicano quegli attraversamenti fra i più pericolosi, hanno garantito che effettueranno ulteriori analisi per avere nuovi riscontri e valutare un possibile intervento. A margine dell’incontro, i tecnici del Comune, hanno informato i consiglieri del progetto che la Città sta elaborando per un intervento complessivo di messa in sicurezza degli incroci, soprattutto quelli segnalati come più pericolosi. L’occasione per questo intervento scaturisce da un bando del Ministero per le infrastrutture e i trasporti, che mette a disposizione di Torino un milione e centomila euro nell’ambito del Piano nazionale per la sicurezza stradale 2030. Il Comune ha tempo fino al 10 aprile per presentare una proposta contenente gli interventi mirati con relativi costi. Nell’intenzione dei tecnici, i lavori per la messa in sicurezza degli incroci e degli attraversamenti pedonali, dovrebbe riguardare tutte le circoscrizioni, sulla base della pericolosità segnalata dalla Polizia municipale.

Marcello Longhin