“Mobilità dolce sì, ma con la necessaria attenzione ai disabili”

I capigruppo di Palazzo Civico hanno incontrato, in videoconferenza, alcuni rappresentanti della Consulta Persone in Difficoltà. L’audizione ha avuto luogo un paio di settimane dopo la manifestazione organizzata davanti al Comune dalla Consulta stessa, per attirare l’attenzione su alcuni problemi legati alla diffusione di biciclette e monopattini in sharing. Emanuel Cosmin Stoica e Gianni Lajolo hanno sottolineato come il crescente numero di monopattini e biciclette abbandonati sui marciapiedi dopo l’uso stia creando non pochi problemi, in primo luogo alle persone con disabilità visiva, ma anche ai disabili motori, soprattutto dove lo spazio scarseggia, come nei marciapiedi stretti. La pessima abitudine da parte di diversi utenti delle due ruote in sharing, di lasciare i mezzi anche di traverso sul marciapiede o in corrispondenza di attraversamenti pedonali, ha già causato varie cadute, che in un caso hanno portato al ricovero ospedaliero. Un comportamento irresponsabile e che, hanno sottolineato Stoica e Lajolo, lede il diritto alla mobilità autonoma, faticosamente conquistata dalle persone con disabilità. I rappresentanti della Consulta hanno ribadito di essere assolutamente favorevoli alla mobilità sostenibile o dolce , ma hanno ugualmente affermato che va tutelato il diritto alla mobilità per tutte la categorie di cittadini. Ragion per cui, hanno concluso, le richieste avanzate nei confronti dell’amministrazione comunale sono precise: una campagna di sensibilizzazione rivolta a gestori e utenti dei servizi di sharing per monopattini e biciclette, la collocazione di un numero significativo di stalli per parcheggiare i mezzi di mobilità dolce, sia a noleggio sia privati, e una puntuale applicazione di sanzioni in base al codice della strada, che vieta espressamente il parcheggio di biciclette ed altri mezzi di trasporto sul marciapiede. Insomma, a parte quelli che mollano dove capita il monopattino noleggiato, anche coloro che si spostano in città con la propria bicicletta sembrano non immaginare nemmeno come il semplice incatenarla ad un palo semaforico o della segnaletica, oltre ad essere un’infrazione al Codice della strada, possa rappresentare un serio fastidio –  e persino un pericolo – per tanti nostri concittadini e concittadine.

Claudio Raffaelli